Il 3-0 col Monopoli, quarta sconfitta in casa, settima in quindici partite, ha aperto la crisi della Paganese. Uno sbandamento pre-natalizio che il match di domani col Foggia può solo certificare o provare a ridurre: è comunque una gara spartiacque, un po' per tutti, prima delle grandi riflessioni e delle scelte sul mercato. Una premessa è doverosa. Questa squadra è stata sopravvalutata un po' da tutti. In primis da chi l'ha costruita, poi dal tecnico che ha avallato determinate (se non tutte, parecchie) scelte e infine probabilmente anche dall'esterno, sebbene siano state sollevate sin dall'inizio perplessità sull'affidare i ruoli chiave dell'undici base a giovani alla prima esperienza. Sia chiaro: è giustissimo considerare il minutaggio come la principale fonte di sostentamento, in un'epoca di grosse difficoltà economiche ed in un momento così delicato qual è quello che stiamo vivendo. La Paganese negli anni lo ha fatto, e spesso anche bene, quest'anno è la prima squadra in Italia in Serie C per l'utilizzo dei giovani e ciò può essere solo un vanto. Ma i giovani (anche cinque, perchè no? Del resto c'erano pure l'anno scorso ma non nell'ossatura centrale) vanno inseriti nel giusto contesto, vanno fatti crescere e anche sbagliare, possibilmente senza pesare in maniera eccessiva sui risultati: valorizzarli sì, ma non mandati alla berlina, insomma. Basti ricordare cosa è successo solo due stagioni fa, senza andare troppo lontano. Ma questo certamente lo sapranno anche ai piani alti.
L'esperimento, tentato in estate, di affidarsi a elementi giovani in ruoli cardine per una squadra, senza sostituire a dovere chi è andato via, e di "promuovere" chi invece l'anno scorso - anche over - aveva recitato un ruolo da comprimario (seppur in maniera dignitosa), al momento non ha prodotto frutti. Il campionato disputato dalla Paganese è sin qui anonimo, vissuto fra pochi alti (le gare di Torre del Greco e Castellammare) e parecchi bassi (i ko con Ternana, Vibonese e Monopoli su tutti, ma non solo). La partita di domenica con i biancoverdi, quella da "vincere ad ogni costo" come dovevano esserlo già gli scontri diretti con Cavese e Bisceglie, è solo l'ennesima riprova di un progetto tecnico-tattico-societario a cui deve essere apportato un giusto ed inevitabile correttivo.
La scelta più facile - in questi casi - sarebbe esonerare l'allenatore, e forse sarebbe accaduto se la prima parte del campionato fosse finita domenica sera. Invece c'è ancora la gara con il Foggia di mercoledì, prima della pausa natalizia, ed Erra avrà un'altra udienza - forse ultima - d'appello. Del resto, quando le cose vanno male e si vuole dare una svolta è più facile togliere uno rispetto a molti. Senza dubbio la gara con il Monopoli ha certificato una crisi di risultati e di gioco a cui il trainer di Coperchia non ha saputo trovare un antidoto. Da un po' di partite l'unica soluzione in fase di costruzione è la ricerca perenne, costante e forsennata degli attaccanti da parte dei difensori, a scavalcare il centrocampo (una scelta voluta o dovuta? il classico cane che si morde la coda...) che è il reparto che ha avuto la maggior parte dei problemi in questa prima parte di stagione. Sicuramente le assenze, anche pesanti, delle ultime settimane possono rappresentare un alibi, ma il "blackout inspiegabile" di inizio secondo tempo e la mancanza di mordente dimostrata dalla Paganese dal fischio d'inizio (contro una squadra reduce da quattro ko di fila) rappresentano un campanello d'allarme che al momento suona all'impazzata e che va disinnescato.
Tuttavia, ci avviciniamo a gennaio e nulla è ancora perduto, dato che la classifica è corta e tutte le squadre sono raccolte in un fazzoletto, anche chi ha faticato enormemente nella prima fase. Lo scorso anno si rinunciò ad intervenire sul mercato per "non muovere gli equilibri" che invece vanno senza dubbio intaccati stavolta, anche rimettendo in discussione le scelte iniziali, ci mancherebbe. Ora, se si ritiene che le responsabilità dei numeri poco incoraggianti della Paganese siano principalmente dell'allenatore e di qualche giocatore anche over che ha reso meno (perchè non è mica solo colpa dei giovani), è giusto cambiare e affidare ad una nuova guida gli indispensabili e utili correttivi, tesi al miglioramento. Che però potrebbero essere affidati allo stesso Erra, il quale due anni fa rischiò l'impresa con una squadra ormai alla deriva a cui furono inseriti solo poche settimane prima un paio di volti esperti. Lo stesso Erra che l'anno scorso - senza troppi fronzoli - non ha mai rischiato di essere risucchiato nel calderone. Il tempo delle valutazioni e delle scelte si è aperto.
Danilo Sorrentino
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