6.3.10

Amaranto Magazine intervista Pino Palumbo alla vigilia di Arezzo-Paganese.



Prima artefice della storica promozione in C1, dopo più di venti anni, poi esonerato a poche giornate dal via dell’attuale campionato e infine richiamato per tentare di compiere quel miracolo chiamato salvezza. Questa in sintesi la storia, tutta da raccontare, del miglior nemico di questa settimana: il mister della Paganese Giuseppe Palumbo.

Il direttore generale amaranto Ceravolo ha definito il match di domenica come il più difficile da qui alla fine del campionato. Concorda?


“Effettivamente quando la seconda della classe va ad affrontare l’ultima in classifica sono sempre maggiori i rischi rispetto ai benefici. Per noi sarà importante lottare dal primo all’ultimo minuto sperando che gli episodi, fondamentali in una partita di calcio, per una volta girino a nostro favore”.

Come avete accolto la squalifica del vostro portiere Pantanelli, colpevole di aver bestemmiato?

“Ogni settimana c’è una novità nel regolamento e la cosa strana è che non si riesce mai ad avere certezza sulla regole da applicare. Prendiamo atto della squalifica, con la quale ci viene tolta una pedina fondamentale, e andiamo avanti sperando in una maggiore chiarezza sui regolamenti”.


Cosa teme maggiormente della formazione amaranto?


“E’ una squadra in salute, come dimostrano le ultime trasferte tutte vittoriose, che dispone di un organico da categoria superiore. Bisogna fare i complimenti alla società, per aver saputo allestire una rosa molto competitiva per la categoria, e al tecnico che sta cogliendo risultati importanti”.

Quale giocatore toglierebbe, se potesse, a mister Galderisi?


“Senza dubbio Chianese. Bomber letale in questa categoria, al quale non devi lasciare mai un attimo di respiro altrimenti sono dolori”.


A livello personale è stato prima esonerato e poi richiamato sulla panchina della Paganese. Si ritiene costantemente precario considerando la classifica della sua squadra?

“Ritengo che nel calcio moderno l’allenatore sia l’anello debole di una società. Tutto è legato al risultato finale dei novanta minuti, non alle prestazioni offerte dalla squadra. Noi ad esempio, dopo il mio ritorno, abbiamo disputato grandi partite senza però mai riuscire a portare a casa i tre punti e proprio per questo ci troviamo in fondo alla classifica. Poi c’è da aggiungere la mancanza di rinforzi nella campagna acquisti invernale: dovevano arrivare almeno un paio di elementi e invece non siamo riusciti ad acquistare nessuno, andando avanti con la stessa rosa di inizio campionato”.

Dopo la bellissima promozione in serie C1, annata 2006/2007, cosa l’ha riportata sulla panchina della Paganese?


“Dopo sette anni di C2, culminati con la conquista della serie C1 a Pagani, mi ero stancato della categoria e ho provato a misurarmi a livelli superiori, lasciando un ambiente che conoscevo molto bene per nuove avventure altrove. Poi quando la società ha deciso di puntare nuovamente sul sottoscritto sono stato molto felice e onorato di tornare”.

Il momento più bello e quello dimenticare nella sua carriera?


“Entrambi sono legati alla mia esperienza a Pagani. Quello più esaltante è sicuramente la promozione in serie C1 dopo il lungo purgatorio nelle serie inferiori. Il periodo peggiore lo stiamo attraversando adesso, con l’ultima posizione in classifica, nonostante la bontà delle prestazioni offerte dai miei ragazzi”.

Proviamo a fare un pronostico sulla promozione. Novara irraggiungibile?


“Nel calcio nulla è irraggiungibile. Ritengo che se il Novara continuerà a lasciare punti per strada le inseguitrici, con ancora nove partite da giocare, potrebbero addirittura agganciare i piemontesi in testa alla classifica”.


Per i play-off chi vede come favorito?


“Innanzitutto ritengo che il livello di gioco espresso in questo campionato sia medio-basso. Dopo aver incontrato tutte le squadre di alta classifica devo dire che nessuna mi ha impressionato in maniera particolare. Detto questo, considero fondamentali le ultime sei giornate del torneo, con l’arrivo della primavera saranno sicuramente avvantaggiate le formazioni che avranno spesso meno finora a livello fisico. Per questo penso che i giochi siano ancora tutti aperti dall’Arezzo fino al Perugia”.


In conclusione, come finirà domani allo stadio “Marcello Torre”?


“Non ho mai fatto pronostici prima di una gara. La mia squadra deve solo pensare a scendere in campo e dare al massimo, pensando partita dopo partita al di là dell’avversario che si troverà di fronte”.

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Nella foto Palumbo e Galderisi qualche anno fa.