DI NINO RUGGIERO
All’indomani della brutta batosta presa in casa del Sassari Latte Dolce la domanda è una sola: dove è finita la squadra che nel primo tempo, con alterna fortuna, dopo aver segnato su calcio di rigore del solito Faella, aveva dimostrato di poter mettere la parola fine alla partita?Le risposte possono essere tante perché nel calcio non c’è mai una sola verità. Una sola cosa è certa: la squadra ha perduto malamente una gara che era sembrata alla sua portata per come era stato affrontato il primo tempo.
Intendiamoci, anche nel corso della prima parte della gara gli azzurrostellati – pur conducendo per una rete a zero – non erano sembrati proprio mostri di bravura. Infatti logica avrebbe voluto che, una volta passati in vantaggio, i “nostri” sapessero amministrare e disporre con astuzia e mestiere degli spazi che inevitabilmente gli avversari di turno – in affanno perché sotto di un gol – avrebbero dovuto concedere. E invece niente di tutto questo; forse per un disegno prestabilito o chissà ancora per la sicumera derivante da altre partite vinte e portate a termine con una certa sofferenza, ma pur sempre vinte.
Guardate, le squadra che vogliono vincere i campionati devono essere ciniche e brave al tempo stesso nell’interpretazione di una gara. Devono conoscere la loro forza, i capisaldi del loro gioco e gestirle con la forza e il temperamento di chi sa che cosa vuole. Nella circostanza, la partita doveva essere chiusa dopo il primo tempo con un punteggio che avrebbe dovuto far capire subito agli avversari chi era la capolista e che non ci sarebbe stata trippa per gatti.
Purtroppo, la Paganese – pur concedendo tutte le possibili attenuanti per assenze importanti – al momento sta mostrando di non avere le pedine giuste per gestire nel migliore dei modi determinate partite. Così, da un primo tempo chiuso in vantaggio, si è passati a una ripresa in cui gli avversari sardi sono sembrati irresistibili. I saggi, che non sbagliano quasi mai, dicevano forbitamente in vernacolo: quando sei martello batti, quando sei incudine statti. E credo non ci sia bisogno di traduzione per capire l’essenza del detto. A questo aggiungeteci pure un modo tutto particolare e inusuale di gestire una partita inopinatamente pareggiata dopo appena un minuto di gioco. Sul risultato di parità gli avversari di turno hanno imperversato con azioni di contropiede da incubo lacerando tutto quello che di buono la squadra in tema difensivo aveva faticosamente costruito nelle partite precedenti.
Oggi, a bocce ferme, lontani dal clamore suscitato da una sconfitta che fa male, si deve pensare subito al domani più prossimo. Una sconfitta, sia pure subìta con un punteggio bruciante, deve servire da lezione per il futuro. La squadra deve pensare a recuperare tutte le pedine più preziose perché di alcuni valori tecnici non si può fare mai a meno se si vogliono raggiungere determinati traguardi. Inoltre tutto lascia pensare che anche la proprietà, che fa capo all’imprenditore Cardillo, sia disposta a fare qualche altro sacrificio per assicurare alla squadra un adeguato potenziamento. Mi auguro che sia così!
Oggi, a bocce ferme, lontani dal clamore suscitato da una sconfitta che fa male, si deve pensare subito al domani più prossimo. Una sconfitta, sia pure subìta con un punteggio bruciante, deve servire da lezione per il futuro. La squadra deve pensare a recuperare tutte le pedine più preziose perché di alcuni valori tecnici non si può fare mai a meno se si vogliono raggiungere determinati traguardi. Inoltre tutto lascia pensare che anche la proprietà, che fa capo all’imprenditore Cardillo, sia disposta a fare qualche altro sacrificio per assicurare alla squadra un adeguato potenziamento. Mi auguro che sia così!
da www.paganesegraffiti.it