I giallorossi di Giannini si recano a Pagani, in provincia di Salerno. Obiettivo: continuità di vittoria e di primato. Intanto il mister non si lascia andare a voli pindarici: «Meglio non distrarci, sarà un impegno ostico, da giocare fino all’ultimo secondo».
GALLIPOLI - E ora sotto con la Paganese. La capolista Gallipoli, dall'alto del suo scettro e della media di ben due punti a partita, fa visita alla compagine campana, originaria della provincia di Salerno e distante una quindicina di chilometri proprio dal capoluogo della sua provincia. Mister Giannini farà svolgere ai suoi la seduta di rifinitura nel pomeriggio di sabato, prima della partenza alla volta del territorio campano. A non molto dal match il tecnico ha le idee chiare: «Come già facciamo da inizio stagione, niente voli pindarici e piedi ben saldi per terra. Meglio non distrarci, sarà un impegno ostico, da giocare fino all'ultimo secondo. Quale è l'avversario più insidioso nella corsa-promozione? È una lotta tra noi, Crotone, Benevento e Arezzo. Come calendario, il Gallipoli ha un cammino, sulla carta, più morbido nelle ultime quattro giornate (alla quint'ultima, invece, affronterà proprio il Benevento Ndr). Per arrivare primi, ci vorranno da 62 a 64 punti, non meno».
Per spingere il Gallipoli in B, il «Principe» si è messo a fare il trasformista. E si sta specializzando in invenzioni a partita in corso. L'ultimo capolavoro gli è riuscito nella sfida contro il Perugia, domenica scorsa: partito con il 3-4-1-2, il tecnico romano, dopo 20', ha svoltato, passando al 4-3-3, che gli ha consentito di inchiodare tatticamente la squadra di Sarri, poi annientata per 4 a 1: «È merito dei miei giocatori se riescono ad adattarsi senza problemi al cambio di modulo, magari anche più volte durante la gara — dice Giannini —. Dall'inizio del campionato, siamo passati dal 3-5-2 al 3-4-1-2, poi al 4-3-1-2, al 4-2-3-1 e anche al 4-3-3. Questo gruppo ha una ricchezza infinita; per un allenatore è importante disporre di tante soluzioni sul piano tattico. Certo, il mio calcio poggia sul 3-5-2 e, partendo da queste fondamenta, mi viene più facile modellare la squadra in funzione degli avversari». Infine una battuta sul bomber Ginestra, il Totti gallipolino: «Abbina qualità tecniche e freddezza in zona-tiro. Con Ciro in campo, rendono al meglio anche Mounard e Di Gennaro: non a caso, a Ginestra e al francese chiedo qualcosa in più rispetto agli altri. Quando lo definisco il nostro Totti, voglio evidenziare che Ciro è fondamentale pure a livello caratteriale: a parte i colpi da categoria superiore, ha la forza per trascinare i compagni, da vero leader. Ginestra e Di Gennaro, già a quota 19 gol, possono arrivare in tutto a 30 reti».
Giorgio Coluccia - ReteLuna.it