25.3.16

La squadra del domani.


Nella foto, tratta da Sportube, il grande intervento di Marruocco su colpo di testa di Gomes

di Nino Ruggiero

Sono arrivati tre punti e possiamo guardare con serenità e fiducia alle prossime gare. Possiamo così fare anche una buona Pasqua, calcisticamente parlando, e non solo.
Tre punti in uno scontro con una pericolante vogliono dire molto. Innanzitutto che la Paganese è temprata per un certo tipo di partita e che – nelle gare che contano – i suoi componenti, pur soffrendo, mettono fuori tutte le loro qualità.

Adesso la squadra veleggia nelle zone tranquille e – a mio parere – basteranno tre/quattro punti nelle prossime gare per chiudere definitivamente il discorso salvezza.
A Ischia, soprattutto nei primi minuti di gioco, si è vista all’opera una signora Paganese. Corta, equilibrata, disinvolta, padrona del campo, addirittura spavalda nel suo incedere; insomma un atteggiamento da grande squadra, come l’abbiamo sempre sognata. Venti minuti di gran calcio: poi, un mesto ritorno alla normalità, all’aurea mediocrità che quest’anno ha contraddistinto tante prestazioni. E buon per tutti che in porta Marruocco, ancora una volta, abbia recitato la parte che gli spetta di diritto; quella del portierone superman capace di neutralizzare due micidiali colpi bassi di Gomes e di Bruno.

Metamorfosi di rendimento, quest’anno: perché?
Non credo che si tratti di stanchezza atletica complessiva. Quando si gioca ad alti ritmi, è normale e fisiologico che non si riesca ad avere lo stesso standard di rendimento per tutta la durata della gara. Piuttosto credo che il discorso vada fatto a più ampio raggio e investa caratteristiche strutturali; infatti tutte le squadre – a meno che non siano composte da autentici robot – non riescono mai a tenere uno standard alto di rendimento e a reggere su ritmi folli le varie fasi di una partita di calcio.

L’esperienza accumulata in tanti anni mi porta a concludere che le squadre risultano veramente competitive quando riescono a interpretare ogni momento della gara. Sono competitive, e possono ambire a recitare un ruolo di primo piano, quando sanno tenere le redini del gioco in ogni fase della stessa; quando sanno attaccare, certo, ma anche quando sanno difendersi con elementi che devono essere adatti a questo tipo di atteggiamento. L’attuale Paganese, purtroppo, non ha nelle corde anche questo tipo di condotta; e campionati di vertice presuppongono anche atteggiamenti apparentemente rinunciatari, supportati da elementi che devono essere bravissimi a interpretare la fase difensiva.
Dobbiamo dircelo e ribadirlo: è impensabile che una squadra, sia pur essa forte, possa avere per novanta e più minuti sempre il possesso della palla. Nel calcio ci sono anche gli avversari e, quando è il momento, bisogna essere bravi anche nella fase di controllo del gioco; per questo ci vogliono non solo calciatori bravi a interpretare questa delicata fase ma devono essere temprati, e quindi esperti, a non smarrirsi quando la partita diventa infuocata.

Per cui credo che le squadre che aspirano a qualcosa in più di una semplice salvezza debbano avere determinati requisiti strutturali. Dobbiamo convincerci, a malincuore, che la nostra cara Paganese ha tanti buoni elementi, alcuni giovani di sicuro talento ma non è ancora pronta per intavolare un discorso complessivo diverso da quello programmato a inizio campionato.

Sulla scorta, però, di quanto emerso – in fatto di note positive – si può costruire la squadra del domani, che sia di tutto rispetto.
Credo che in questa ottica si stia muovendo il presidente Trapani che oltre a confermare Gianluca Grassadonia al timone della squadra, si è già assicurata la presenza di Cicerelli, Carcione e Cunzi. Spero che la stessa sorte tocchi a Marruocco e Sirignano, che sono da annoverare fra i punti di forza della squadra. Qualcosa si potrebbe fare anche per cercare di allungare anche i prestiti dei giovani che si sono messi in buona luce. Per Caccavallo chissà!

Intanto, per il momento, grazie alla vittoria di Ischia, ci facciamo una buona Pasqua.
Auguri a tutti

Nino Ruggiero