E siamo ‘punto e daccapo’! L’immediata vigilia della trasferta di Agrigento era stata vissuta da tutti con un certo ottimismo, figlio della vittoria di Cosenza e del buon punto contro la Reggina, a termine di una gara giocata anche bene, almeno se si pensa al primo tempo. Niente da fare, purtroppo. La partita di sabato scorso ci ha rimesso tutti quanti con i piedi per terra. Si cominciava a fare i conti: “tre qui, uno lì, un altro paio da qualche altra parte”. La realtà, ahinoi, è ben diversa: zero punti fatti, zero gol, zero tiri in porta, zero passaggi riusciti, a volte anche da zero metri. La sola cosa a salire, oltre alla nostra pressione arteriosa, è stato il termometro. A quanto pare, infatti, metà della squadra è stata colpita da virus influenzale. A questo punto, io non sono tanto preoccupato per i ragazzi che hanno preso la febbre, poverini: un paio di Vivin C e ritornano freschi e tosti. Mi preoccupo, da buon padre di famiglia, degli altri: cosa avevano gli altri? Da cosa è dipesa quella ‘debolezza ‘int ‘e cosch’? Ragazzi, noi vi vogliamo bene, anche se ci conosciamo da poco: ma *** *** ***** **** pallone, **** *** ***** passaggi, ******** ******* scarsi, ******** ******* *** *** caldo, *** * un tiro ****, ****** parata. Vabbuò, mi sono censurato da solo, prima che lo facesse qualcun altro.
Non ci resta, a questo punto, che chiedere alla FIGC di portare a 25 le sostituzioni possibili, nel corso della partita. Vuoi vedere che uno (me lo sarei fatto bastare) di quegli impavidi ragazzi che prendevano il sole, sgomenti per lo spettacolo cui stavano assistendo, in quello spicchio di curva, non ingarrava un passaggio; non azzeccava un tiro?! A proposito, fin troppo banale e demagogico affermare che gli unici a vincere (ma veramente però) sono stati i tifosi che carichi di entusiasmo e buona volontà, forti di un amore autentico, si sono sobbarcati un viaggio allucinante. Pensate che io stesso, appollaiato comodamente sulla poltrona della scrivania, mi sono sentito male al solo vedere il percorso segnato da Google Maps. Figurarsi loro. Figurarsi poi il viaggio di ritorno, dopo quella sventurata partita! Non ci voglio pensare neanche.
Ai febbricitanti di sabato e agli altri ammalati di non so che cosa: va bene andare ogni volta sotto la curva per salutare i tifosi, gesto nobile e apprezzabilissimo. Però, se ci metteste giusto un poco di cazzimma, quella vera, quella a vedere la quale ogni tifoso torna a casa contento, anche malgrado la sconfitta, ci fareste tutti più contenti, ci fareste venire di più la voglia di applaudirvi e prendere le vostre difese, sempre!
A quelli come me che sabato hanno dovuto gettare nella spazzatura lo sfigmomanometro, inservibile, dopo i picchi di pressione registrati: stiamo calmi e proviamo a ripartire di nuovo. Sabato c’è una partita importante e non dobbiamo mancare allo stadio. Tanto, a casa che dovete fare? I ragazzi con la febbre li tenete allo stadio!
Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania - Riproduzione riservata