Con una settimana di ritardo ritorno a "Vedere La Paganese da Nocera" e non è un bel vedere. E' un film horror già visto, purtroppo, che si ripete come un sequel. Sinceramente - e lo dico con estrema tranquillità - non mi sorprendo più di tanto ma il ruolo mi obbliga a commentare qualcosa che sta diventando anche noioso e che ha portato allo smarrimento della passione di molti, compresa la mia. In questo film s'inseriscono tre attori principali: la società, la squadra e la tifoseria.
LA SOCIETA': La mia non meraviglia parte da lontano, da una chiacchierata che ebbi con il presidente Trapani, circa un anno fa quando, alla luce di un avvio di stagione simile, riflettavamo sullo stato delle cose in casa Paganese. Gli dissi che ormai non aveva più senso fare calcio in questo modo, pur apprezzando gli sforzi e la riconoscenza per quello che stava facendo da quindici anni, sottolineando l'impossibilità di un cambiamento di rotta e quindi di obiettivi. Cari amici, tifosi della Paganese, mettettevi e mettiamoci tutti, l'anima in pace: questo passa il convento e questo passerà sempre con l'attuale società. La mia non è una critica, anzi, è solo la constatazione reale delle forze che sorreggono questa squadra. Non dimentico un passaggio dello stesso presidente nella conferenza stampa dello scorso gennaio, quando annunciando le difficoltà che attraversava la società nel portare avanti le sorti della squadra disse: "Se riuscirà a salvarsi la Paganese e non usciranno nuovi acquirenti, resterò al comando ma sarà sempre più difficile, restando così le cose, conservare la categoria". E allora? Di cosa ci lamentiamo? Parliamo tanto per farlo. Il presente ed il futuro della Paganese saranno sempre questi se non peggio - diciamolo chiaramente - perchè non ci sono possibilità di cambiare le carte in tavola con questa proprietà. Solo con un cambio al vertice, che non ci sarà, e forze economiche fresche, che non ci sono, si potrebbe immaginare una nuova struttura societaria con dei progetti nuovi e più ambiziosi, forse. In caso contrario, per chi vuole, bisogna accontentarsi di ciò.
LA SQUADRA: "Quanto spendi così appendi" dice un vecchio detto (anche se a leggere i risultati della Casertana pure questo detto non sussiste). In generale, se una squadra per tre quarti è costituita da giovani di belle speranze senza un minimo d'esperienza di categoria, è logico che hai di queste partenze. Anche la squadra, su cui leggo commenti duri e forse a volte ingenerosi, ha colpe sino ad un certo punto in quanto le colpe partono sempre dal portafogli che si mette a disposizione del ds di turno. Poi si può disquisire sulla progettualità, che alla Paganese in quindici anni non c'è mai stata, gravissima colpa di questa società, ed allora si va avanti alla giornata con i giovani da valorizzare di cui da un anno all'altro non ricordo nemmeno più i nomi visto il viavai, tra ritiro e ribaltoni di mercato. Se si deve puntare sui giovani si punti su giovani di proprietà, come mi diceva un mio amico malato di Paganese che non so se domenica vedrò in tribuna dato il suo totale scoramento verso i colori azzurri come tanti, per creare una base. I numeri come sempre non smentiscono e questa Paganese è partita anche peggio di quella dello scorso anno che alla seconda giornata, aveva già sostituito un allenatore, ma dopo la sconfitta interna con il Bisceglie aveva espugnato il San Vito-Marulla di Cosenza. L'avvio è sconfortante. Due partite di Coppa Italia e due di campionato: quattro sconfitte, con dieci gol subiti e tre realizzati, di cui un rigore e due da altrettanti difensori. Siamo all'inizio, la squadra e l'allenatore sono nuovi ma i problemi sono quelli dell'anno scorso se non aumentati. La difesa, dai numeri che emergono in queste prime due gare di campionato, fa tremare i