Le vittorie, come le risate, forse sono contagiose. Meno male. Una tira l’altra come le ciliegie e quasi non te ne accorgi. Sei partite: cinque vittorie e un pareggio. Se non è un record, poco ci manca. Torna anche un buon pubblico al “Marcello Torre”, quanto meno raddoppiato come numero rispetto all’ultima esibizione interna con il Cosenza.
La partita non è facile, così come non sono mai facili tutte le gare di questo inebriante campionato di Legapro. Il Catania, nobile decaduto, costruito per vincere, dimostra ancora una volta che nel calcio non c’è mai niente di scontato, anche quando schieri calciatori di serie superiore.
La Paganese vince meritatamente, con sofferenza di certo, ma anche con giocate di classe e con determinazione; elementi che vengono fuori alla distanza nei momenti più importanti della gara.
Primo tempo di predominio quasi costante della Paganese che cerca di stanare gli avversari bravi a effettuare un buon filtro a centrocampo nel tentativo di imbottigliare le manovre degli azzurro-stellati con una fitta ragnatela. Più di una volta il portiere Pisseri è chiamato agli straordinari ma poi capitola grazie a un azzeccato intervento di testa di Alcibiade su calcio d’angolo. La Paganese sembra padrona del campo ma non riesce a raddoppiare per mettere al sicuro il risultato.
Nella ripresa il Catania è un’altra squadra. Entra in campo con uno spirito battagliero e per almeno venti minuti fa venire i brividi a Pestrin e compagni, costretti sulla difensiva. Gli attaccanti etnei, sorretti dai centrocampisti, sembrano imprendibili e sgusciano via da tutte le parti. Arriva il pareggio, complice una sfortunata deviazione di Carillo, e non si può nemmeno dire che si tratti di un risultato bugiardo. Il Catania non appare contento e soddisfatto del pareggio raggiunto e continua ad attaccare. Liverani però ci mette una pezza da gran campione e riesce a deviare un tiro di Pozzobon da due passi. In casa paganese si teme il tracollo. Il Catania però ha dato tutto quello che poteva; la sua carica agonistica si affievolisce.
La Paganese ha uno scatto di orgoglio, come si conviene a una squadra che in cinque gare ha conquistato la bellezza di tredici punti. I garretti sono sani, la vitalità della squadra emerge di minuto in minuto. Pestrin si riappropria del centrocampo; Cicerelli imperversa sulla fascia sinistra aiutato da Della Corte che non sta un momento fermo. Entra anche Herrera al posto di un esausto Bollino e il baricentro del gioco si stabilizza. Il gol della definitiva vittoria arriva grazie a una magia di Firenze su calcio d’angolo.
Finisce 2 a 1 e la Paganese, stavolta, dimostra di essere pronta per aspirare a diversi e più impegnativi traguardi, adesso che può dirsi quasi chiuso il discorso della salvezza.
Grande partita, grande pubblico, grandi soddisfazioni. Quelle che mancavano da parecchio in questa città.
Appuntamento a martedì per un approfondimento con la rubrica “Così è, anche se non vi pare” su http://www.paganesegraffiti.wordpress.com