14.11.19

Paganese-Bari: Davide contro Golia, la matricola contro la corazzata. L'indimenticabile duello della stagione 76-77.


Nella storia della Paganese, iniziata oltre novanta anni fa, ci sono state stagioni indimenticabili che hanno segnato per sempre l'immaginario collettivo di una città, della sua passione, dei suoi tifosi. Ma se facessimo un sondaggio vincerebbe una formazione: la Paganese stagione 1976-77, lo squadrone che fece tremare il grande Bari dei Matarrese. Era guidata da Gennaro Rambone, allenatore sanguigno tra i più innovativi dell'epoca, non vinse nulla - arrivò seconda in campionato e perse la Semifinale di Coppa Italia di Serie C - ma fece sognare l'intera Pagani sportiva ad occhi aperti.

Reduce dalla promozione in serie C, raggiunta al termine del campionato di serie D 1975-76, la Paganese del presidente Dino Malet visse un'estate di restyling societario: alla guida fu nominato Marcello Torre e con i vari dirigenti Cascone, Fezza e De Risi si decise di fare bella figura dovendo disputare il primo storico campionato in serie C. Le riunioni societarie in sede di mercato, capeggiate da Rambone, portarono alla cancellazione dell'organico vittorioso qualche mese prima in serie D. Nacque così una squadra tutta nuova, una squadra che a distanza di più di 40 anni fa parte delle formazioni che si recitano a filastrocca, come l'Inter mondiale di Herrera: "Sarti, Burgnich, Facchetti..." oppure la Juventus dei nazionali: "Zoff, Gentile, Cabrini..." La nostra recitava così: "Fiore, Bonora, Leccese, Zanin, Zana, Stanzione, Grassi, Di Giaimo, Patalano, Iannucci, Tacchi".

La neopromossa Paganese fu inserita nel Girone C della serie C a sgomitare, in rigoroso ordine alfabetico,  con Alcamo, Bari, Barletta, Benevento, Brindisi, Campobasso, Cosenza, Crotone, Matera, Marsala, Messina, Nocerina, Pro Vasto, Reggina, Sorrento, Salernitana, Siracusa, Turris e Trapani. Il 12 settembre 1976 la Paganese fece il suo esordio in campionato a Trapani dove pareggiò 0-0; in quella stessa domenica cominciò anche il cammino del Bari che esordì a Crotone con una vittoria per 3-2. L'incredibile testa a testa era appena iniziato! La domenica successiva la Paganese giocò a Cava, perchè il Comunale era in via di completamento, battendo il 19 settembre il Brindisi per 1-0 con una rete di Tombolato, attaccante giunto a Pagani con gli squilli di tromba ma che deluse le attese. L'esordio casalingo avvenne soltanto il 26 settembre con la Reggina, finì 1-1 con reti di Iannucci e Pianca. Anche i galletti di mister Losi godettero di un doppio turno casalingo con Pro Vasto e Salernitana da cui ottennero una vittoria ed un pari. La super corazzata del Bari recitava così: "Ferioli, Agresti, Frappampina, Materazzi, Punziano, Maldera, Scarrone, Sigarini, Penzo, Sciannimanico, Asnicar".
Iniziò in quell'estate del 1976 un entusiasmante duello tra Davide e Golia, tra i 22mila fissi dello Stadio Della Vittoria di Bari ed i 4mila del Comunale di Pagani. Il primo confronto tra le due formazioni avvenne in Coppa Italia per la gara d'andata dei Sedicesimi di finale: a Bari il 4 novembre 1976 finì 0-0. L'appuntamento in campionato avvenne il 28 novembre sempre in Puglia per la dodicesima giornata dove a decidere fu una punizione del biancorosso Sciannimanico. La Paganese proveniva dalla vittoria (2-1) nel derby con la Nocerina giocato a Pagani; successivamente andò a pareggiare al Vestuti con la Salernitana per 1-1 con rete di Zanin facendo vivere domeniche indimenticabili ai propri tifosi. Nel frattempo, mercoledi 8 dicembre, a cavallo tra la gara di Salerno e quella vinta in casa con il Matera, gli azzurri di Rambone consumarono la prima vendetta nei confronti del Bari battendolo per 2-0 nella gara di ritorno di Coppa Italia ed eliminandolo dalla manifestazione tricolore. Il girone di andata, chiuso con il pari a reti a bianche a Marsala, vide la Paganese sorprendentemente al secondo posto con 25 punti, due lunghezze in meno del Bari (27).  

Il ritorno si aprì con le sfide del 30 gennaio 1977: la Paganese superò in casa il Trapani per 3-1; il Bari il Crotone per 3-2: da quel momento la Paganese, sino allo scontro diretto di aprile, nelle successive 10 partite ottenne 8 pareggi, di cui 6 consecutivi, e solo due vittorie con Benevento e a Cosenza. Il Bari, invece, nello stesso lasso di giornate, conquistò 6 vittorie, 3 pareggi, ed una sconfitta a Salerno. Ed è proprio in quel lasso di tempo che si decise il campionato con la Paganese che accumulò ulteriori cinque lunghezze di svantaggio ad otto giornate dal termine.

La classifica, infatti, alla vigilia del big match del Comunale di Pagani il 17 aprile del 1977 recitava così: Bari 42, Paganese 35. In quella domenica storica, però, gli azzurri si riprese la rivincita anche in campionato e dinanzi a circa 7mila spettatori, con record d’incasso di 20 milioni di lire, si imposero per 1-0 grazie alla rete di testa di Tacchi. “La matricola terribile”, come verrà definita dalla stampa nazionale, riaprì il campionato di serie C del girone C portandosi così a solo 5 punti dai pugliesi. Il distacco purtroppo non si colmerà: nell’ultima parte di campionato la Paganese cadrà a Matera e Vasto battendo Salernitana e Messina prima di chiudere con il pari interno con il Marsala il 12 giugno del 1977.
Sarà l’ultimo punto dei 48 conquistati di quella stagione indimenticabile in cui la Paganese collezionò 14 vittorie, 20 pareggi e 4 sconfitte con 30 gol fatti e 18 subiti. Il Bari, invece, 21 vittorie, 12 pareggi e 5 sconfitte, realizzando 51 reti, 15 a firma di Penzo capocannoniere del girone, subendone 28. La classifica si chiuse così: BARI 54, PAGANESE 48, REGGINA e CROTONE 42.

Sono trascorsi oltre 40 anni da quella prima stagione 1976-77 in Serie C ed ancora oggi quella Paganese resterà sempre impressa in tutti i tifosi azzurrostellati. Una squadra che sfiorò la serie B, che fece sognare ad occhi aperti un traguardo che, solo due anni dopo, sarebbe stato allargato alle prime due posizioni. Una squadra che ancora oggi si recita a memoria: "Fiore, Bonora, Leccese, Zanin, Zana, Stanzione, Grassi, Di Giaimo, Patalano, Iannucci, Tacchi“.

Peppe Nocera
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