polsi e non poteva essere altrimenti dato che è un reparto costituito dalle riserve della passata stagione (Tazza e Acampora) più Della Corte e Piana, una difesa che lo scorso anno fu la seconda peggiore di tutto il campionato. Mi auguro che Acampora diventi il nuovo Maldini e la società monetizzi con una sua cessione, Tazza il nuovo Bergomi, Della Corte il nuovo Maldini e Piana segua le orme di Nesta ma al momento imbarchiamo acqua come in un colabrodo. A centrocampo aspettiamo di vedere, forse un giorno, Musacci, per ora è stato solo avvistato in infermeria. In attacco se Della Morte, solo a due centimetri, dalla porta prende il portiere, pur essendo giovane, significa che abbiamo problemi anche lì. Dunque se si beccano gol a grappoli e gli attaccanti non segnano forse siamo sulla cattiva strada. Con il tecnico Luca Fusco sinceramente - forse avrò visto un'altra partita - non mi trovo d'accordo con l'analisi del post gara. Ha fatto i complimenti alla squadra, forse per non demoralizzarli, ma il credo calcistico che sta inculcando, seppur con un'idea di base, per ora è poco produttivo ed alla fine le partite, come dice la storia del calcio, le vincono chi fa un gol più dell'avversario. E' un gioco fatto di tocchi e tocchetti fine a sè stesso. Sicuramente avrà visto sviluppare meglio la manovra rispetto alla gara con il Rende, da ciò i complimenti, ma questo Siracusa non è il Rende. La squadra svolge il compitino che ha imparato ma non punge, una manovra elementare che si riduce a far girar palla e che poi s'arena ai sedici metri dove manca qualità. Quella che c'è viene spedita in panchina, Scarpa, con lo stesso tecnico che si contraddice quando prima fa menzione della poco esperienza in campo con tanti under poi lascia fuori uno dei pochi elementi di qualità della squadra. Con mister Fusco, che stimo per la caparbietà e la voglia di emergere lavorando sodo, mi trovo in disaccordo per la seconda gara consecutiva nella valutazione di alcune situazioni tattiche. Dovrà avere spalle larghe per incassare critiche che già piovono sui social e qualcuno invoca già le dimissioni ed è il prezzo da pagare per chi fa questo mestiere in una situazione così difficile. Non arriveranno nè le dimissioni, nè tantomeno ingiusti esoneri repentini perchè entrambi le parti sanno cosa hanno messo a disposizione l'uno dell'altro e si andrà avanti sperando un po' nelle disgrazie altrui e nel vento che possa cambiare.
LA TIFOSERIA: Anche quest'anno sono sicuro che vincerà sulle altre componenti del giocattolo azzurrostellato per distacco. Encomiabile la rappresentanza in curva al De Simone di Siracusa in un giorno infrasettimanale, non smettendo mai di cantare ed incitare la maglia azzurra. Anche quest'anno ci sarà da soffrire, ingoiare bocconi amari ma loro saranno al loro posto chiedendo solo impegno e sudore per la maglia. All'altra parte, quella che si dispera sui social, dico che è tutto inutile. Scusate il mio essere cinico e distaccato sull'argomento nell'individuare di chi sono le colpe: della squadra che è scarsa o dell'allenatore che non doveva accettare l'incarico, della società che non compra i calciatori ed avrà le sue ragioni, semplicemente non li può comprare, perchè di anno in anno vedo sempre le stesse discussioni. Stasera quasi volevo fare copia e incolla con un articolo che ho scritto un anno fa di questi tempi: non avrei perso tempo, si dicevano le stesse cose. Quelli invece che non seguono più la Paganese...li capisco. E' uno spettacolo di basso livello, ma io non riesco a non seguirla. Nonostante tutto, è sempre la Paganese. Forse sbiadita, più piccina, cenerentola già da stasera del girone C della serie C. Ma è sempre la mia Paganese.
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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