22.5.18

La Paganese vista da...Nocera! - Bensaja, il talismano romano.

Mancavano due minuti al termine e non sapevo, come gli altri 400 impavidi al seguito della Stella, a chi santo votarmi, come penso anche mister De Sanzo in panchina. Mancavano due minuti e con l'abbronzatura ormai consolidata sul viso e sulle braccia e con la gola secca - erano finite anche le bottigliette d'acqua - non sapevo come fosse ancora possibile immaginare di pareggiare. Troppo povera, di idee e qualità, la Paganese del secondo tempo, arenatasi sull'occasione in avvio di Cesaretti che falliva il raddoppio con il portiere Elzaj che in quell'occasione non concedeva il secondo regalo, risultando invece decisivo.

Da quel momento la Paganese s'infilava in un imbuto cosmico dove nel deserto del "Purificato" la porta avversaria per gli azzurrostellati diventava un miraggio mentre i padroni di casa si trasformavano in alieni. Addessi, sulla corsia destra, faceva impazzire Della Corte che non riusciva a contenerlo, i capovolgimenti di fronte erano repentini, loro correvano il doppio con la Paganese che arrancando e con il massimo sforzo riusciva a produrre soltanto uno sterile possesso palla orizzontale ed innocuo. Il Fondi sembrava il Real Madrid e Nolè Cristiano Ronaldo con la Paganese praticamente mai in gara per tutto il secondo tempo. E nel settore Distinti che continuava a cantare a squarciagola per mantenere in vita la speranza, che si affievoliva di minuti in minuti, gli umori erano molteplici: c'era chi imprecava, chi ormai si era rassegnato alla sconfitta di misura, che comunque manteneva a galla la formazione di De Sanzo, e chi aspettava e consigliava cambi che tardavano ad arrivare per gente che non ne aveva più nelle gambe. Eppure il primo tempo aveva fatto bene sperare: determinati, compatti, mentalmente presenti, aggressivi sino al vantaggio di Cesaretti per poi, però, cedere pallino e partita nelle mani del Fondi.

Il calcio però è bello, come l'amore mai sopito di un popolo azzurrostellato che comunque s'era aggrappato alla sua Stella, seguendola e incoraggiandola fino alla fine venendo premiato quando anche il più incallito degli ottimisti aveva perso la speranza. I cambi di De Sanzo confezionano il pareggio con l'efficace sponda aerea di Talamo e la girata di Bensaja. E quando la traiettoria del centrocampista di Ostia s'è spenta nell'angolo basso, superando la visuale e la possibilità d'intervento di Elzaj, il tempo s'è fermato attendendo una sola istantanea:  che la palla terminasse la sua corsa nella rete. Lì la temperatura è salita vertiginosamente, superando i limiti del mercurio presenti nel termometro. Il classico colpo di coda inaspettato nel momento del buio totale! L'ha illuminato Bensaja che s'è insinuato in area come un topolino in un tunnel, al termine del quale c'era un pezzo di formaggio che rappresentava il suo paradiso. 
Quel paradiso è a portata di mano ma ancora tutto da conquistare! C'è da completare l'opera, non nascondendo però sempre la mia preoccupazione. C'è da soffrire sino alla fine, sino all'ultimo secondo ma il tutto a casa nostra, al Marcello Torre dove tutta Pagani deve stringersi al fianco di questi ragazzi a cui è legato il nostro passato, il nostro presente e soprattutto il nostro futuro. 

Peppe Nocera
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