Parliamoci chiaro e cerchiamo di fare alcune riflessioni sul mercato della Paganese anche alla luce dell'intervento del direttore Ferrigno, intervenuto venerdì scorso in trasmissione a Paganesemania. Da alcuni giorni sento commenti, varie discussioni sul mercato azzurrostellato che sta facendo storcere il naso ai tifosi. Io sinceramente non mi sento di criticare la strategia della società che sino ad ora, e ribadisco sino ad ora, ha una sua logica. Credo che non sia in atto uno smebramento o uno smantellamento come da più parti sento dire. Sono stati ceduti Deli e Iunco. Il primo, per il quale non mi strappo i capelli per la sua cessione, ha portato nelle casse societarie un bel gruzzoletto augurandogli finalmente il salto di qualità, cosa che sino ad ora non ha fatto, facendo vedere il suo talento solo a sprazzi. Il secondo, ingiudicabile per l'infortunio, visto l'ingaggio non era più sostenibile con qualche dubbio fisico che aleggiava non era più sostenibile economicamente. Sono richiesti, e probabilmente in uscita Dicuonzo, Maiorano e Camilleri, come ha ribadito Ferrigno, lasciando in me pochi rimpianti per quello che sono costati e quello che hanno offerto ed anche in questo caso se dovessero separarsi le strade dei sopracitati e della Paganese ci sarebbero pochi rimpianti. Nonostante il curriculum le prestazioni non sono state all'altezza e dunque anche in questo caso è giusto guardare altrove. Chi sta leggendo questo pezzo, arrivato a questo punto, potrà pensare che sia l'avvocato difensore della Paganese. Vi state sbagliando. Guardo in faccia alla realtà e mi son fatto una mia idea di queste operazioni di mercato della società anzi aggiungo che la criticherei se dovesse cedere Reginaldo e Cicerelli e solo in quel caso si potrebbe parlare di smantellamento. Credo che se Camilleri, Dicuonzo e Maiorano e lo stessoIunco, anche se con scusanti molto più ampie degli altri, avessero potuto dare un contributo determinante alla squadra tanto da poterle assicurare, insieme al resto della squadra, quei punti da posizionarla in piena zona playoff la società non se ne sarebbe privata, tentando di giocarsela sino in fondo. Arriveranno calciatori non dai nomi roboanti ma funzionali per caratteristiche al nuovo dettame tattico di Grassadonia. Forse in estate, dopo aver risollevato dalla tomba la vecchietta di 90 anni e riportarla in vita, Trapani avrebbepotuto anche mettere su una squadra senza nomi altisonanti: nessuno avrebbe potuto dire nulla. Il presidente, invece, mosso dalla voglia di fare il salto di qualità, sperando nella risposta della città e degli imprenditori, dando ancora credito alla tifoseria meno frequente ha puntato in alto. Ora bisogna fare i conti in modo freddo e senza essere trasportati dalla passione e dal cuore e cedere calciatori che non hanno reso. Credo che sia giusto farlo, acquistando calciatori più funzionali e meno costosi, che alla fine fanno dovranno far raggiungere due obiettivi: mantenere la categoria e salvaguardare il bilancio. Parliamoci chiaro: andare ai playoff per disputare una partita è fine a se stesso, seppur lodevole e di grande soddisfazione se dovesse arrivare, l'importante è centrare innanzitutto la salvezza. Ricordo ancora quei cinque giorni senza Lega Pro, poi la riammissione del Tar del 3 agosto e la resurrezione del 31 e non vorrei riviverla. Per farlo i conti devono essere a posto e le rate da pagare sono il primo obiettivo della società, perchè sarebbe imperdonabile un altro passo falso in tale senso. Purtoppo la Paganese non segue un progetto ma va avanti ad annate e, in base al budget che mette su, programma la stagione. Questo è un limite ma forse è una soluzione inevitabile in quanto la famiglia Trapani ed i pochi amici soci che la affiancano non possono fare altrimenti, non avendo un gruppo finanziario alle spalle. Ma dove sono, a distanza di cinque mesi, tutti quegli imprenditori che subissavano di telefonate Trapani nei giorni dell'esclusione per manifestare la loro vicinanza? Forse attendevano come avvoltoi la morte della Paganese, poi son scomparsi nel nulla. E allora credo che l'esercizio che si sta facendo in questi giorni, nel lamentarsi per le cessioni, dovrebbe far riflettere molti prima di sentenziare sul tipo di mercato che si sta facendo. Si sa che in città non tutti sono entusiasti del suo modo di fare calcio ma so anche che a Pagani, nel bene e nel male, Trapani è l'unico che ci ha fatto vedere la serie C ed è l'unico che ce la farà ancora vedere. E' logico che le esperienze, cosa non sempre avvenuta negli anni passati, dovrebbero far crescere la società ma credo che, mettendo a posto le vecchie pendenze dei tributi, questo possa essere veramente l'anno zero. Al di là dei playoff, ripeto traguardo per questa Paganese effimero, mi auguro per questo nuovo anno che ci possano essere forze economiche fresche che possano affiancare Trapani perchè solo così si potrà fare il salto di qualità, altrimenti la gestione più o meno sarà sempre questa con la sopravvivenza in serie C. Se per qualcuno può sembrare limitativo, per me non va bene...va benissimo. Guardate che sta succedendo ad Agrigento, a Caserta, a Chieti, province e realtà più grandi di Pagani: in Sicilia se non entra un nuovo finanziatore difficilmente terminano la stagione con il fallimento dietro l'angolo, all'ombra della Reggia sono stati messi in uscita i pezzi pregiati, il Chieti invece la settimana scorsa è statao escluso dal campionato di serie D. Allora di cosa parliamo. Un saggio detto recitava "Chi si accontenta gode" ed io godo così! Da sabato prossimo ritorniamo a sostenere la Paganese, dalle prossime gare interne ritorniamo a riempire con maggiore presenza il Torre facendo sentire il calore a vecchi e nuovi azzurri. Ritorniamo ad indentificarci con la squadra della nostra città, ad essere orgogliosi per questa maglia che da 90 anni scende in campo in tutt'Italia a tifare con il cuore per i nostri colori ad essere tutti uniti, semmai anche in Curva Nord nel nome di Salvatore Francavilla, urlando a squarciagola il nostro unico: FORZA PAGANESE!
Peppe Nocera - © Paganesemania