La trama assomiglia a quella di un romanzo di Alfred Hitchock o Agata Christie: una squadra, la Paganese, che a quattro giornate dalla fine del campionato ancora non conosce ancora come andrà a finire la sua tormentata storia.
Ogni settimana in calendario un decisivo appuntamento, un indizio, una prova poi regolarmente fallita: ogni volta è la partita della verità, quella che deve decidere il futuro destino. Ogni settimana da più di un mese, a enigma irrisolto, un rinvio della soluzione a quella successiva.
Destino vuole che a ogni passo falso della squadra (che oramai è una costante) anche l’avversaria nel mirino incappi in insuccessi. I numeri, i calcoli lasciano tutto in sospeso e ancora non si esprimono. Sono asettici e freddi: dicono solo che teoricamente la Paganese potrebbe ancora rientrare nel margine degli otto punti di svantaggio dal Bisceglie necessario per sperare di disputare i famosi play-out.
Come in tutte le trame di film o libri gialli, il finale può riservare ancora delle sorprese, tipo punti di penalizzazione pesanti in arrivo per il Siracusa, una squadra che sembrava lontana da ogni pericolo di coinvolgimento in quella che è una vera e propria lotteria della salvezza.
Questo in teoria. In pratica per la Paganese sono ben poche le probabilità di rientrare nei famosi otto punti di distacco che la separano da una delle squadre che la precedono in classifica. Attualmente sono nove i punti che separano la Paganese dal Bisceglie, tenuto conto del fatto che domenica gli azzurro stellati avranno a tavolino i tre punti contro il retrocesso Matera e che il Bisceglie riposerà (riposo che ha già effettuato invece la Paganese).
Un solo punto da recuperare quando mancano solo tre gare alla fine, autorizzerebbe ancora a sperare. Il guaio è che la Paganese sta sciupando di brutto tutte le occasioni che le si presentano come “ultima spiaggia”. Solo un miracolo, dunque, potrebbe rimettere in sesto la squadra e consentire almeno la disputa di spareggi che sulla carta sembrano proibiti.
Alessandro Erra, che ha sostituito De Sanzo e che non è un mago, come non sono maghi tutti quelli che siedono in panchina, non ha potuto incidere molto sul rendimento della squadra a lui affidata. Gli uomini sono quelli che sono e non c’è nemmeno il tempo per cercare soluzioni tattiche diverse da quelle messe in campo nelle ultime gare.
La difesa è il reparto che risponde meglio alle aspettative generali, ma è soprattutto nella fase di proposizione del gioco che la squadra sconta la mancanza di giocatori di fascia capaci di avvolgere e sconvolgere le difese avversarie, fermo restando che Capece – domenica dopo domenica – dimostra di avere tutte le carte in regola per recitare il ruolo di regista tuttofare.
Tutto è sempre molto prevedibile in avanti con calciatori più di posizione che di movimento. Se poi si aggiunge, come è capitato domenica contro il Rieti, che un calciatore come Cesaretti, uno dei pochi ad avere nelle corde le capacità di saltare l’uomo e di proporsi minacciosamente in avanti, viene francobollato con marcature asfissianti, allora si capisce pure perché la squadra abbia dei limiti e soprattutto abbia quella indecorosa posizione in classifica.
Una nota, chiamiamola considerazione, prima di terminare e di lasciare spazio alla speranza che è sempre ultima a morire. Possibile che nessuno dello staff abbia mai tenuto in considerazione un giocatore come Longo, ala di ruolo, sbolognato a cuor leggero al Potenza nella sessione di gennaio? Se vediamo già solo le cifre, a parte il valore del calciatore, leggiamo che Longo in appena otto partite ha segnato la bellezza di quattro reti (di cui uno segnato proprio contro gli azzurro stellati).
Troppo pochi per la Paganese?
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com