Qualcuno la definirebbe “la madre di tutte le partite”. Il paragone sembra anche esagerato, ma la sfida che ci apprestiamo a vivere domenica prossima al Torre tra la nostra Paganese e la corazzata Bari ha un sapore particolare. Non è solo il blasone dell’avversario a calamitare l’attenzione dell’ambiente azzurrostellato. Dietro questo match ci sono tanti aneddoti e tante storie che solo i racconti dei nostri genitori, oltre ai fiumi di inchiostro del nostro amico Peppe Nocera (che in questi giorni su PaganeseMania sta riproponendo degli articoli dell'epoca), ci hanno permesso di conoscere con tutte le curiosità del caso. Ha un qualcosa di diverso la gara di domenica. Anche in estate, all’atto della compilazione dei calendari, tutti avevano l’occhio rivolto alla data fatidica elaborata dal cervellone della Lega che avrebbe messo di fronte la magica stella ai galletti biancorossi piombati in terza serie dopo scellerate gestioni societarie nell’ultimo decennio. Il colpo di testa vincente di Tacchi, uno stadio gremito come non mai ed un clima di entusiasmo infuocato accompagnarono l’ultima sfida tra Paganese e Bari al Marcello Torre in quella stagione in cui la nostra stella sfiorò la cadetteria. Erano altri tempi, un altro calcio, allora forse definito più comunemente “pallone” e la serie C aveva ancora un appeal particolare intriso di campanilismi, di tifo genuino e spontaneo e soprattutto senza troppe limitazioni di sorta. Erano i tempi delle radioline e delle schedine del Totocalcio, dell’appuntamento immancabile con 90° minuto con i riflessi filmati - allora non c’era tutta l’influenza nella nostra cultura dei termini anglosassoni - introdotti in studio con grande simpatia dal grande Paolo Valenti. Era anche l’epoca però in cui la piccola Paganese faceva tremare le grandi realtà dell’Italia centro-meridionale con un gruppo di dirigenti appassionati ed un pubblico che viveva in perfetta simbiosi con squadra, società e tecnici. Sono passati oltre trent’anni da quella partita epica che abbiamo conosciuto solo attraverso racconti e qualche sbiadita immagine custodita gelosamente da tv locali ed appassionati di quel tempo.
La gara di domenica ci proietta romanticamente a quella stagione da sogno, ma stavolta tutto è diverso. E’ diversa la classifica delle due squadre, il Marcello Torre e la città di Pagani non rappresentano più nell’immaginario collettivo le agorà di vita pulsante della nostra comunità. C’è però, almeno nelle nuove generazioni che seguono le vicende della Paganese attuale, la voglia quasi di rivalsa rispetto allo smacco subito dai ragazzi di Rambone oltre 40 anni fa con la promozione in B sfuggita di poche lunghezze. Vado indietro con la mente, a poco più di un mese fa, quando il Torre visse una serata di festa nel derby con l’Avellino. Poi qualche incidente di percorso ci ha fatto scivolare indietro di qualche posizione. Ecco perché Paganese-Bari di domenica prossima arriva nel momento cruciale di questo girone d’andata. Fare risultato contro una grande squadra darebbe nuovamente slancio all’entusiasmo parzialmente scemato da qualche tempo rispetto ad una partenza a razzo. Qualcuno però deve tenere bene a mente che non siamo all’altezza degli squadroni del raggruppamento, certamente qualche punto lasciato per strada grida vendetta, ma di tempo per stabilizzarci ne abbiamo a sufficienza. Godiamoci il campionato senza troppe polemiche restando al fianco della Paganese, magari convincendo lo scettico di turno a venire al Torre domenica. I tifosi di una volta e le nuove leve possono spingere Schiavino e compagni verso una nuova impresa.
Francesco Pepe
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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