PAGANI (Salerno). L’ingiusta espulsione di Zeytulaev, all’inizio del secondo tempo, impreziosisce il punto preso dal Pescara a Pagani. Lo 0-0 ottenuto stringendo i denti su un campo difficile soprattutto per la situazione ambientale, conferma che i biancazzurri hanno doti caratteriali non comuni, sufficienti per chiudere la stagione senza la coda dei playout. Cuccureddu confida di riottenere dalla giustizia sportiva i tre punti tolti qualche settimana fa con la seconda penalizzazione stagionale e strizza anche l’occhio alla vittoria con l’Arezzo, nel prossimo turno. Buon punto, si diceva, quello strappato alla Paganese (28º turno della Prima divisione B). Il neo allenatore, subentrato a Galderisi, è imbattuto dopo 180 minuti. Pescara e Paganese, forse per colpa dell’aria afosa dello stadio Marcello Torre, nella fase iniziale non danno l’impressione di volersi dannare l’anima per vincere la partita. I biancazzurri, che non possono contare su Pisciotta, Perrulli, Bazzani, Verratti e Diliso, utilizzano il modulo 4-4-2, le cui maglie sono talmente larghe da permettere a Fanasca, la mezzapunta della squadra di casa, di fare il bello e il cattivo tempo. Gli azzurrostellati guidati da Capuano, invece, sono schierati con il 3-5-1-1. Il terminale offensivo è il deludente Zarineh, ex Valle del Giovenco. Il Pescara fatica da matti a creare il gioco. Del resto, in campo non c’è un elemento capace di dettare i tempi ai compagni. Coletti ci prova, ma il risultato non è entusiasmante. Così i biancazzurri, per l’occasione con la divisa dorata, cercano costantemente la profondità, sperando che la bravura del gladiatore Laens nel gioco aereo possa creare spazi per Zeytulaev e Simon. Alla fine del primo tempo, l’unica cosa da ricordare è il plateale scambio di opinioni tra Indiveri, portiere del Pescara, e Taccola, centrale della Paganese. L’episodio è il degno prologo dell’espulsione di Zeytulaev negli istanti iniziali del secondo tempo. L’uzbeco entra in maniera scomposta su Chiavaro e si becca il secondo cartellino rosso della sua carriera allo stadio Torre dopo quello dell’anno scorso, quando militava nel Verona. La decisione arbitrale appare esagerata. Cuccureddu, per fronteggiare l’inferiorità numerica, sposta l’attaccante Laens sulla corsia di sinistra, prima occupata da Zeytulaev. In un secondo momento, fa entrare Giordano al posto di Felci. Il nuovo assetto tattico vede quattro uomini in difesa, altrettanti a centrocampo e uno solo, Simon, in attacco. I campani hanno più di un’occasione per sbloccare il risultato, dato che il Pescara si rivela vulnerabile al contropiede. La mira imprecisa di Iaraci e la giornataccia di Zarineh (giustamente sostituito con Capodaglio) evitano la capitolazione. La mezz’ora conclusiva è un monologo: la Paganese attacca e il Pescara si difende con tutte le energie che ha in corpo. Gli uomini di Cuccureddu, frenati anche dalla fatica, non riescono a imbastire neppure un’azione offensiva degna di questo nome, salvo una in pieno recupero con Laens. L’episodio che riassume la partita è griffata dal mediano Coletti: il mediano, su punizione, passa la palla rasoterra a Laens, piazzato a quattro passi da lui, ma gli parte un siluro che finisce direttamente sul fondo del campo. Il Pescara deve scontare anche l’infortunio alla testa di Ferraresi (costretto a controlli ospedalieri), ma non getta mai la spugna. Il tutto dà particolare rilevanza allo 0-0 conclusivo.
Il Centro