Ho scritto l’ultimo articolo sulla Paganese a maggio. Poi ho preferito sbollire la delusione della retrocessione in silenzio. Oggi, in occasione della prima partita di campionato, in una serie inferiore, anche se mi sento retrocesso come giornalista, qualcosa la devo dire, soprattutto perché sollecitato da amici che mi chiedono pareri sulla bontà della squadra.
Ho visto e non visto – per problemi che hanno investito la società incaricata del servizio audiovisivo – la gara di domenica in terra laziale. Più non visto, per la verità (ma dobbiamo abituarci a riprese amatoriali che ci accompagneranno per tutto il campionato).
Ho ricavato pochissime impressioni ma, ovviamente, conto di essere più largo nelle vedute dopo la gara di domenica prossima contro l’Arzachena al “Marcello Torre”.
Dico subito una cosa. Andiamoci piano con le bocciature sulla squadra e sui singoli. Non crediate che in serie D si possa passeggiare e imporre i propri diritti in virtù di un passato vissuto tra i professionisti. Questo va detto, a prescindere dalla bontà dell’inquadratura della squadra, ancora tutta da valutare.
Qualche elemento ha fatto vedere qualcosa in più della media (è il caso di D’Agostino, Iuliano e Verna); altri sono da decifrare o perché ancora non al pieno della forma o perché hanno bisogno di inquadrarsi nel disegno tattico voluto dall’allenatore Giampá.
Quello che voglio dire, perché sento di doverlo fare, è che questo tipo di campionato si può vincere o cercare di vincere avendo per prima cosa una difesa forte. Le prodezze dei singoli attaccanti in serie D sono un’eccezione alla regola; e a questo non c’è rimedio. Ma quando si ha una difesa ferrea, brava nel non incassare gol scaturiti da calci d’angolo o da palle inattive, solitamente si riesce a portare a casa il risultato.
Qualche dubbio sulla compattezza della difesa azzurro-stellata l’ho avuto, ma potrebbe essersi trattato solo di percezione errata. I tecnici di certo ne sanno più di me e – se del caso – non mancheranno di intervenire.
Per il resto bisognerà attendere prima di tranciare giudizi negativi sul complesso allestito con il chiaro intento di lottare per un posto al sole.
Attendiamo, fiduciosi.
Nino Ruggiero