23.1.17

La partita del tifoso - Le storielle non reggono più. Fateci capire dove stiamo andando.

di Alberto Maria Cesarano da PaganeseMania

Ctrl/c “LA PAGANESE VISTA DA NOCERA: RIFLETTETE E PREPARATE LE VALIGIE” Ctrl/v.

Ecco, se non fosse stato per quel “© Paganesemania - Riproduzione riservata”, avrei plagiato l’amico Peppe (il cognome non lo scrivo perché ancora non ho capito quale sia. Credo, infatti, che quello per cui tutti quanti lo conosciamo sia un appellativo, di quelli cattivi, che ti affibbiano alle scuole elementari e che proprio non riesci a disfarti, anche ad una certa età. Pertanto, fino a quando egli non si decide a dirci quale sia il suo vero cognome, io lo chiamo solo Peppe. Non credo che il diretto interessato se ne dispiacerà) e mi sarei ritrovato con l’articolo pronto e impacchettato, da pubblicare.

Invece no, il maestro ha fatto prima di me!

Da condividere tutto quanto il pensiero di Peppe. La partita di ieri e il modo in cui l’abbiamo persa non è andata giù a nessuno di noi.

La pazienza ha un limite. La nostra è colma.

Il credito dato a questa squadra è scaduto.

Le attenuanti sono esaurite.

Le storielle del ritardo di preparazione; delle “panz annanz”; del “giochiamo bene, non concretizziamo e poi, al primo errore, veniamo castigati” non tengono più.

Ragazzi cari, dal primo all’ultimo, dal più vecchio al più giovane, vi comunico che in noi tifosi, qualcosa si è rotto. E non posso dirvi cosa, per una mera questione di decenza! Vi basta sapere che manco a farlo apposta, sono quelle cose che da quasi sei mesi vi supplichiamo di tirare fuori e mostrarci. E data la vostra incapacità a farlo, l’intero sistema riproduttivo del tifoso paganese si è seriamente danneggiato e compromesso.

Sarei ipocrita e falso però, se tentassi di buttare la croce solo addosso a chi scende in campo. Troppo facile e scontato.

Da settimane in società si vive una fase di precarietà e scarsa chiarezza che ha come logica conseguenza, lo sbandamento dei calciatori. Ho pubblicamente affermato che i conti bisogna farli con le nostre tasche e non con quelle del presidente e dei suoi (pochi, ahimè) soci.

Trapani è e resterà per sempre nella storia della Paganese. Ciò che è riuscito a fare lui non è riuscito a nessuno e temo che nessuno possa eguagliarlo. L’amore, la caparbietà, l’ostinazione e la tenacia dimostrate in estate ci hanno resi orgogliosi di lui e per sempre grati.

Il passo indietro però è evidente, la famosa asticella è tornata ad abbassarsi. Le velleità e i sogni di inizio campionato sono stati mortificati, a mio avviso. Evidentemente è successo qualcosa che non sappiamo, che non ci è dato sapere e che ci può riguardare, fino a un certo punto. Va bene anche questo ma avremmo bisogno che qualcuno ci spieghi dove stiamo andando e lo spieghi anche ai calciatori e ai tecnici.

Ieri, sono scesi in campo:

- calciatori che devono andare via;

- calciatori che vogliono andare via;

- calciatori da tempo delegittimati, dalla società e dal tecnico;

- calciatori che, di fatto, non sono mai rientrati nel progetto tecnico del mister, che all’improvviso si ritrovano a farne parte;

- calciatori che non hanno ben chiaro quale sarà il proprio futuro.

La sconfitta e i regali fatti alla Casertana, ieri, sono una logica conseguenza di tutto ciò.

Vi prego, fateci capire che ne sarà di noi, adesso e soprattutto a giugno.

Intanto: “Se c'è da riflettere, riflettete. Ma nel frattempo chiudete le valigie di quelli già partenti e preparate quelle di coloro devono partire. Tempo da perdere ora non ce ne è più. C'è una salvezza da conquistare. Ed i playoff? Ma lasciamo stare...”.

Eh, scusa, Peppì, alla fine non ho resistito. Facciamo così, ti offro un caffè e mi faccio perdonare. Magari mi dirai, una volta per sempre, qual è il tuo cognome...

Alberto Maria Cesarano - © Paganesemania