15.9.16

La brutta copia della squadra di tre giorni fa.

Di Nino Ruggiero

Se nel calcio – che già non è una scienza esatta – vengono meno anche quelle poche cose che vengono definite certezze, allora è proprio la fine!
Due grossi errori di Marruocco, da sempre considerato, a giusta ragione, punto di forza della squadra, spianano la vittoria della Fidelis Andria. Intendiamoci, errori a parte, che comunque hanno inciso sul morale della squadra, stasera la Paganese è sembrata la brutta copia della squadra che appena tre giorni fa aveva entusiasmato, pur perdendo, contro la Casertana.
La prima mazzata al quarto d’ora di gioco. Marruocco, su un insidioso calcio d’angolo, esce; sembra essere sul pallone ma poi si fa anticipare beffardamente da Fall e il pallone termine in rete da due passi.
La Paganese accusa il colpo. La manovra è farraginosa e lenta. Pestrin e Parlati si battono a centrocampo per dare fluidità al gioco ma non vi riescono perché l’Andria appare più in palla e più a posto sul piano fisico. La squadra pugliese raddoppia fin dai primi minuti di gioco la marcatura su Cicerelli che viene ingabbiato da Tartaglia e Allegrini. Cresce Deli, dalla trequarti in su, ma trova poca collaborazione in zona gol; Zerbo è evanescente e discontinuo; Reginaldo viene anticipato in ogni possibile giocata. L’impressione è che l’ex del Chievo debba lavorare parecchio per riacquistare una condizione atletica decente.
Ci si attende la reazione della Paganese, che esercita anche uno sterile dominio territoriale, ma è ancora l’Andria, sul finale di tempo, che raddoppia su un calcio di punizione battuto sul primo palo da Mancino che inganna un po’ tutti; Marruocco per primo che è sul pallone ma poi, dopo averlo intercettato, lo perde; il telecronista, convinto che il pallone sia andato fuori; persino i telespettatori, ingannati dalla prospettiva della ripresa televisiva.
Nel secondo tempo non ci sono grossi elementi di novità. Grassadonia mischia un po’ le carte, ma i risultati sono gli stessi. Solo Celiento, per la verità, schierato al posto di Reginaldo, appare più pronto atleticamente e dà qualche problema alla difesa locale. Da rivedere e attendere anche Iunco, schierato nell’ultima parte della gara, decisamente a corto di allenamento e di condizione.
La verità è che tutta la squadra – in una gara tirata ed agonisticamente dispendiosa – ha risentito più di quanto si potesse pensare dei ritardi che l’hanno afflitta e ancora l’affliggono, riferiti alla ritardata preparazione atletica. Ma i motivi sono ben noti a tutti. Adesso c’è bisogno di tempo per amalgamare la squadra, dopo gli ultimi arrivi che sono sinonimi di qualità. Bisognerà avere nervi saldi in questi momenti particolari e non abbattersi psicologicamente perché verranno tempi migliori.
A Grassadonia l’ingrato compito di presentare già da domenica prossima, in occasione della trasferta di Catanzaro, una squadra tosta che sia caratterizzata da elementi già pronti per una più che prevedibile battaglia agonistica.