Le partite dal vivo sono proprio un’altra cosa. Ringraziamo sempre Sportube perché ci porta ogni domenica sugli stadi dove è impegnata la Paganese, in casa e fuori, ma sugli spalti si vive proprio una realtà diversa, meno virtuale di sicuro, ma sicuramente più vera, più palpitante, più coinvolgente.
Emozioni a non finire nella gara con il Melfi. Primo tempo sonnolento e incolore da parte degli azzurro-stellati che ruminano calcio asfittico, senza idee, prevedibilissimo. Dall’altra parte della barricata una banda di giovanotti di belle speranze che invece giocano un calcio lineare quanto elementare. Tutti dietro la linea immaginaria della palla quando è la Paganese ad avere il pallino del gioco in mano; tutti a proporsi in avanti una volta riconquistato il pallone, a sostegno del compagno in possesso di palla. Un Melfi pimpante e arrembante, mai domo o soddisfatto del risultato acquisito, anche in occasione del doppio vantaggio.
Bisogna convenire, allora, che attuare la politica dei giovani a tutti i costi non è arte per tutti. Il Melfi, cosciente dei pochi mezzi finanziari a disposizione, da anni oramai, non parte mai con programmi ambiziosi che non potrannoessere rispettati; conosce bene i suoi polli e sa bene che deve allestire solo una compagine per non retrocedere. Punto e basta. In questo modo, con i giovani di valore che si ritrova, scelti uno per uno (è infatti la squadra più giovane del campionato per età anagrafica) può pure commettere qualche passo falso, può pure pagare dazio perché composta da elementi che devono ancora maturare opportune esperienze, ma quasi sempre riesce a centrare l’obiettivo di minima.
Discorso diverso per la Paganese. Intendiamoci, la squadra presenta calciatori di buon valore, fra cui parecchi che proprio under non sono, ma l’identità di gioco non c’è; si va avanti spesso per improvvisazione e per forza d’inerzia, soprattutto quando si tratta di organizzare il gioco nella zona di centrocampo. Guardate, i calciatori di centrocampo non si improvvisano e non si inventano. Uno o ce l’ha il senso tattico o non ce l’ha. È inutile che parliamo di calcio totale e di podismo sfrenato; in assenza di un cervello pensante è difficile arrivare a traguardi di rilievo pure se possiedi elementi che trottano o galoppano per novanta e più minuti. Una volta un allenatore di spessore, alle osservazioni di un cronista che – in assenza di risultato positivo - parlava di un paio di calciatori che avevano razzolato il campo in lungo ed in largo senza mai fermarsi, disse semplicemente: “ho detto loro che più si muovono e più danni fanno alla squadra che ha bisogno di essere soprattutto fredda, razionale e geometrica”.
Ieri, non ci crederete, è bastato l’ingresso in campo del geometra di centrocampo, tale De Liguori nella seconda parte della gara, per cambiare le carte in tavola. La squadra ha cominciato ad avere innanzitutto un punto di riferimento sicuro, lì nella zona centrale del campo, e poi a macinare finalmente un gioco che ha portato prima alla riduzione dello svantaggio e poi al pareggio. Non vorrei caricare De Liguori di grosse responsabilità, soprattutto perché il calciatore non ha ancora nelle gambe novanta e più minuti di gioco, ma mi pare di poter affermare che finalmente la squadra, con il suo ingresso, ha una identità di gioco e c’è quella luce tanto attesa necessaria nell’elaborazione delle manovre. Tanto di cappello ai vari Deli e Baccolo che si sono dannati l’anima in più occasioni per riempire i vuoti nella zona centrale del campo, ma i centrocampisti di spessore, di mestiere, di idee, non si inventano. Deli e lo stesso Baccolo hanno numeri di buona scuola ma non hanno il passo del centrocampista.
Intanto va detto che con l’ingresso di De Liguori e di Bernardo, anche Calamai ha saputo finalmente esprimersi al meglio nella posizione di interno sinistro, fin che il fiato e la condizione lo hanno sostenuto. Bene come al solito Caccavallo, che ha messo lo zampino d’autore come si conviene a un elemento di classe superiore: bene anche Herrera sia sulla fascia laterale in avanti nel primo tempo, sia nella ripresa quando ha agito alle spalle degli attaccanti in tandem con lo stesso Caccavallo.
L’allenatore Sottil però adesso deve fare delle scelte tattiche precise, visto che finalmente ha qualche problema di abbondanza. L’impressione è che al momento Bernardo, anche per caratteristiche fisiche, sia più pronto di Girardi. Lo ha dimostrato nella seconda parte della gara quando si è reso protagonista di un paio di spunti meritevoli di migliori fortune.
Ad Ischia, fra sette giorni, ci sarà la prova del nove…
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com