Il gioco di parole è voluto, per un ritornello di una vecchia canzone dedicata alla bella città toscana, che io invece dedico al calciatore più prolifico della Paganese versione girone di ritorno. Potenza, precisone, dinamicità, per un attaccante atipico che nasce esterno per poi ritagliarsi il posto da mezz'ala come l'ha voluto Grassadonia nel suo modulo. Ha sostituito degnamente Deli, anzi, lo preferisco per continuità al folletto laziale che sarà anche più tecnico ma è meno concreto. Sette reti, seconda doppietta dopo quella rifilata al Melfi, con una media impressionante e per poco ieri non si portava via il pallone fallendo la tripletta. Firenze è lo spot più bello di questa bella gioventù che ha rinvigorito lo spirito e l'umore di questa Paganese, appesantita dagli anni di un alcuni calciatori che, seppur svolgendo con professionalità il proprio ruolo, non avevano dato tutto quello che potevano o quello che ci si aspettava. D'altronde, tranne Iunco che fa la panchina a Cittadella, gli altri vivacchiano tra panchina e tribuna nelle rispettive formazioni in cui sono approdati a gennaio.
Parto da Firenze per estendere i miei complimenti a tutti gli altri azzurri che, dopo aver ipotecato la salvezza, sono pronti a giocarsi il grande sogno. Dopo aver rimandato al mittente le sconfitte con Juve Stabia, Catania, pareggiato con il Cosenza, rivinto con il Messina, la Paganese ha restituito pan per focaccia anche al Fondi in questo girone di ritorno ad eccezion fatta per il Foggia ma vista la caratura della capolista è anche ammissibile. Gioca, soffre, si diverte, vince, segna, subisce pochi gol, lotta, sgomita, sogna. Questa è la Paganese versione di ritorno, questa è laPaganese che è in piena corsa playoff e se qualcuno lo avesse solo immaginato a settembre ma soprattutto dopo la sconfitta con il Catanzaro alzi la mano. Non le vedo ma sono sicuro che non ci sono.
Peppe Nocera
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