L’appuntamento di questa settimana sarà diverso dai precedenti. C’è un motivo ben preciso e ne abbiamo parlato al triplice fischio finale della sfida al cardiopalma con la Reggina. Assieme agli altri colleghi siamo convenuti su un punto che stava e resta a cuore di noi tutti che amiamo la Paganese. Tante volte nei salotti televisivi e nelle nostre chiacchierate, tra amici prima e colleghi poi, ci siamo interrogati sull’abbandono del pubblico che aveva voltato le spalle alla magica stella. È stato facile individuare la causa nella mancanza di risultati o nella disputa di campionati anonimi senza ambizioni. Stavolta però un plauso alla città, perché la Paganese appartiene alla città, va fatto e l’occasione propizia è arrivata avendo ancora davanti agli occhi la ritrovata simbiosi tra tifoseria, squadra e società che sta nascendo in questo primo scorcio di campionato.
L’abbraccio ideale sotto la Curva Nord Francavilla, ormai consuetudine al termine di ogni partita, è il frame perfetto di un amore che sta risbocciando tra la Paganese ed i suoi tifosi. Le presenze al Torre cominciano ad essere significative ed il pubblico sta letteralmente trascinando la squadra come non accadeva da anni. Facciamo fatica a ricordare uno stadio così pulsante di passione come domenica scorsa. L’incitamento degli ultras in una curva sempre più affascinante agli occhi della restante parte dello stadio è una fotografia che resterà impressa nei nostri cuori per diverso tempo. È bastato poco per riaccendere una passione spentasi ma mai definitivamente. Già nell’amaro pomeriggio di Bisceglie si era percepita pienamente la sensazione che la città era scesa nuovamente al fianco dei ragazzi in maglia azzurrostellata. I buoni risultati inanellati dai ragazzi di Erra hanno poi certificato il riavvicinamento tra chi aveva abbandonato i gradini del Torre da tempo immemore e la società di via Filettine che pure ha avuto le sue colpe in passato scollandosi dal tessuto sociale della città. È inutile nascondersi, né tantomeno farsi prendere dai romanticismi di un calcio che forse non esiste più. Alzi la mano però chi domenica sera non si è emozionato a vedere undici leoni con la stella bianca sul petto a rendere la vita oltremodo difficile alla corazzata Reggina che sembrava potesse fare un solo boccone dei nostri beniamini. Il Torre è tornato ad essere quel catino ribollente di passione con un entusiasmo contagioso che rischia di aumentare con nostro sommo gaudio. La classifica non si guarda come è giusto che sia perché la stella deve puntare a brillare nuovamente nel firmamento della serie C. Però un pizzico di fantasia bisogna pur concederlo ad un ambiente tramortito da diversi anni e quasi narcotizzato da stagioni avare di soddisfazioni. Quanti volti dimenticati ho rivisto domenica sera in tribuna, alcuni tifosi erano assenti addirittura dall’epoca di Capuano e sono andati via felici e contenti. Meglio ancora incrociare lo sguardo con chi aveva preferito ammainare il vessillo azzurrostellato per trovare riparo in un azzurro che giocoforza non ci appartiene. Perché si badi bene, la Paganese sarà anche della città, la stessa città che però deve continuare a stare vicino all’unica vera bandiera azzurra che conta. Per ora le premesse sono più che buone ed attendiamo con trepidazione le iniziative in cantiere del club di patron Trapani per portare anche le giovani generazioni al fianco della stella. Si può riscrivere la storia...
Francesco Pepe
PaganeseMania - riproduzione riservata
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