12.12.16

La partita del tifoso: i gol degli ex e le responsabilità dei cugini minori.

“Per forza, non vinci contro squadre alla tua portata, se non più scarse, pretendi di fare risultato a Lecce?!”. Credo sia stato questo il pensiero di molti, a fine partita. Però la squadra ieri non ha demeritato. Tutt’altro. Mi sono piaciute la solita organizzazione di gioco e la capacità di ripartire, sempre in maniera pericolosa. Il nostro gol è venuto da una splendida invenzione di Reginaldo ma anche ieri ci siamo presentati più volte a tu per tu col portiere. Salvataggio a gol fatto, traversa e un paio di belle uscite del portiere avversario ci hanno impedito di mettere la partita su di un binario diverso. Insomma, per farla breve, voglio dire che ieri la partita è stata decisa dalle singole giocate che hanno fatto la differenza. Due di Lepore ed una della premiata ditta Parlati-Camilleri.

Vi dico come la penso io, a proposito dell’azione del 2-0: io sono stato un bambino a dir poco vivace. Quando mi capitava di combinare una grave monelleria, in missione con qualche mio cugino molto più grande di me, alla fine, una volta sgamati, quello che li prendeva di santa ragione era sempre il più grande. Genitori, zii e affini si accanivano contro di lui, reo di non aver dato il buon esempio e di non essere stato più giudizioso. In fondo io ero solo un bambino (che intanto si godeva lo spettacolo delle paliate prese dagli altri, per colpe anche sue). Ecco, appunto: Parlati ha sbagliato il passaggio ma la presenza di spirito del difensore era rimasta nello spogliatoio. Non voglio accanirmi contro di lui. Ognuno ha una dote e la sua è quella di falciare avversari dal centrocampo in poi. Nella posizione di ieri non si trovava tanto a suo agio, da commettere un fallo provvidenziale su Caturano. Figurarsi calcolare prima la traiettoria e provare ad anticipare l’avversario!

Quella degli ex che ci segnano, quest’anno, è una nota dolente. Esposito, Lepore, Caturano e Orlando. Mi dicono che quest’ultimo sia rimasto così affezionato a noi che l’unico gol che segna, in un intero campionato, lo riserva alla Paganese. Che carino! Se ricordo bene, no ci sono ex nella Reggina, pertanto non abbiamo attenuanti, sabato. Dobbiamo tornare necessariamente alla vittoria; la classifica si sta pericolosamente allungando e non vorrei passare un Natale troppo vicino alla zona playout. Le prossime tre, prima della sosta e di un utile mercato di riparazione, saranno molto complicate e in un modo o nell’altro, dobbiamo fare punti.

Il mercato. È chiaramente presto per parlarne, anche se la società l’ha di fatto iniziato, mettendo fuori squadra tre calciatori. Quello che mi preoccupa di più sono i motivi che a quanto ho capito, sono di carattere disciplinare e non tecnico. Come detto pubblicamente, ho piena fiducia nella società e negli uomini di mercato: se qualcuno non rema dalla stessa parte, la barca non va e si fa una tremenda fatica a farla andare dritta speditamente. Meglio tagliare, quindi, chi non fa al caso nostro, chi non ha ben inteso l’enorme sforzo fatto dalla società in estate. Abbiamo sofferto troppo per tenerci stretta questa categoria e qui deve restare solo gente che comprende questo semplicissimo concetto. E se sto parlando di un concetto semplice, va da sé che questo debba essere compreso da un’intera tifoseria. Troppo disamore, troppo distacco e distrazione. Massimo rispetto per le squadre che rappresentano una Provincia, una Regione, una storia o l’Italia stessa, a livello mondiale. Io vi sto parlando di una squadra che, badate bene, prima ancora di rappresentare la nostra città, rappresenta “noi”. Può sembrare la stessa cosa ma non lo è.

Siete d’accordo con me? “Certo!”. E allora spegnete ‘ste maledette televisioni e venite allo stadio!

Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania - Riproduzione riservata