Nella foto, tratta da Sportube, il magnifico gol di Reginaldo che ha sbloccato la partita dopo soli sette minuti
Di Nino Ruggiero
La chiave di volta della partita con il Melfi, a mio parere, è rappresentata dal gol messo a segno dopo pochi minuti di gioco da Reginaldo. Dopo soli sette minuti di gioco, Reginaldo, da grande opportunista, da vera faìna con il vizio del gol, ha il gran merito di concretizzare un allettante invito in corridoio di Maiorano in piena area: brucia i due difensori centrali lucani sullo scatto e si presenta solo davanti a Gragnaniello fulminandolo con un tiro che va a conficcarsi sotto la traversa.
La partita, a questo punto, assume una chiave tattica più lineare per gli azzurro-stellati che – liberatisi subito dall’assillo del gol – giostrano in spazi larghi e, proprio per questo, possono godere di maggiore libertà d’azione.
Il Melfi nel primo tempo è completamente succube della Paganese pur cercando di controbattere all’evidente strapotere degli avversari. Pochi i palloni indirizzati verso la porta di Marruocco, nonostante un certo predominio territoriale fine solo a se stesso. Il secondo gol messo a segno da Alcibiade, bravo a deviare di piede un calcio d’angolo battuto da Cicerelli, tranquillizza definitivamente la squadra azzurro-stellata. Con due gol di vantaggio, inevitabilmente, i ritmi di gioco calano notevolmente anche perché qualche atleta comincia ad avvertire la fatica di due partite disputate a distanza di soli tre giorni.
Nel secondo tempo, ad onor del vero, il Melfi, squadra sbarazzina ancorché ingenua, ci dà dentro con l’innocente forza della gioventù. In quei minuti, mi viene alla mente un’altra squadra lucana degli anni Sessanta, il Policoro, che in quegli anni giocava un ottimo calcio ma che raccoglieva solo consensi e pochissimi punti. Brutto sintomo per chi deve pensare innanzitutto a salvarsi.
Simpatica squadra il Melfi: omogenea, lineare, a tratti spumeggiante soprattutto in un indiavolato Pompilio che ha numeri di buona scuola ma che poi si perde nel tiro a rete. Calcio pulito, geometrico, forse poco assennato, ma che volete: la gioventù è pur sempre gioventù, con tutta la baldanza e la voglia di fare tipica degli anni verdi, controbilanciate da inesperienza e da poca confidenza con il gol.
Il calcio, però, purtroppo o per fortuna, non lo so, non è un gioco da esteti e basta. Vince chi è più scaltro, o più abile, o più fortunato, e mette il pallone in rete.
Da domenica, proprio dopo l’incontro con il Melfi, mi viene da pensare che l’attuale Paganese comincia ad avere contezza dei propri mezzi: sta diventando più cinica, più calcolatrice, forse anche più fortunata, così come lo sono quasi sempre le squadre forti. E’ solo una sensazione, sia chiaro, ma la mia esperienza, in fatto di calcio vissuto, mi lascia una piacevole sensazione che le prossime giornate dovranno chiarire.
Intanto mi fa enormemente piacere che Marruocco abbia ritrovato la sua dimensione di affidabilità; gli consiglierei però di rifuggire da certi atteggiamenti che a volte risultano irritanti, anche se so che è difficile cambiare il proprio carattere, soprattutto quando non si è più giovanissimi. Con Marruocco, la difesa ha ritrovato compattezza, grazie anche all’affiatamento che si sta cementando soprattutto nella zona centrale con Alcibiade e Camilleri.
La squadra cresce e acquisisce sempre di più consapevolezza di avere tutti i requisiti per giocarsi una carta importante in questo campionato. Contro il Melfi mancava Pestrin ma, a dire il vero, Maiorano e Tagliavacche hanno fatto di tutto per non farne sentire la mancanza; ci sono riusciti a sprazzi per la verità, ma i due hanno denotato buone qualità personali, anche di palleggio, tanto è vero che Maiorano è stato bravo ad innescare Reginaldo in occasione del primo gol con una fine imbucata e Tagliavacche ha fatto gridare al gol quando, con una magistrale punizione battuta di sinistro, ha sfiorato l’incrocio dei pali.
Le sorprese positive, se proprio vogliamo chiamarle così, sono rappresentate da Cicerelli e da Deli. Il primo, al momento, è sicuramente l’uomo più in forma dell’intera squadra; per lui il bravo Grassadonia ha ritagliato un ruolo quasi su misura; il secondo mostra di essere in grande spolvero, ancorché avviato sulla strada della completa consacrazione.
Reginaldo è l’attaccante di cui la squadra aveva bisogno. Ha ancora lo scatto e il tiro dei suoi anni migliori e ha dimostrato di avere entusiasmo giovanile per come si allena e per come si presenta la domenica al centro dell’attacco.
Da Cosenza, domenica attendiamo piacevoli conferme. Rientrerà Pestrin e Grassadonia potrà muovere meglio le pedine a sua disposizione.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com