Punto della situazione ieri sera nella sede di via Albanese fra i vertici della società azzurrostellata e la stampa paganese, che ha richiesto ed ottenuto un incontro con il presidente Raffaele Trapani per fare il punto della situazione e tendere una mano al presidente. Dall'incontro, al quale era ovviamente presente anche Paganese.net, non è emerso nulla di nuovo rispetto a quanto scritto e detto nei giorni scorsi: la Paganese rischia davvero di non iscriversi.
"Ci sono due vite in ballo: la mia e quella della Paganese", esordisce Raffaele Trapani, il quale prosegue: "Fra le due cose, se permettete, scelgo la mia esistenza, che in questi ultimi otto anni è stata a senso unico. Ho tolto tempo, nonchè soldi, alla mia famiglia, lo stesso hanno fatto i miei soci. Posso dire che l'abbiamo fatto con piacere, perchè ho preso la Paganese in serie D e l'ho portata tra i professionisti, raggiungendo lo storico traguardo dei quattro anni consecutivi di militanza in Prima Divisione, cosa che non era mai successa nella ultraottantennale storia azzurrostellata. Ora, dopo due retrocessioni consecutive, non ho più l'entusiasmo che ha contraddistinto questi miei otto anni di gestione ed è forte il desiderio di lasciare, seppur a malincuore". Un presidente che non vuole più commettere gli stessi errori degli scorsi anni: "L'anno scorso abbiamo versato 1 milione e 200mila euro per ritornare in Prima Divisione, siamo ritornati sul mercato a gennaio, allestendo una squadra ex novo per cercare di salvarci e ci è andata male. Molti hanno detto che era meglio disputare un torneo dignitoso di Seconda Divisione, allora quest'anno ho deciso di non dare a nessuno questa soddisfazione. Non voglio iscrivere la squadra per poi dover allestire una formazione di giovani, retrocessa già nel girone d'andata: preferisco non iscrivere la Paganese".
Ciò che più fa male a Trapani è l'indifferenza della classe imprenditoriale paganese, sempre lontana dalle sorti della Paganese: "Non c'è stato un imprenditore che sia venuto da me a chiedere informazioni. Tutti i nomi che sono stati fatti, eccetto quello di Di Stanislao, che si è rivelato un bluff, e quello dell'imprenditore romano, per il quale la trattativa è ancora in corso, sono tutti falsi. A questo si aggiunge l'immobilismo dei tifosi, che credono ancora che io iscriva la squadra: è una loro convinzione, che svanirà il primo luglio, quando Pagani si risveglierà senza calcio". Trapani chiarisce la sua posizione economica: "Abbiamo già tutto pronto per l'iscrizione, ma la faremo solo se ci saranno delle garanzie esterne. Vogliamo un aiuto esterno, sottoforma di sponsorizzazioni, di contributi, di ingressi in società. Per quanto mi riguarda, non farò mancare il mio contributo, lo faranno i miei soci attuali, anche se la carica di presidente non voglio più ricoprirla, perchè ho bisogno di dedicarmi alla mia famiglia e al mio lavoro".
L'obiettivo di Trapani è quello di allestire una rosa competitiva, con alle spalle un nuovo modello di società: "Dopo otto anni posso dire di non essere un novellino del pallone. Qualora arrivassero questi aiuti esterni, ci sarà un nuovo organigramma societario, dove ognuno avrà la sua mansione, con un direttore sportivo a costruire la squadra. La formazione dovrà essere forte, per una pronta risalita in Prima Divisione, perchè il calcio è bello solo quando si vince, lo posso assicurare".
I giorni scorrono velocemente, il tempo incalza e la scadenza del 30 giugno incombe: "Abbiamo un altro incontro, c'è la trattativa con il costruttore romano che sarà definita lunedì. Mi aspetto una mobilitazione anche degli imprenditori paganesi, pure sottoforma di contributi o sponsorizzazioni. Altrimenti dal prossimo anno il calcio a Pagani non esisterà più".
Le parole di Trapani suonano come un campanello d'allarme, ma c'è chi in città è pronto a giurare il contrario.