A Melfi, invece, sono partiti i pre-abbonamenti: obiettivo salvare il club che, per proporre domanda di ripescaggio, dovrà mettere insieme 250mila euro. Già tanti i sottoscrittori che hanno raccolto l'invito del presidente Peppino Maglione. Melfi, che vive da 13 anni una favola immensa, vuole ancora i professionisti, ma serve liquidità. Il numero uno gialloverde ha sondato nuovamente la disponibilità della famiglia Moretti ad entrare in società, mentre il suo vice ed omonimo, Francesco Maglione, lavora per una cordata di imprenditori che diano ossigeno al progetto. Si vedrà ma, con la quasi certezza, ormai, del salvacondotto, anche il club è sulla via di una riorganizzazione che garantisca la continuità del prodotto calcio in città.
Più spinosa la questione Messina. E' ad un punto morto la trattativa per la cessione del club all'imprenditore del caffè, Francesco Barbera. E, a questo punto, chissà se mai l'affare si farà. E se, più brutalmente, il presidenteNatale Stracuzzi, e i suoi soci, abbiano davvero voluto privarsi della loro creatura in queste settimane di chiacchiere e supposizioni. Salvo sorprese, quindi, non ci saranno scossoni. Tanto che è stato chiamato Vittorio Tosto per occuparsi dell'area tecnica dopo l'investitura di Giovanni Villari in qualità di dg. Possibile che ci sia stato anche un confronto su queste tematiche con Gigi Pavarese: il diretto interessato non ha negato l'incontro, ma nel suo futuro potrebbe esserci il Football Club Sorrento di Franco Giglio, sempre che l'ex patron della Juve Stabiariesca ad assicurarsi un titolo sportivo per la società dopo la separazione burrascosa con Alberto Negri. Addio aVittorio Cozzella, addio anche a Valerio Bertotto, per la panchina dei peloritani. E torna di prepotenza l'ipotesi che Lello Di Napoli possa restare sulla panchina peloritana. O che, a sostituirlo, possa essere un nome meno reclamizzato ma più emergente: Antonio Venuto, trainer del Due Torri. Appare in ogni caso chiaro che il club non potrà contare su un budget in grado di far sognare il popolo giallorosso. La realtà oggi dice questo, domani chissà.
In cattive acque c'è anche l'Akragas. Il presidente onorario, Marcello Giavarini, ha confermato la volontà di iscrivere la squadra al campionato previo versamento di 400mila euro sotto forma di "donazione". Invitando, nel contempo, gli altri soci ad attivarsi fattivamente pena la mancata iscrizione. E' un bel rompicapo, in effetti. La rottura tra Giavarini ed i suoi soci è nei fatti, come è chiara la determinazione del patron del Gigante di non proseguire più questa avventura. I colloqui con cordate romane ed emiliane non hanno prodotto alcunché. E i tifosi se la prendono con il vice presidente Peppino Tirri, identificato tra i responsabili di questa situazione di incertezza. In questo sottobosco c'è una sola certezza: la sopravvivenza dell'Akragas, per usare un ossimoro, è a serio rischio.
Respira e si rilancia il Catania dopo la "pace" Pulvirenti-Lo Monaco. E i tifosi possono tornare a sperare in grande. Altre situazioni di criticità non ne se intravedono, almeno per il momento. Anzi, la Paganese potrebbe ritrovarsi nel proprio girone (al netto di qualche contaminazione con realtà "centriste") almeno tre squadre che chiederanno il ripescaggio e che godono, a tinte variabili, di buona salute dal punto di vista societario. Il Fondi dell'Università Niccolò Cusano (e qui le risorse economiche sono importanti), il Taranto della presidentessa Elisabetta Zelatore(se poi arrivasse qualche pretendente ancora più facoltoso, non ci sarebbe alcuna preclusione al trasferimento di quote) e la Frattese del patron Antonio Nuzzo, che partirebbe con l'obiettivo di salvarsi e di stabilizzarsi nella categoria dopo un campionato di D stupefacente sotto tutti i punti di vista. Si materializzerebbe, nell'eventualità, un bel derby della Stella. Divertente, no?
Stefano Sica - © Paganesemania