Poche sono le partite che restano nella nostra memoria.Paganese-Fidelis Andria di ieri è tra queste. Il risultato di uno a zero, anche se stiracchiato, consente alla squadra azzurro-stellata di andare in terra pugliese con uno spirito diverso. Adesso – dopo un campionato che definire anonimo è un eufemismo – c’è finalmente la convinzione di potercela fare, di arrivare alla salvezza sul campo di gioco.
La partita con l’Andria non è stata esaltante dal punto di vista estetico, ma era anche prevedibile – considerata la posta in palio – che le squadre avrebbero giocato con il freno a mano tirato.
La Paganese, dal punto di vista tattico, è risultata ben disposta; ha avuto una difesa sempre attenta e soprattutto ben coperta grazie alla disposizione tattica a rombo che ha visto Tissone, nelle vesti di centromediano metodista, a ridosso del duo centrale Murolo-Schiavino, pronto a interrompere le iniziative avversarie e a rilanciare per attivare ripartenze fulminee, chiamatele pure contropiedi, in cui si è distinto soprattutto Guadagni, di certo tra i migliori in campo finché la condizione atletica lo ha sorretto.
È chiaro anche però che proteggendo bene la difesa – che, ricordiamolo, è stato il reparto che più problemi ha causato alla squadra nel corso del campionato – la manovra in fase di rilancio non sempre è stata esemplare e i collegamenti spesso sono apparsi slegati nonostante l’esperienza di Tissone e Bensaja che finalmente hanno avuto la possibilità, grazie al felice intuito di Di Napoli, di giocare assieme. Ma che volete: dopo un campionato deludente, figlio di una squadra quasi sempre allo sbando, non è che si poteva pretendere chissà che! L’importante era vincere; e vittoria è stata, senza “se” e senza “ma”.
Il gol che in definitiva ha deciso la partita ha il marchio di fabbrica di Cretella, un classe 2002, un giovincello tra tanti senatori, che ha recuperato un pallone vagante in area e, con la caparbietà che contraddistingue i giovani, ha segnato il gol della speranza.
Adesso, intendiamoci, c’è da giocare tra sette giorni ad Andria la partita più importante del campionato e forse della storia del calcio paganese.
Gli azzurro-stellati ci arrivano con un morale alto, che nel calcio conta molto, e con un risultato positivo da difendere. L’allenatore Di Napoli, che credo sia impegnato, come si conviene, a sbobinare le immagini dell’intera partita di ieri per capire a freddo cosa è andato bene e cosa invece meno, dovrà ripartire proprio dalla prestazione senza macchie di una difesa che per tutto il campionato è stata tra le più perforate e che contro l’Andria si è fatta rispettare anche grazie alle ottime prove di Baiocco, De Santis, Brogni e soprattutto – consentitemelo – della coppia centrale Murolo-Schiavino.
Ad Andria però non basterà solo attestarsi bene in difesa; bisognerà sapere ripartire per fare male puntando sull’estro e la velocità di Guadagni e Cretella. È impensabile, infatti, che si possa resistere alle iniziative offensive avversarie senza controbattere con intelligenza e arguzia tattica. Per questo, si spera di poter disporre anche del miglior Diop della stagione, un atleta che ha mestiere e classe da vendere anche se ha attraversato un periodo non proprio felice dal punto di vista fisico..
Intanto onore e merito alla squadra e al suo condottiero Di Napoli.
Scusate: quando ci vuole, ci vuole!
Nino Ruggiero