27.9.16

Paganese, cercasi qualità.


Nella foto, tratta da Sportube, il tiro di Cicerelli nel primo tempo che ha sfiorato l’incrocio dei pali

di Nino Ruggiero

Partiamo dal presupposto che nel calcio non c’è mai niente di scontato. Potete giurarci: è proprio così.
Si pensava che in casa, contro il Monopoli, all’indomani della bella e convincente prestazione di Catanzaro, la Paganese avrebbe dato continuità di risultati e di gioco. Niente di più sbagliato. La Paganese non solo è uscita sconfitta, ma ha anche fatto emergere preoccupanti segnali di discontinuità lasciando il campo a tanti interrogativi che solo il tempo potrà sciogliere.
Innanzitutto bisognerà capire, da parte di tutti, che quando in casa, dopo averle provate tutte, non si riesce a vincere, bisogna fare l’impossibile per non perdere. Sì, lo so, sembra una di quelle domande-considerazioni alla Marzullo, ma è così. Purtroppo, il calcio non è una scienza esatta e non basta avere il predominio territoriale per arrivare alla vittoria. Bisogna trovare gli spazi per battere a rete e bisogna avere il piede buono o la testa per farlo.
Una squadra organizzata come il Monopoli, a chiara vocazione operaia, se si eccettua qualche eccezione qualitativa, poteva essere battuta solo che ci fosse stata più lucidità in zona gol. Alla Paganese attuale, costruita con tanto impegno dirigenziale, dopo le tante vicissitudine di ordine giudiziario che l’hanno interessata, manca ancora qualcosa.
Certo, si è visto – a causa dell’infortunio occorso a Iunco – quanto sia parsa spaesata e poco convinta dei propri mezzi la squadra dalla cintola in su. Parliamoci chiaro, quando si incontra una squadra ben attrezzata, una di quelle che vengono definite di categoria, per arrivare al gol, c’è bisogno di grande qualità dalla trequarti in avanti per sperare in una giocata di fino, di un guizzo perentorio, di una invenzione; tutti qualità che non si inventano da un momento all’altro. Determinate doti si hanno o non si hanno.
Grassadonia le ha tentate tutte per arrivare in zona gol. Innanzitutto ha dato consistenza alla squadra, salvaguardando l’equilibrio tattico. Sono pochi i parametri che vanno evidenziati quando si parla di schieramenti e questi parametri investono il modo stare in campo.
Allora è giusto parlare di una difesa schierata a tre o a quattro, anche a cinque quando occorre, a seconda delle esigenze tattiche che l’allenatore ritiene più opportuno adottare. Non vi parlo di numeri, e voi che avete la bontà di seguirmi, sapete anche che non amo parlare di quelle strane e statiche formule tattiche che non vogliono dire niente e servono solo ad allungare il brodo del discorso a chi ha pochi argomenti in materia. Sono convinto che il gioco del calcio sia sinonimo di dinamismo e non possa essere paragonato a una stucchevole partita a scacchi o a dama, giochi chiaramente da sedentari.
La verità è che in campo non si può correre dietro ai numeri delle cosiddette formule tattiche enunciate da addetti ai lavori; bisogna correre, sempre, anche senza palla, forse soprattutto senza palla; bisogna correre ed essere presenti – quando occorre – in ogni zona del campo, in barba al (4-4-2, 3-5-2, o, peggio ancora al 3-4-2-1); bisogna saper difendere quando sono gli avversari a manovrare il pallino del gioco; ma bisogna anche proporsi in avanti quando è necessario, per dare sostegno al compagno in possesso di palla.
Ritornando alla partita con il Monopoli, credo che sotto il profilo dell’impegno ci sia ben poco da recriminare sulla prestazione offerta dai ragazzi in maglia azzurro-stellata. Ma l’impegno molto spesso non basta; nei momenti topici delle partite – per arrivare alla vittoria – ci vogliono qualità ed esperienza. E per la verità, contro il Monopoli, le due doti si sono viste poco. Passi per la qualità, che prima o poi dovrà venire fuori da Reginaldo e Deli, domenica non proprio al top, ma l’esperienza è quella che non deve mai mancare. E dispiace che proprio Dicuonzo, fra i più in palla in questo primo periodo, sia incorso in un errore di valutazione che un giocatore del suo calibro non deve commettere, in occasione della mancata sforbiciata che ha poi originato il primo gol del Monopoli.
Una sconfitta, sia pure inaspettata, ci può stare. L’importante è che la squadra faccia tesoro degli errori commessi e sia pronta a rifarsi.
C’è la trasferta di Messina in programma per domenica; una trasferta niente affatto agevole durante la quale la squadra – per dare un calcio al momento poco favorevole – dovrà esprimersi sugli standard espressi a Catanzaro. Mancherà ancora Iunco, ma Grassadonia potrà contare sul recuperato Herrera e sull’emergente Celiento.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com