11.10.22

D'Agostino: pensieri, parole e opere.

DI NINO RUGGIERO

L’inopinata sconfitta maturata in casa contro la Palmese ha demoralizzato coloro i quali pensavano di avere tra le mani una squadra all’altezza delle migliori tradizioni calcistiche della città.Fermo restando che nel calcio non ci sono mai certezze, va detto subito che l’attuale Paganese non è mai stata – se non forse nelle speranze dei suoi timonieri – la squadra schiacciasassi, una specie di caterpillar del campionato.

Stiamo parlando di una buona squadra, costruita con criterio, quadrata, essenziale, diciamo di categoria, che può eccellere solo grazie all’apporto qualitativo di qualche elemento in grado di alzare il tasso tecnico complessivo. Insomma una buona squadra, di certo non ottima, ma nemmeno da buttare dopo una bruciante sconfitta perché non messa in preventivo.


A bocce ferme, a mente lucida però qualcosa bisogna dirlo. Una squadra come l’attuale Paganese non può rinunciare a cuor leggero a elementi di valore che determinano il salto di qualità. Lo si è visto contro la Palmese nella prima parte della gara quando l’allenatore Giampà ha tenuto in panchina proprio i pezzi forti della compagine, vale a dire D’Agostino e Verna. L’intento dell’allenatore era chiaro: far riposare soprattutto D’Agostino, alle prese con un piccolo fastidio muscolare, e magari inserirlo in corso d’opera quando i ritmi più blandi della gara ne avrebbero consentito l’impiego. Teoria, solo teoria; pensieri, parole e opere.

In campo, intanto, contro una squadra operaia e puntigliosa, la Paganese mostrava di soffrire più del dovuto la mancanza di un collante tra difesa e attacco; una squadra senza idee, monca di un coordinamento essenziale in fase di costruzione del gioco. Pochi i palloni per gli attaccanti, per giunta poco coordinati al centro con Pozzebon e Gueye a pestarsi i piedi a vicenda; poco efficaci gli spunti delle fasce laterali mai in grado di fornire cross allettanti per i due attaccanti centrali.

La musica è poi cambiata nella seconda parte della gara con l’ingresso di D’Agostino. Mossa tardiva? Chissà! Intendiamoci, non è detto che la Paganese l’avrebbe spuntata contro una Palmese assatanata schierando il fantasista dall’inizio; ma la squadra, se non altro, sarebbe apparsa più armonica e propositiva. Purtroppo con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte e resta la considerazione che questa squadra al momento attuale è D’Agostino-dipendente. Teniamocelo bello caro caro, come si dice dalle nostre parti. Probabilmente in fase di allestimento della squadra, non si è tenuto conto della necessità di avere sostituti all’altezza dei migliori titolari ed oggi si scontano le conseguenze di tali mancanze.

Alla luce di quanto visto ieri al “Marcello Torre”, sarà necessario schierare per il futuro la migliore formazione che il tecnico ha in mente, e sperare sempre che vada tutto liscio in fatto di infortuni e squalifiche.

Per finire credo che vada spesa una parola di elogio per il giovane Tomolillo, una vera sorpresa per coloro che non lo avevano mai visto all’opera; a dispetto della statura non eccelsa, il ragazzo ha rivitalizzato la fascia sinistra in virtù di un dinamismo non comune. Da oggi, Giampà sa di poter contare su un “under” di tutto rispetto.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com