Francesco Pepe PAGANI L'accordo è ad un passo, anche se i diretti interessati preferiscono non sbilanciarsi e tenere nascoste le proprie carte. La Paganese è vicina ad una svolta dopo otto anni di gestione di Raffaele Trapani. A lasciarlo intendere è Paolo Di Stanislao, il broker abruzzese trapiantato a Roma da diversi anni e rappresentante del gruppo di imprenditori della capitale intenzionati a rilevare il sodalizio azzurrostellato. Nella giornata di lunedì l'ennesimo contatto tra le parti ha segnato il punto di svolta nella trattativa che va avanti da qualche settimana. «Ormai siamo a buon punto - afferma l'ex presidente del Lanciano - con Trapani siamo rimasti d'accordo che entro venerdì definiremo tutto ma l'accordo è stato virtualmente raggiunto. Sono legato da grande amicizia al presidente della Paganese e non ci saranno problemi di sorta». Di Stanislao è un fiume in piena. Il suo entusiasmo traspare dalle parole con cui descrive il progetto societario e tecnico per la Paganese che verrà. Resta da capire soltanto in quale categoria militerà la formazione liguorina: «Bisogna attendere cosa succederà dopo questo terremoto del calcioscommesse - prosegue Di Stanislao - il nostro progetto ha in ogni caso come base la Seconda Divisione ma se dovesse esserci la riammissione in Prima Divisione ci faremo trovare pronti. Il nostro progetto tecnico prevede una squadra competitiva e pronta a ritornare a suon di successi in Prima Divisione. Ormai è di dominio pubblico che il direttore sportivo sarà Gigi Pavarese, manager esperto e con tante conoscenze nel calcio. Toccherà a lui il compito di allestire un organico valido». Se la poltrona di ds sarà occupato dall'operatore di mercato irpino, per il ruolo di allenatore il broker traccia un identikit preciso, prima di svelare un'anticipazione che sa tanto di conferma: «In Campania ci sono tanti tecnici validi - sottolinea - ma l'opzione che conduce a Massimo Rastelli sembra quella più verosimile ed attualmente gode di una corsia preferenziale». Le proprietà dialettiche sono la caratteristica principale dell'uomo d'affari che svela i motivi della scelta di fare calcio a Pagani: «Sicuramente l'amicizia con Trapani è stato un buon motivo - afferma - poi le piazze del Sud danno stimoli particolari ed accrescono la passione calcistica che contraddistingue il gruppo di imprenditori che rappresento. Abbiamo raccolto l'invito di Raffaele Trapani che aveva bisogno di staccare la spina per un po' di tempo. In pratica ci ha consegnato le chiavi della Paganese con l'augurio e la speranza di poter contare in futuro nuovamente su di lui». Un assist perfetto per capire gli scenari che potrebbero delinearsi per il futuro della Paganese. Il lavoro di Trapani infatti non sarà stravolto: «Questo è un aspetto che voglio rimarcare con forza - puntualizza Di Stanislao - non faremo nessuna rivoluzione. Punteremo sul settore giovanile che rinforzeremo con tecnici preparati e proseguiremo l'opera organizzativa del club. Anche in ritiro andremo ad Acquasanta Terme che già in passato ha ospitato la preparazione della Paganese. L'unico problema riguarda il terreno di gioco. Forse non riusciremo con i tempi a realizzare il terreno di gioco in erba sintetica e quindi dovremo accontentarci di rimettere in sesto il tappeto di gioco attuale del Marcello Torre. Ai tifosi chiedo di starci vicini perché vogliamo fare tutto con serietà e passione». La svolta in casa Paganese è ad un passo, manca solo la firma davanti ad un notaio per formalizzare la cessione del club da Trapani al gruppo romano.
Il Mattino