26.2.21

I conti sospesi.

DI NINO RUGGIERO

Nel calcio, quando la posta in gioco è alta, le contendenti si guardano per prima cosa le spalle: non fanno mai passi più lunghi delle gambe, raddoppiano le marcature sull’uomo in possesso della palla e pensano soprattutto a non perdere. E’ stato sempre così, soprattutto quando si pensa che alla fin fine un pareggio può fare comodo; d’altra parte si è sempre detto: “quando non si riesce a vincere, meglio non perdere”.

Al “Marcello Torre” la posta, tra Paganese e Catania era proprio alta, soprattutto per i padroni di casa chiamati a dare un seguito ai risultati positivi conseguiti negli ultimi turni di campionato. L’ultima vittoria conseguita con pieno merito contro la Turris aveva consentito alla squadra di Raffaele Di Napoli di fare l’occhiolino alla zona meno melmosa dei bassifondi. Una vera boccata di ossigeno per gli azzurro stellati costretti a rincorrere dopo aver disputato un girone di andata alquanto deludente.
Quando la posta in gioco è alta, con le squadre contratte, a difesa di un risultato positivo, sia pure minimo, le occasioni da rete di solito si contano al massimo sulle dita di una mano. Occasioni che la Paganese ha avuto nei primi venti minuti di gioco quando ha giocato in scioltezza con l’entusiasmo riveniente dagli ultimi risultati positivi conseguiti.

Ha cominciato Zanini al 5’ con un tiro dal limite su servizio di Schiavino che ha sfiorato il palo alla sinistra di Confente. Ma l’occasione più ghiotta, più unica che rara, si è avuta al quarto d’ora grazie ad una prodezza di Guadagni che si è infilato in area dalla destra e ha effettuato un tiro-cross rasoterra sul quale si è catapultato con troppa precipitazione Raffini che a pochi centimetri dal palo invece di depositare il pallone in rete ha sparacchiato alle stelle. Pochi minuti dopo, siamo al 18’ ancora Raffini in area, servito dall’angolo battuto da Squillace, sbilanciato tra una selva di avversari, ha tentato il gol di tacco ma il pallone è terminato fuori di un soffio. Dopo di che le squadre, in ossequio del principio del “prima non prenderle”, hanno giochicchiato senza affondare i colpi.

La Paganese esce bene da una partita difficile. La caratura del Catania non è in discussione, soprattutto se si pensa che gli etnei presentavano una panchina composta da atleti che farebbero la felicità di tante squadre del girone. All’allenatore Di Napoli va riconosciuto il merito di aver ricostruito sia tatticamente che moralmente una difesa che al momento si presenta come una delle più in forma del campionato. Merito indubbio dell’allenatore ma anche degli interpreti principali che la costituiscono e che adesso sono in piena forma, quella forma che aveva latitato nella prima parte del campionato. Anche il lato tattico oggi sembra più delineato. Di Napoli ha ritrovato le due catene laterali che funzionavano poco e male. Sulla sinistra Squillace e Zanini al momento costituiscono una coppia affidabile e riescono a coniugare bene le due fasi della partita, quella difensiva e quella di rilancio soprattutto quando i ritmi sono alti. Sulla destra Di Napoli ha riscoperto Carotenuto, uno di quei giocatori che – quando la freschezza atletica glielo permette – ha nelle corde il cambio di marcia in virtù di scatti repentini e imprevedibili. In quella zona poi c’è un certo Onescu che si fa valere e che corre per due, incessantemente.

Ecco, oggi il problema è rappresentato soprattutto dalla tenuta atletica perché, con lo schieramento di centrocampisti di movimento e non di posizione, il ritmo di gioco deve essere sempre alto e l’aggressività deve recitare un ruolo di primo piano per sovrastare gli avversari sul piano dell’intensità agonistica. Per questo, un ruolo determinante è riservato agli uomini della panchina che devono farsi trovare pronti quando nel corso delle gare c’è bisogno di dare il cambio ai titolari soprattutto per una questione di tenuta atletica.

Domenica prossima, intanto, ci sarebbe un conto da regolare con il Teramo che all’andata la spuntò con un gol quantomeno dubbio realizzato nel finale di gara, grazie a un arbitro decisamente poco all’altezza.
E i conti sospesi si regolano, anche se in ritardo. Ricordiamocelo.

Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione di Salerno, del 25.02.21)