A distanza di una settimana dalla salvezza della Paganese voglio ritornare, a mente fredda, sul miracolo dei miracoli confezionato in questo finale di stagione sotto la guida De Sanzo. Come in un film, la pellicola azzurra ha voluto riavvolgere il nastro a distanza di undici anni. Una maglia e due protagonisti da copertina. Uno in campo, Scarpa, ed uno in panchina, proprio il tecnico calabrese. Lo so, le vittorie e le sconfitte non sono mai, in uno sport di squadra, figlie di un solo protagonista, però le eccezioni sì. I due compagni di squadra che undici anni fa furono tra i protagonisti di quella meravigliosa cavalcata, con Scarpa che la completò anche con la vittoria dei playout l'anno seguente, ora si sono ritrovati per compiere un altro miracolo. Questo mio ultimo appuntamento settimanale con la mia rubrica, vuole sottolineare proprio questo aspetto romantico, su cui ci sarebbe molto da romanzare ed invece è tutta realtà. Cose che capitano solo alla Paganese del presidente Trapani. Non vorrei - presi dall'euforia di una settimana fa - che quasi passasse in secondo piano il lavoro del tecnico Fabio De Sanzo. Quando dopo l'esonero del tecnico Favo la scelta cadde su mister Kazzimma fu unanime la condivisione. L'uomo giusto, in quel momento, al posto giusto. Conosceva il gruppo, l'ambiente, come seconda pelle aveva la maglia azzurrostellata. Fu una scelta coraggiosa ma giusta, coraggiosa per lo stesso De Sanzo che, solo l'euforia di quell'incarico, non gli fece riflettere il carico che stava per portarsi addosso. Forse pensava che il compito sarebbe stato più semplice, credeva nella salvezza diretta come ha detto più volte ed invece ha dovuto guardare in faccia alla realtà. Non so se ha dormito in quelle tre lunghe settimane, che sicuramente lo hanno forgiato per il futuro della sua carriera che ha già una bella medaglia da esporre: la salvezza della Paganese. L'impatto fu entusiasmante con i tre risultati consecutivi, poi il crollo con la Sicula Leonzio fece aprire il baratro dei playout in una naturale altalena mentale, da sempre marchio di fabbrica di questa squadra. Anche De Sanzo ha fatto i suoi errori, vedi atteggiamento troppo spregiudicato a Catania, per esempio, pensando che tutto fosse risolto. Dicevo scelta coraggiosa con una rosa che aveva i suoi limiti, altrimenti non avrebbe stazionato sempre nei bassi fondi, ma capace grazie al lavoro di gruppo, di identità, di motivazione di De Sanzo a cercare qualcosa nella squadra laddove non c'era. Questo è stato il grande merito di Fabio De Sanzo, in una situazione non semplice, con una squadra che era inferiore quasi a tutte le altre pretendenti alla salvezza, visto che anche lo stesso Fondi aveva una rosa di ben altro spessore a confronto. Poi però la Paganese aveva un certo capitano Francesco Scarpa che si sarebbe lanciato nel fuoco per il suo mister De Sanzo ed insieme ci hanno messo quel qualcosa in più affinchè il miracoli si realizzasse. Non so se Fabio De Sanzo rimarrà sulla panchina della Paganese, queste sono scelte che dovrà valutare la società: lui ha dato il suo contributo con il cuore, con il coraggio, con dedizione. Una cosa è certa: Fabio De Sanzo ha messo il suo timbro sulla salvezza della "sua" Paganese che sa di miracolo. Il miracolo dei miracoli.
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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