Alla vigilia della gara con il Teramo, la prima di tre gare in sette giorni, avevo titolato da queste pagine: "Un Tris per diventare Grandi". Ebbene la crescita non c'è stata, sul più bello - nel momento in cui ci si aspettava il salto di qualità - questa squadra s'è sgonfiata come quando togli in anticipo un dolce dal forno. Sicuramente al momento dell'impasto, la massaia non aveva a disposizione degli ingredienti importanti, alludiamo alle assenze di Baiocco, ma soprattutto Diop, Perri e Dramè, ma è pur vero che è mancato qualcos'altro. Perchè, al netto delle assenze, gli altri ingredienti sono stati al di sotto delle aspettative e non sempre il dolce può risultare buono se lo togli prima dal forno. Ti può andare bene una volta, ma non sempre.
Un punto in tre partite, che potevano essere tre, ma col senno di poi e qualche rigore più che dubbio non si fanno le classifiche. Sicuramente non bisognava esaltarsi dopo la striscia positiva raggiunta con la vittoria sull'Avellino e non bisogna deprimersi ora, dopo questa settimana magra. Però vanno fatte delle considerazioni analizzando queste prestazioni. Un amico, commentando la partita mi ha detto. che "è stata peggio della sconfitta di Castellammare contro la Cavese". Ma basta leggere la cronaca della gara per capire che, con un solo tiro in porta dopo pochi minuti, è difficile portare a casa un risultato positivo. Onestamente Erra, nel dopo gara, ha ammesso la sconfitta più che meritata con il Picerno e non poteva essere altrimenti.
Il momento no - il periodo nero - si sapeva che doveva e poteva capitare, perciò c'è il rammarico per quelle due vittorie sfumate in casa, di rigore, con Francavilla e Vibonese. Al di là di ciò, va detto anche che qualche pedina si oscura dal contesto o, come a Picerno, tutti sono insufficienti. Sicuramente non potevamo pensare che questa squadra potesse avere una continuità di risultati rimontando sempre, dopo aver sempre regalato, in undici partite, la prima frazione di gioco. Sia a Teramo che a Potenza con il Picerno se si chiude sotto di due reti e non si gioca, non si può pensare di fare sempre il miracolo.
Ora però è il momento in cui l'allenatore deve avere la capacità di trovare delle soluzioni a questa situazione. Bisogna far tirare il fiato ad una rosa che in qualche reparto ha una coperta corta e con gli infortuni che ci sono fa lievitare le difficoltà. Poi capire la propria dimensione senza far drammi perchè tutto sommato i punti conquistati, 16 in 12 gare, per una squadra che deve salvarsi, rappresentano un buon bottino.
Soprattutto però ora l'allenatore deve trovare delle varianti ad un reparto difensivo, o di organizzazione corale, che subisce troppo facilmente le iniziative offensive avversarie. Capire se è una predisposizione dei singoli e delle loro caratteristiche o di reparto. Se quello appena trascorso era un tris di gare per diventare grandi, ed è stato fallito, ora siamo all'inizio di un trittico da brividi con Catania, Ternana e Bari. Però il calcio è strano, come questa Paganese, e chissà che, recuperando tutti gli infortunati, tirando il fiato, affrontando squadre che ti lasciano giocare, non possano Scarpa e compagni ritornare a trovare la via della vittoria a partire dalla sfida con il Catania.
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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