E' un fine settimana di malinconia, a tinte azzurro come sempre, nonostante la mia amata non giochi. C'è il film del mio amico Salvatore che ha fatto ritornare tutti indietro nel tempo, almeno quelli della mia generazione, quando Totò Schillaci faceva impazzire la patria azzurra a suon di gol nel mondiale del 1990...altri tempi in tutti i sensi, con i brividi che hanno rigato la pelle e qualche lacrima, nel suo ricordo, il volto. Stamane abbiamo vissuto un momento molto toccante, nel ricordo di un figlio perbene della nostra città, che aveva due amori all'epoca, come racconta nel film: Mena, che poi sarebbe diventata sua moglie, e la Paganese. Due "Amori Eterni". E peccato che non ho visto nessun rappresentante della Paganese Calcio alla proiezione: Salvatore penso l'avrebbe meritato, è stata sicuramente un'occasione persa.
Sentivo il bisogno di scrivere anche oggi che non gioca la mia amata che è rimasta nell'angolo del campionato, come in punizione non solo per i risultati conseguiti sino ad ora. Sta lì, in fondo alla classifica, criticata da tutti, a partire dal sottoscritto, e qualcuno in questi mesi s'è anche meravigliato per le mie prese di posizioni, forti e decise, come non mai in questi anni, ma che in fondo avevano ed hanno un solo obiettivo: smuovere, spronare, far riflettere, come fa un genitore verso il figlio quando prende un brutto voto a scuola. Il mio è un AMORE ETERNO verso questi colori, verso questo azzurro intenso, un azzurro diverso dagli altri, da quello sbiadito della Lazio al più carico della Cavese. E' l'inimitabile azzurro Paganese quello che ognuno che nasce in questa benedetta terra ha tatuato addosso. Da tifoso prima e cronista poi della mia amata sto attraversando un periodo di ansia, mista a rabbia dal punto di vista calcistico, non tanto per le vicende del campo ma per quelle che guardano al futuro della stella. La società ha lanciato il grido d'allarme, stretta al bivio delle proprie responsabilità, in seguito ad una presa di coscienza di Raffaele Trapani che a giorni parlerà a chi ha a cuore ancora la storia della Paganese.
Io direi, correggendomi, che dovrebbe parlare e far arrivare il propio messaggio a chi non ha più amore per questi colori, ultimo baluardo di orgoglio e di prestigio della nostra terra che vive un'altra fase di oblio. A chi avrebbe il dovere, non solo materiale ma morale, di fare un gesto, scendere in campo non solo a chiacchiere per la sua terra, per il suo orgoglio di essere paganese, avendo la passione per il calcio e lasciando da parte le avventure in terre vicine. Farlo nella propria città, con i pro e i contro, ha un altro valore che non dipende dagli spettatori ma dal senso di appartenenza alla terra in cui s'è nati ed ora è arrivato il momento di difenderla. