13.5.22

La gara della vita, scurdammece ‘o passato.

DI NINO RUGGIERO 

Dentro o fuori. Da qui non si scappa. Ancora poche ore e poi, nella giornata di sabato, conosceremo il destino della Paganese. Un destino appeso a un filo, estrema propaggine di un campionato deludente oltre ogni aspettativa.

Lo scontro finale in terra pugliese segnerà la storia, la lunga storia del calcio locale alle soglie del centesimo anniversario. É atteso – dopo la buona esibizione di sabato scorso – ancora un soffio di vita da parte della pattuglia azzurro-stellata per dimostrare che non tutto è perduto di un’annata storta che ha fatto disperare una tifoseria appassionata e competente.
Scurdammece ‘o passato.

Mai incontro si è profilato più drammatico, con prospettive che non promettono niente di buono in caso di risultato negativo. In una città dai cento problemi, la Paganese resta una delle poche poche realtà che ancora hanno forte il crisma dell’appartenenza. Vanto e onore per la sua lunga milizia in un campionato difficile e prestigioso al tempo stesso, adesso è chiamata a dare tutta se stessa, di certo molto più di quello che ha dato fino a questo momento per salvare una categoria, una città e probabilmente anche la sua lunga storia.

Gli azzurro-stellati arrivano ben carichi all’appuntamento, forti sia della vittoria conseguita nella partita di andata, sia di un’autostima cresciuta proprio contro l’Andria.

Per una volta, forse per la prima volta in questo campionato, sabato prossimo tutti guarderemo al risultato, prescindendo dalla prestazione. Non c’è più nè tempo, nè voglia per guardare ai singoli, alle loro caratteristiche, alla possibilità di poter cambiare qualcosa in fatto di gioco.
 Adesso, a novanta e più minuti dalla fine, bisogna solo pensare a pedalare, a pedalare forte, puntando non solo sull’orgoglio, più volte richiamato dall’allenatore Di Napoli, ma anche sul mestiere di calciatori che hanno un loro passato e una propria dignità da difendere.

Le premesse per la disputa di una gara di sostanza ci sono tutte. Di Napoli ha recuperato, per fortuna, tutte quelle pedine che, per un motivo o per un altro, non erano riuscite a dare quello che la piazza da loro si aspettava. Ha recuperato in pieno Schiavino e Murolo, due difensori monumentali, apparsi tali nell’incontro di andata, che costituiscono una barriera protettiva di alto spessore tecnico e agonistico. Ha recuperato Tissone, a lungo fuori squadra, e con lui ha formato con Bensaja una coppia di centrocampo che assicura non solo copertura alla difesa ma anche uno sbocco nella fase di costruzione del gioco.

E’ impressione comune che sabato prossimo ad Andria – inizio ore 17 e 30 – la squadra sarà probabilmente la stessa di sabato scorso. Ma un occhio particolare, anche scaramantico, va in direzione di Diop, l’uomo che ha caratterizzato con i suoi gol le finali dello scorso anno. Se sta bene, come pare, ancora una volta potrebbe essere lui l’uomo della Provvidenza.

NINO RUGGIERO