Mancano due giornate al termine, ma, non prendiamoci in giro, il campionato della Paganese è finito da un pezzo. È finito probabilmente nel giorno in cui la squadra ha battuto la Palmese al “Marcello Torre” con un secco tre a zero, grazie a una delle migliori esibizioni della stagione e – manco a farlo apposta – proprio nel giorno in cui la squadra, per la prima volta, doveva fare a meno della guida tecnica di Agovino.
In quella circostanza, arrivarono i punti che mancavano all’appello per poter considerare chiuso prima del tempo il capitolo salvezza. La partita venne archiviata con grande soddisfazione dalla società, nel frattempo costretta a defenestrare il tecnico, ufficialmente assente per malattia. Da quel momento in poi – a salvezza virtualmente raggiunta – solo la fervida fantasia dei tifosi ha spaziato in un mondo di illusioni pensando di poter arrivare a qualcosa in più del programma di minima fissato.
D’altronde, nel calcio niente può mai essere scontato; è storia vecchia. Il ruolino di marcia della squadra, nel corso del campionato, era stato più che decoroso e poteva autorizzare a sperare in quel famoso salto di qualità cui si fa sempre affidamento quando non si conoscono le vere potenzialità di una squadra. E qui, a onor del vero, non si può dire che società e squadra, nel loro insieme, abbiano fallito in qualcosa. Anzi, bisogna riconoscere che – in tema di allestimento – è stato fatto tutto quello che era possibile fare con le poche risorse disponibili.
Certo, le ultime cinque sconfitte consecutive rimediate (tra cui due in casa) pesano come un macigno nella valutazione complessiva di una formazione che si era presentata come una vera sorpresa per buona parte del campionato. Fortuna e sfortuna lasciamole stare, per favore. Né può essere presa a scusante la storiella delle mancate motivazioni che potrebbero aver condizionato il rendimento complessivo della squadra.
La verità è che, nelle ultime giornate, qualcosa si è inceppato nel meccanismo di gioco e la Paganese non riesce a dare il massimo, pur sforzandosi di apparire armonica e sicura di sé. Con due partite ancora da disputare, e che verosimilmente non avranno storia, si deve solo pensare al futuro più prossimo.
Quali sono gli scenari che si presentano per il futuro?
Dopo le esperienze societarie che quest’anno hanno visto il coinvolgimento di circa dieci sponsor, coadiuvati dal notaio Calabrese e dal sindaco De Prisco, è impensabile che si possa ancora riproporre lo stesso modello di associazionismo. L’esperienza è servita a dare respiro all’ambiente affamato di calcio dopo l’uscita di scena di Raffaele Trapani, ma probabilmente è destinata a restare tale negli annali perché oggi nel calcio c’è bisogno di avere guide sicure e stabili ai posti di comando. Sul punto – per prima cosa – ci sarà da definire una volta per sempre la situazione debitoria che la società ha nei confronti dell’erario e degli oneri previdenziali.
Chi può farlo? Voci solitamente bene informate parlano di un interessamento di un pool di imprenditori pronti a impegnarsi nella futura gestione della Paganese.
Le riserve sulle prossime mosse si scioglieranno probabilmente nei prossimi giorni e tutti si augurano che possano essere di buon auspicio per il futuro.
da paganesegraffiti.it