18.9.17

Meglio un asino vivo o un dottore morto?


Così è, anche se non vi pare - di Nino Ruggiero

Partita Akragas-Paganese. Quello che per gli azzurro-stellati alla vigilia era sembrato un incontro abbordabile dal punto di vista del risultato finale si è dimostrato, invece, un vero e proprio “flop”.
Brutta partita, brutto risultato – ovviamente aggettivi riferiti alla Paganese e – per concludere – brutto e strano siparietto finale.

Negli spogliatoi, infatti, Massimiliano Favo, a parziale giustificazione del risultato negativo, ha parlato di dissenteria e di malanni fisici che avrebbero colpito alcuni suoi calciatori prima che la partita avesse inizio. Intendiamoci, le brutte partite e i risultati negativi possono essere sempre all’ordine del giorno perchè siamo nella normalità delle cose; quello che è meno normale, invece, è che vengano schierati in campo calciatori che non si reggono in piedi per virus influenzali o dissenteria. Perchè? Massimiliano Favo, allenatore che ha tutta la mia stima per il lavoro che sta svolgendo, ha forse qualche dubbio sulla bontà tecnica delle riserve? Ma anche in questo caso, mi pare logico che qualcuno si chieda: nel momento del bisogno, non è meglio schierare un asino vivo piuttosto che un dottore morto?

Devo pensare allora che il fenomeno delle indisposizioni sia stato sottovalutato e che anche lo staff medico abbia dato il placet per l’utilizzazione di elementi prostrati dall’influenza. Non altrimenti si può capire perchè non sia stato posto rimedio al problema.

A ogni buon conto va detto che l’Akragas ha giocato una gara giudiziosa potendo contare innanzitutto su una difesa solidissima che ha concesso pochissimo spazio al duo d’attacco Talamo-Cesaretti.

Per qualcuno di parte paganese, le colpe della sconfitta sarebber da ascrivere al cambio modulo per sopperire all’assenza di Picone. In tutta onestà credo, invece, che sotto il profilo puramente tattico, la squadra sia stata schierata secondo logica e secondo le caratteristiche degli elementi prescelti.

Poi, si sa, una cosa sono le idee e le convinzioni, un’altra cosa è la risposta che ti dà il campo. Ricordiamo anche che la Paganese – ridotta in dieci a causa di una affrettata decisione arbitrale – comunque ce l’ha messa tutta per cercare di arrivare al pareggio, e sotto questo aspetto è stata encomiabile.

Quello che non sapevamo – e che, soprattutto dopo il vantaggio agrigentino, aveva dato adito a tutta una serie di considerazioni poco simpatiche sullo stato atletico degli atleti azzurro-stellati – lo ha detto poi Favo negli spogliatoi. Lo accogliamo, come si suol dire in gergo giuridico-ereditario, con il beneficio d’inventario.

Qualcosa in più sulla vera forza e sostanza della squadra verrà fuori dall’incontro di sabato prossimo con la Juve Stabia in programma al “Marcello Torre”.

E stavolta non ci saranno più giustificazioni di sorta.
Almeno lo speriamo.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com