Tutto invariato nel girone C della Lega Pro al termine della 18/ma giornata di campionato. Vincono le quattro grandi ma il Lecce, che ha avuto la meglio sulla Paganese al Via del Mare, può comunque mantenere la vetta della classifica approfittando del pari nel recupero di oggi pomeriggo tra Matera e Juve Stabia. Il Catanzaro resta fanalino di coda, mentre inizia a rischiare pure il Messina, da troppo tempo a secco di vittorie dopo l'ottimo esordio della gestione Lucarelli.
Mantiene la scia la Juve Stabia nonostante la condizione fisica attuale non del tutto brillante. Contro l'Akragas, le Vespe hanno vinto ma non del tutto convinto. Di positivo ci sono state certamente la mentalità e l'intelligenza nel preservare, senza inutili tensioni, il gol risolutivo di Kanoute. Ma, specialmente nel primo tempo, i gialloblù hanno faticato molto per scardinare la difesa biancazzurra che riusciva a mantenere sempre ordine e posizioni. Eppure proprio da un doppio errore difensivo è scaturito il sigillo dell'ex Ischia. Poi la Juve Stabia non è stata capace di far male negli spazi lasciati inevitabilmente aperti dagli ospiti, ma è un periodo nel quale, per stessa ammissione di Fontana, la squadra sta rifiatando e deve badare principalmente a gestire e a non affondare. Tuttavia il 2-2 di oggi a Matera è un risultato prezioso che fotografa, a maggior ragione, il carattere di una squadra che sa quello che vuole nonostante le difficoltà. Più critica la situazione dell'Akragas, che in fase offensiva ha denotato limiti strutturali spaventosi. Ecco perché, se alla vigilia poteva anche starci una sconfitta in casa della vice capolista, a bocce ferme è risultato più difficile digerirla. Perché, con un pizzico di malizia e di qualità in più, il pari sarebbe stato alla portata del gruppo di Lello Di Napoli. Questo scorcio di stagione oramai l'ha detto chiaramente: senza qualche rinforzo di esperienza che possa impreziosire un gruppo troppo giovane anche se volenteroso, la strada verso la salvezza sarà perennemente in salita.
Il Matera oggi non è andato oltre il pari nel recupero casalingo con la Juve Stabia (2-2 con sigilli finali di Lisi e Casoli) ma vive comunque un periodo di grande smalto, testimoniato dalle tre vittorie di fila dopo lo stop di Andria. Non poteva essere certo il Monopoli a frenare la corsa dei lucani, nonostante la reazione di orgoglio nella ripresa che aveva portato al momentaneo gol dell'1-2. Gli alti e bassi iniziali sono strutturali nelle squadre di Auteri, ma ora ci sono tutti gli elementi affinché i biancazzurri possano avere la continuità giusta per arrivare fino in fondo. Sorprende piuttosto che il Monopoli, che al Torre aveva mostrato grande organizzazione difensiva e chiusura anche ossessiva degli spazi, sia oggi la terza retroguardia peggiore del campionato dopo quelle di Catanzaro e Reggina, con 26 gol subiti.
Con lo stesso risultato (1-3), il Foggia è andato a violare il Valerio di Melfi dando un calcetto ad una crisi che comunque ancora c'è e dovrà essere superata. Troppo pazzi i Satanelli per garantire ancora affidabilità. Per buona parte del primo tempo, dopo un approccio negativo, i rossoneri hanno fatto la partita passando meritatamente avanti. E, nella ripresa, sono stati capaci di fallire il raddoppio in qualche circostanza incassando pari di Ciro Foggia(scherzo del destino) e penalty (fallito da De Vena) addirittura con un uomo in più per l'espulsione di Obeng. Poi il doppio sussulto finale quando la gara era oramai agli sgoccioli. Il Foggia, per i patemi che regala in quantità industriale, farà forse divertire gli spettatori neutrali, ma non certo i propri tifosi. Bene la vittoria, ma gruppo rimandato. Come il Melfi, che deve solo fare mea culpa per aver dilapidato il punto sul più bello.
