16.1.18

La partita più difficile.


di Nino Ruggiero

La partita più delicata e più difficile della lunga storia della Paganese non è stata ancora giocata; dovrà probabilmente essere giocata attorno a un tavolo, non su un campo di calcio.

Siamo a un bivio. Lo hanno affermato nel corso di un’attesa conferenza stampa il notaio Aniello Calabrese e Raffaele Trapani, nei rispettivi ruoli di presidente onorario e presidente effettivo. Il grido d’allarme sulla situazione societaria era nell’aria da tempo: da quando, a fine estate, erano mancati quei colpi di mercato che solitamente avevano caratterizzato i campionati precedenti. Non sono bastati una politica certosina del risparmio per mantenere basse le spese; calciatori giovani ingaggiati da società di serie superiore con premi di valorizzazione per superare i grossi ostacoli di natura finanziaria che affliggono attualmente la società e che hanno portato anche scarsi risultati sportivi.
Difficile fare le nozze con i fichi secchi, si diceva un tempo. I campionati di serie C costano e anche tanto, prova ne sia che molte città dal nobile blasone sono state costrette nel tempo ad ammainare le loro bandiere. Non basta più saper gestire con oculatezza le poche risorse economiche di una società piccola come la Paganese. Lo hanno affermato con cognizione di causa i due maggiori responsabili della società azzurro-stellata che, a più riprese, incalzati dalle domande dei giornalisti presenti, hanno evidenziato la difficile situazione del momento. Di potenziamento della squadra manco a parlare; possibile, invece, per una ulteriore riduzione dei costi, qualche altro sacrificio tecnico di un paio di calciatori nel mirino di squadre che li tengono sotto osservazione.

È la prima volta che Raffaele Trapani, da quando ha preso il timone della Paganese – e sono oramai quasi quindici anni – esce pubblicamente allo scoperto dichiarando l’impossibilità di assicurare, con l’attuale compagine societaria, una squadra che possa arrivare alla salvezza e al mantenimento della categoria. Fallimento mai, come sempre dichiarato; ma nessuna certezza sul futuro prossimo e remoto della squadra.

Quelli che hanno i capelli bianchi come me sanno benissimo che la storia della Paganese è stata sempre costellata da difficoltà societarie; sembrerà strano per i più giovani, ma posso assicurare che anche nei momenti di grande splendore sportivo, quando, ad esempio, la Paganese gareggiava spalla a spalla con il grande Bari per la promozione in serie B, c’erano problemi economici. Su questo argomento avrebbe potuto scrivere un trattato il compianto Vincenzo Cascone, dirigente ultratrentennale della società, uno dei pochi che, all’epoca, pagò con enormi sacrifici personali la sua infinita passione per i colori azzurro-stellati. Lo stesso dicasi per Raffaele Iacuzio.

Insomma i problemi societari nella storia della Paganese ci sono sempre stati, anche quando è cambiato il timoniere al vertice della società. Oggi in proposito mi viene di rielaborare il pensiero di Tomasi di Lampedusa nel suo “il Gattopardo”: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

In verità, una piccola città come Pagani è difficile che possa reggere un campionato di serie C. Raffaele Trapani ha cullato per lungo tempo un magnifico sogno, quello della promozione in serie cadetta, che è naufragato con il passare del tempo, dopo lo scontro con la dura realtà. Purtroppo quando le risorse sono esigue non si può sognare oltre il lecito; puoi attuare tutte le strategie di questo mondo, puoi fare i salti mortali, puoi saper amministrare, essere anche grosso esperto di calcio, ma alla fine emergono i valori; e per quelli ci vogliono i soldi, tanti soldi. Il che non significa nemmeno che sarai necessariamente vincente; vedi squadre come Lecce, Catania, Matera, Catanzaro, Cosenza che ogni anni si propongono per la promozione e spendono fior di quattrini.

AAA cercasi soci o imprenditori acquirenti: è questo – in sintesi giornalistica – l’annuncio scaturito da una conferenza stampa che, si sapeva, ha avuto il sapore di un vero e proprio SOS.

Che succederà? Arriverà il Messia auspicato dalla piazza; resterà Raffaele Trapani o avremo una riedizione della succitata massima gattopardesca?

Nino Ruggiero

P.S. per i pochi che non hanno seguito in diretta o in registrata la conferenza stampa di sabato scorso: Raffaele Trapani ha detto a chiare lettere che è disposto a lasciare gratuitamente il titolo a qualche imprenditore che fosse interessato alla società.