4.4.22

Il vaso di Pandora (e della Paganese).

DI NINO RUGGIERO

Oramai non fa più notizia: ancora una sconfitta al “Marcello Torre” per la Paganese contro il Monopoli nell’anticipo di sabato scorso.

Adesso, quando mancano oramai soltanto tre gare alla fine del campionato, si può dire che la salvezza della squadra cara a Raffaele Trapani – matematica o non matematica – passa attraverso la tagliola dei play-out.

È triste, ma è così. Quelli che erano i sogni di fine estate sono stati da tempo riposti nel cassetto; e fosse solo questo! Per i sogni nella vita non ci sono mai limiti: restano tali in ogni circostanza e la mente può spaziare al di là della realtà. Guai a non avere sogni e aspirazioni! Nella cruda realtà del calcio però bisogna fare i conti con tanti elementi che di sogno hanno ben poco. Sono elementi pratici, non volatili o di fantasia. Si chiamano “competenza”, “professionalità”, “attitudine”, “bravura tecnica”, qualità racchiuse probabilmente in uno scrigno o, meglio ancora, in un vaso, come quello di Pandora, che è bene in questo momento non scoperchiare per carità di patria.

Ci sarebbe da guardare bene nel vaso della Paganese per capire cosa c’è dentro, cosa è stato nascosto e perché, visti i risultati deludenti che hanno caratterizzato l’andamento di un campionato fallimentare sotto tutti i punti di vista.

Nella vita ci sono però tempi per arrivare a conclusioni non affrettate. Quello attuale – con la spada di Damocle sulla testa costituita dalla disputa dei play-out – consiglia di non aprire vasi come quello di Pandora perché si rischierebbe di spargere mali che farebbero solo danni e sarebbero solo fini a se stesso. In questo particolare momento bisogna solo fare i conti con la realtà per recuperare tutto quello che è possibile ancora salvare. Un bene prezioso come la serie C, conquistato e difeso a denti stretti per quindici anni, non può essere perduto. 

Non si può fare come quel marito della favoletta che per fare dispetto alla moglie si taglia gli… attributi. La squadra deve ricompattarsi in vista del delicato codicillo che l’attende. Per questo la società deve avere le idee chiare e intuire anche se c’è unità di intenti nel gruppo, partendo dalla fiducia all’allenatore. In queste ultime tre gare, bisognerà ritrovare gli elementi, soprattutto quelli più navigati, in grado di assicurare un rendimento costante e dignitoso alla squadra. 

Solo così, con una formazione più convinta e decisa, affidata a elementi di lungo corso, abituati a lottare per un obiettivo preciso, sarà possibile arrivare carichi alle due finali, tra andata e ritorno, che decideranno i futuri destini della Paganese. Bisognerà però arrivarci in modo adeguato e possibilmente meglio piazzati in classifica per sfruttare il vantaggio soprattutto psicologico di giocare in casa la partita di ritorno invece che quella dell’andata.

Sembra un dettaglio, ma non lo è dal punto di vista psicologico.

Altre strade non ci sono. Meglio farsene una ragione.

Nino Ruggiero