Tra le squadre più in forma del momento, Fondi e Francavilla, è arrivato un inevitabile pareggio, peraltro con lo stesso esito maturato lo scorso anno in D (1-1). Tuttavia sono stati i laziali a proporsi con più convinzione, sfiorando il vantaggio nel primo tempo e assediando gli ospiti nella ripresa (un palo di Bombagi nel momento migliore della squadra di Pochesci) fino allo strameritato pari. La Virtus ha agito perlopiù con qualche ripartenza ed ha avuto il merito di sfruttare con cinismo l'unica chance capitata prima dell'intervallo. Ma alla fine è un pari che, come era nell'aria, accontenta un po' tutti.
Acque agitate a Caserta dove il pari opaco col Catanzaro ha suscitato il disappunto dei tifosi e dello stesso patron Giuseppe D'Agostino che ha usato parole forti per descrivere la prestazione dei rossoblù. Un solo punto in due gare casalinghe abbordabili (dieci giorni fa era stata l'Akragas a fare il colpo al Pinto), e nessun gol all'attivo, sono un bottino troppo misero per la truppa di Tedesco. Il neo dg Beppe Materazzi ha provato a gettare acqua sul fuoco ma è allarme. Anche perché la Casertana si sta avvicinando sempre più alla zona play-out, distante solo tre punti, e sabato andrà a fare visita al Catania. I Falchetti non convincono, non sembrano sereni e affannano troppo in zona gol. Per il Catanzaro, che si è accontentato senza osare più di tanto (sebbene ce ne fossero le condizioni), è un punto d'oro perché le altre non corrono e la zona salvezza non è lontana nonostante l'ultimo posto.
Bene il Siracusa, che batte il Catania nel derby e si prende l'ultima piazza utile per i play-off, e il Taranto che, dopo tre mesi di astinenza, porta a casa la seconda vittoria consecutiva andando addirittura a violare il campo di una Vibonese che, esaurito il momento di entusiasmo e di risultati, sembra tornata quella di inizio stagione. Nelle ultime quattro giornate, i calabresi non hanno mai segnato raccogliendo solo un punticino proprio con la Paganese. E non a caso hanno il peggior attacco del girone con appena nove reti fatte. Un periodo nero uguale a quello che affligge il Messina che, parimenti, nelle ultime tre apparizioni non ha mai bucato la rete avversaria. L'ultimo successo è datato 23 ottobre, quando allo Scoglio cadde la Casertana. Ne ha approfittato il Cosenza che ha dato continuità al blitz di Agrigento.
La Reggina, prossima avversaria della Paganese al Torre, riesce a strappare il punticino al Granillo alla Fidelis Andria. Non è stata, però, una gara emozionante, con lo 0-0 che ne ha sancito povertà tecnica e mediocrità motivazionale. Occasioni da rete col contagocce e tanta noia. Possibile che entrambe avessero paura di perdere. L'Andria, pur essendo una ammazzagrandi, ha costruito il suo cammino (dieci risultati utili consecutivi) sui pareggi: non è un caso, infatti, che proprio dopo gli amaranto (9) è la squadra che ne ha ottenuti di più (8). La stessa Reggina ha pareggiato quattro volte nelle ultime cinque partite (compresa la sconfitta in casa della Virtus Francavilla), elemento che potrebbe renderla una squadra difficile da affrontare nonostante il record negativo di difesa più perforata. Però il momento generale dei calabresi non è esaltante, con l'ambiente sempre più sfilacciato e distante dalla vicende dei propri beniamini. C'è, non a caso, un prima e un dopo legati da un solido filo rosso: il prima è dato dai soli 700 paganti messi a referto dal cassiere. Un altro record negativo. Il secondo emerge con le scuse che Karel Zeman ha voluto porgere in sala stampa per lo "spettacolo offerto". Non per palati fini, evidentemente. Fortuna solo che, nelle parti basse, la classifica è cortissima perché nessuna si decide a diventare veramente grande. E qualcuna ancora più su, come ad esempio Monopoli, Casertana e, purtroppo, Paganese, annaspa. Gli azzurrostellati, insomma, potrebbero anche approfittare di quest'aria poco salubre che sta avvelenando Reggio. Ma i ragazzi di Grassadonia ci hanno oramai abituati a tutto e al contrario di tutto. E forse, mai come ora, è meglio restare coi piedi per terra e non dare nulla per scontato.
Stefano Sica
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