Cattivi, un po´ filosofi e abbonati al rosso: ecco chi sono i tecnici delle sorprese Lecco e Paganese. Adriano Cadregari, tecnico del Lecco, ed Eziolino Capuano, allenatore della Paganese, sono diversi in tutto, completamente diversi, ma vivono lo stress da panchina allo stesso modo. E vedono rosso. In questo campionato Cadregari ha già collezionato quattro espulsioni, Capuano si è fermato a due.
Ma Lecco e Paganese, girone A e B di Prima, corrono. E allora proviamo a conoscere i due tecnici, tra i più particolari, col sistema dell´intervista doppia.
Partiamo dalle espulsioni. Perché così tante?
Cadregari: «Il mio problema è il movimento, l´atteggiamento minaccioso, esco troppo dall´area di competenza, che in C è limitatissima, e gli arbitri non lo sopportano».
Capuano: «Esco dall´area tecnica. Ho il diritto e il dovere di protestare. Una volta per me la palla non era entrata e gliel´ho detto».
Cosa dite agli arbitri?
Cad: «Non li insulto. Una volta ho chiesto: "Non ha gli occhi per guardare quel che succede?" A molti arbitri manca il sentire il calcio, non ci hanno mai giocato».
Cap: «Mi faccio sentire, anche in dialetto. Spesso dico: "Ma che te stai ´nventanno?"».
La parolaccia più frequente?
Cad: «Cazzo».
Cap: «Ne ho tante, uso di più il classico ma va fanculo ».
Come carica e motiva i suoi ragazzi?
Cad: «Sto sempre con loro in settimana, li incuriosisco con parabole, raccontini, libri da leggere. La domenica dico solo la formazione e magari una frase, ma non pranzo neppure con loro. E´ la loro giornata».
Cap: «Facendo capire in che piazza lavoriamo, che rappresentano un popolo. Trasmetto la mia passione e i sentimenti più che le motivazioni».
La sua filosofia di gioco.
Cad: «Il calcio è un modo di esprimersi, chiedo di provare a far qualcosa, di essere propositivi, offensivi. Il modulo fisso non esiste».
Cap: «Ho princìpi, convincimenti, idee, altrimenti questo mestiere potrebbe farlo anche Gaetano Biscotto, il nostro magazziniere. Il mio è un calcio equilibrato, un 3-5-2 che crea situazioni di superiorità».
Quanto guadagna al mese?
Cad: «2.500 euro. Ma sono contento di non aver mai pagato per allenare, chi vuole intendere intenda».
Cap: «Sono vicino ai 10 mila euro al mese. Sono uno dei più pagati della categoria».
Come vive?
Cad: «Con moglie (medico) e tre figli, in modo normale a Crema. Faccio le vacanze con gli stessi amici da 20 anni e non a Montecarlo».
Cap: «Sono tutto campo e casa. Non so dove sia il cinema; il mio tempo è per il calcio e la famiglia».
Come vede il grande calcio?
Cad: «Io sono uno da oratorio, ma ho lavorato alla Fiorentina con la Primavera per due anni, a Brescia, a Bergamo. Invidio l´organizzazione».
Cap: «Bisogna essere bravi nella gestione, io credo che potrei gestire chiunque perché vengo da una famiglia che mi ha insegnato l´educazione».
C´è un allenatore che ammira e un calciatore che vorrebbe allenare?
Cad: «Zeman perché l´ho conosciuto e ho cenato con lui. Insegna calcio. In questo ambiente troppa gente si prende sul serio. Vorrei allenare Bojinov, un talento pazzesco».
Cap: «Non sono schiavo di nessuno, ma mi ha colpito Sacchi. Vorrei allenare Gerrard».
Cadregari: «Agli arbitri manca il senso del calcio». Capuano: «Mi buttano fuori ma ho il diritto e il dovere di protestare».
La Gazzetta dello Sport - Francesco Velluzzi