29.8.19

L'elisir di lunga vita.

di NINO RUGGIERO

Si fa sul serio, subito. E va male per la Paganese che con maggiore accortezza avrebbe potuto almeno portare un prezioso punticino da Viterbo. Perché maggiore accortezza? Perché la difesa di una squadra che si deve salvare non può mai prendere un gol come quello segnato dai laziali a pochi minuti dalla fine.

Rivediamolo: cross a mezza altezza dalla destra, niente di eccezionale, direi uno di quei traversoni innocenti che a una difesa normale di una squadra normale, peraltro schierata, deve fare solo il solletico. Invece succede il patatrac, buco impensabile della difesa e il pallone viene colpito a botta sicura dall’incontrastato Antezza. Niente da fare per Baiocco. Credo che l’allenatore Erra dovrà lavorare molto soprattutto sui meccanismi della difesa per evitare gol del genere. Quando si subisce un gol per bravura dell’avversario, c’è poco da dire. Sono i gol che si possono e si devono evitare, invece, come quello subìto a pochi minuti dalla fine, che lasciano il segno e sconfortano l’ambiente.
La gara ha presentato una Paganese a due facce: incerta e balbettante all’inizio; più determinata e arrembante con il passare dei minuti. Una prestazione in un certo qual modo anche incoraggiante, ma la sensazione palpabile è che la squadra debba crescere in intensità.

Un pareggio probabilmente avrebbe rispecchiato meglio l’andamento complessivo della gara e avrebbe irrobustito anche la prestazione super di Scarpa, entrato in corso d’opera, e che – per la mezz’ora in cui è stato schierato – ha dato il meglio del suo repertorio e della sua freschezza atletica. Una boccata di elisir di lunga vita per il quarantenne Francesco Scarpa, quella mezz’ora disputata ad alto livello. Proprio quello che da lui si aspettava Erra, quando lo ha chiamato per avere una marcia in più dalla trequarti in avanti. Un vero peccato, infine, che proprio allo scadere un suo tiro a volo da pochi passi, degno di migliori fortune, abbia fatto la barba alla traversa.

Le note migliori in termini di resa complessiva investono due atleti: Carotenuto e Alberti. Il primo sta dimostrando di poter interpretare al meglio il ruolo che Erra ha disegnato per lui: generoso, intraprendente, mai domo sulla fascia destra, riesce ad esprimersi con grande intensità agonistica. E non è poco per un ragazzo che può solo migliorare anche sotto l’aspetto tecnico. Il secondo, schierato come centravanti-boa al centro dell’attacco, ha sgomitato e si è fatto valere. Inoltre ha segnato in acrobazia un gran bel gol su suggerimento aereo di Diop.

Per il resto c’è solo la conferma di una prestazione piatta; nessuno che demeriti, ma anche nessuno che si elevi di quel tanto che possa dare più qualità alla squadra.

Per chiudere, credo che dalla gara di Viterbo emergano almeno due considerazioni:

1) La fase difensiva va migliorata, non tanto per le prestazioni del terzetto arretrato composto da Schiavino, Stendardo e Mattia, tutti meritevoli di sufficienza, quanto per il fatto che in fase di filtro a centrocampo forse manca un vero mediano, di quelli, per spiegarci, che sanno interpretare con la stessa intensità sia la fase di contenimento quando ce n’è bisogno, che quella di proposizione. Caccetta c’è, ha buoni numeri e sarà utile alla squadra, ma è più portato a giocare da centrocampo in avanti;

2) La squadra ha bisogno, per crescere in linea tecnica, di un innesto per reparto. Tre elementi che siano in grado di far fare il famoso salto di qualità.

Per il resto bisognerà aspettare che carburino a dovere, come nelle aspettative della vigilia, Diop e Caccetta, due elementi in grado di dare una sterzata tecnica in ogni momento della gara.
Non è iniziato bene come si sperava il nuovo cammino della Paganese, ma c’è tutto il tempo per rimediare. Bisognerà avere fede e aspettare. Detto tra noi, prima ci muoviamo e meglio è.

Nino Ruggiero - PAGANESEGRAFFITI.WORDPRESS.COM