10.9.24

Lo chiamano salto di qualità.

DI NINO RUGGIERO

L’impressione generale che ho ricavato dall’incontro con il Guidonia può essere considerata incoraggiante. Gli azzurro-stellati non si sono sprecati e hanno cercato di imporre il loro gioco fin dall’inizio contro una squadra ben schierata e per niente disposta a soccombere. Del rendimento dei singoli ho già detto tutto che c’era bisogno di dire con il pagellone stilato subito dopo la gara.

Per il resto, bisogna dire che la squadra nel complesso ha giocato la sua onesta partita, forse un tantino piatta per quello che riguarda la qualità del gioco; ma sappiamo tutti che nel calcio, per venire a capo di una partita, conta molto la qualità, soprattutto quando si ha di fronte un avversario attrezzato come il Guidonia che – non dimentichiamolo – viene fuori dalle ceneri del Monterosi retrocesso lo scorso anno dalla serie C. Una squadra cioè che mira subito a risalire, come dichiarato alla vigilia del campionato da una dirigenza che non ha lesinato per niente nell’allestimento della squadra.

La Paganese ha cercato, soprattutto nella prima parte della gara, di aggirare la super guarnita disposizione difensiva che prevedeva raddoppi asfissianti di marcatura sugli elementi considerati più pericolosi e determinanti. Ne sanno qualcosa soprattutto Bucolo, marcato a vista per tutta la partita e in ogni dove, e Faella che, pur essendo per caratteristiche tecniche più svelto e sbrigativo nella fase di proposizione e di attaccante aggiunto, si è trovato sempre con due avversari addosso. Ma è chiaro anche – per evitare equivoci di interpretazione – che in questo tipo di campionato non ci saranno partite facili, giacché ogni avversaria – soprattutto nelle partite da giocare al “Marcello Torre” – farà di tutto per imbrigliare la squadra e poi, se possibile, addirittura prendere il sopravvento. È capitato così proprio ieri, con il Guidonia che – con il passare del tempo, con gli azzurrostellati a corto di fiato per il gran lavoro svolto fino a quel momento – ha giocato per bene le sue carte. Ha immesso forze fresche con Tounkara in avanti e soprattutto Spinosa a centrocampo rigenerando le sue aspettative di vittoria. Non ha potuto fare lo stesso la Paganese. E sapete perché? Perché mentre l’avversaria aveva in panchina atleti di valore pari o addirittura superiore agli elementi schierati dall’inizio, gli azzurro-stellati potevano contare solo su calciatori giovani e di belle speranze certo, ma pur sempre promettenti e poco adusi alla battaglia agonistica. A mio parere, bisognerà farsene una ragione e pensare – se possibile – di dotare la squadra di qualche altro elemento di esperienza, di mestiere e di qualità. Questo sempre se la dirigenza attuale, che fa capo al main sponsor Nicola Cardillo, vorrà pensare di mantenere un programma di buon livello.

In caso contrario, bisognerà puntare tutto sull’attuale rosa, perché di sicuro è competitiva grazie al lavoro oscuro di Guglielmo Accardi, ma che deve contemplare anche possibili cali di rendimento di elementi che non possono tirare la carretta ininterrottamente per tutta la durata del campionato senza avere un valido ricambio. Spero di essermi spiegato.

da www.paganesegraffiti.it