Anche stavolta, come spesso mi capita quando devo affidare speranze nelle situazioni disperate alla Paganese, non avrei scommesso un euro sul ritorno da Monopoli a mani piene, o mezze, volendo essere ottimista. Eppure quel sorriso di Grassadonia, che traspariva tranquillità, quelle sue parole di fiducia, che aveva espresso alla vigilia della gara, in conferenza stampa, non me la contavano giusto. Anzi commentandole con i colleghi avevo detto : " Beato lui che è sorridente e tranquillo visto come stiamo messi ". Ha avuto ragione. In fondo è lui che osserva la squadra tutti i giorni, ed aveva detto che avevano lovaroto bene, non s'importava delle assenze. Non si sono viste infatti le assenze di calciatori cardini di questa squadra che rispondevano ai nomi di capitan Pestrin, Herrera, Alcibiade e dell'ultimo marcatore e dell'ultimo arrivato Firenze. Invece, come nelle più belle favole, i miracoli avvengono e chi è andato in campo ha dimostrato che può dare il suo contributo per portare la Paganese alla salvezza e che può essere determinate per questa squadra. Che bella lezione ci hanno dato questi giovani azzurrostellati che in campo sapevano cosa fare, sapevano come stare, sapevano cosa volevano. Lo hanno dimostrato con la sfacciatagine della loro carta d'identità, senza paura, con il petto che anzichè incurvarsi dinanzi al momento delicatissimo, lo hanno aperto all'avversario mostrandolo in tutta la loro fierezza. La sviolinata non è figlio della vittoria, l'avrei fatta anche in caso di altro risultato. Mi è piaciuto il loro modo di entrare nella partita, per come l'hanno affrontata, per come l'hanno voluta e cercata la vittoria, giocando in modo semplice e con personalità, come quella dimostrata da Tagliavacche e soprattutto Tascone, per me il migliore in campo. La sfronattezza di Picone e De Santis in difesa, la sicurezza, la serietà e l'essenzialità di Liverani tra i pali, i guizzi di Cicerelli, ancora indigesto al Monopoli, o la bellezza della rasoiata chirugica di Della Corte al termine di un contropiede perfetto, ma il mio plauso è per tutta la beata gioventù azzurrostellata. Questa vittoria, oltre ad avere un significato meramente sportivo e numerico, facendo rifiorire il sorriso sulla caselle dellle vittorie salite a sette, assume un valore più alto: " Il lavoro, quando lo si fa seriamente, paga " e questo è un grande insegnamento per tutti. Ovviamente non mi illudo, con i giovani è facile salire sull'altare per poi cadere nella polvere come è avvenuto sabato scorso. A proposito dopo la sconfitta di Catanzaro e per tutta la settimana ho sentito questa frase : " Con questa squadra chissà se ci salveremo " , anch'io ero preoccupato anche se chiedevo unità e tranquillità. Ieri dopo aver sbancato il " Veneziani " qualche amico mi ha detto : " Ma hai visto che Paganese, tutto sommato la zona play-off è ancora alla nostra portata ". Della serie l'equilibrio è il nostro motto. So soltanto che la Paganese sabato ha lottato su ogni pallone con determinazione, facendomi emozionare, come sempre avviene quando quelle casacche azzurre con orgoglio, anche nelle sconfitte, lottano con ardore, onorando il colore di quella maglia con la stella sul petto.
Peppe Nocera da www.paganesemania.it