Sette giorni. Sette giorni ancora, o almeno, per dimostrare che le parole della squadra (scritte, parlate e recapitate in queste ultime ventiquattro ore a tutto lo staff dirigenziale) non sono soltanto parole. La Spal, anche se per ora non arrivano conferme ufficiali ma è normale perché se non si cambia non c'è nulla da comunicare, ha deciso di dare l’ultima possibilità al tecnico Egidio Notaristefano. Possibilità da giocarsi in quella bolgia che sarà domenica prossima il campo delle Paganese. Una partita adatta, per il clima e non solo, a far vedere che il pensiero della squadra tutta è giusto. E cioè che Notaristefano non può essere il capro espiatorio di una situazione comunque allarmante. Attraverso le parole dei senatori biancazzurri la squadra si è presa una bella responsabilità. Una responsabilità che, come le promesse, avrà le gambe corte se domenica non si vedrà una Spal diversa, o addirittura opposta, a quella recente. Una Spal come quella dell’andata che ci siamo tutti scordati. Certo, andrà ritrovata anche la mezza squadra ora in infermeria perché senza "Cippo" davanti è notte fonda, e non ci vuole un genio per scriverlo, ma anche qui ci sarà da dimostrare qualcosa giocando e stringendo i denti seppure non nelle condizioni fisiche migliori. Il discorso non è ovviamente riferito al bomber ma a tutti.
Sette giorni, appunto, altrimenti si cambierà di sicuro. Sono state ore delicate, frenetiche, piene di incontri, quelle appena passate che hanno portato a questa decisione decisamente impopolare visto che dopo la sconfitta con il Lumezzane, giusto o sbagliato che sia, la frattura tra il pubblico spallino e il tecnico è diventato un dato di fatto difficilmente sanabile. Ma il presidente Butelli e tutti i dirigenti dell’Ars et Labor hanno fatto una scelta coraggiosa, anche se a tempo, ascoltando appunto la squadra. Qualcuno la leggerà come una sfida o, peggio, un atto di presunzione nei confronti della piazza ma è un cattivo pensiero e basta. Piuttosto si tratta della convinzione nelle proprie scelte e nella fiducia nei propri uomini, allenatore e giocatori in primis. Qualcun altro, forse gli stessi marziani che pensavano a Cosmi per il dopo Notaristefano, insinuerà nella decisione societaria il tarlo della mancanza di mezzi economici per ingaggiare un altro tecnico. Cazzate. Perché uno non investe e compra certi giocatori se poi non ha centomila euro da dare a un tecnico. In un posto normale non ci sarebbe nemmeno bisogno di specificarla, una cosa del genere ma vista l’aria che tira e i soliti (noti) pettegolezzi che girano per Ferrara insieme con altre voci regolarmente smentite dai fatti in questi ultimi tre anni è invece il caso di ribadirlo.
Ma torniamo al punto. Butelli e compagnia dirigenziale prima di arrivare a dare i cosiddetti sette giorni a Notaristefano non sono rimasti a guardare, anzi. Hanno parlato con la squadra, con lo stesso Notaristefano e anche con qualche allenatore e poi hanno rinviato il discorso a dopo Pagani. Lo stato d'animo della triade spallina, prima dello schieramento della squadra a favore di Notaristefano, sembrava poter portare a un cambiamento immediato. Come avevamo già scritto domenica a tarda sera, infatti, qualche tecnico dovrebbe essere stato contattato. Cagni, Mutti e Vavassori sembravano i preferiti e non è nemmeno da escludere che qualcuno tra questi sia stato incontrato senza però destare una grande impressione dal punto di vista delle motivazioni. Di sicuro c'è che in caso di cambio si sarebbe optato per un uomo forte e di fama con tutto il rovescio della medaglia che porta a immaginare, appunto, che in fatto di ambizioni non si trovi il massimo in giro. La sensazione, ma si tratta davvero di una sensazione, è che soltanto il primo dei tre sia stato subito escluso dai papabili. Discorso, comunque, oggi ancora prematuro visto che, almeno per ora, si va avanti così. Che sia giusto o sbagliato, aldilà dei singoli e rispettabili giudizi di chicchessia, lo diranno soltanto i risultati. Di sicuro si tratta di una mossa per certi versi inaspettata e, ripeto, piuttosto coraggiosa. Mai come oggi, cosa che non era successa ai tempi del licenziamento di Dolcetti, la squadra intera, per ora soltanto a parole, ha dimostrato di avere le palle assumendosi tutte le colpe di questa crisi conclamata. Purtroppo, però, non basta nemmeno questo. Conta solamente il campo. Domenica prossima. Stadio della Paganese. E’ lì che si deciderà tutto.
Claudio Gallaro - Lo Spallino - da Tuttolegapro.com