La Paganese a Matera ha rispolverato il mio personale cassetto dei ricordi, tirando fuori una partita d’altri tempi. Quei poverini di Sportitalia avevano parlato, in sede di presentazione della partita, di un arrembante 4-3-3, proposto da mister Favo. Orbene, siamo almeno riusciti a dimostrare che la nostra è una squadra camaleontica, che sa bene adattarsi all’avversario e alle dinamiche di gioco, riuscendo con disinvoltura a passare a un più attento 4-5-1 per poi posizionarsi con un rivoluzionario 6-3-1! Il risultato (e non sto parlando del 2-1 subito) è sotto gli occhi di tutti: di nuovo, se non fosse stato per Gomis, saremmo usciti dal campo con le ossa ancor più rotte di quelle che ci ritroviamo adesso.
L’involuzione tattica e tecnica è evidente, come è evidente che si registra, se non proprio un peggioramento della condizione fisica, quanto meno un non miglioramento della stessa. La vittoria di Cosenza, a questo punto, è da considerarsi assolutamente un episodio, capitato, tra l’altro, contro una squadra che palesa evidenti difficoltà, vista pure la classifica deficitaria. E questo è proprio un altro aspetto che vorrei analizzare con voi: fino a ora abbiamo incontrato squadre non certo di primo livello, destinate, probabilmente, a un campionato di sofferenza oppure squadre che hanno aspettato proprio noi, novelli Re Magi, per venir fuori da un periodo di crisi tecnica e di risultati. Come il Matera, che comunque è una formazione di medio-alta classifica.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea, come avrebbe detto l’ottimo Antonio Lubrano: e ora che arrivano le squadre forti e/o quelle in forma, come la mettiamo? Martedì pomeriggio, appunto, ci aspetta una gara sulla carta proibitiva, contro una squadra destinata a lottare per la vittoria finale e certamente non in crisi, di nessun tipo. E per rispondere alla domanda che ci siamo posti: booo, io veramente non lo so. So, con certezza, che sto iniziando a preoccuparmi un tantino.
Alberto Maria Cesarano
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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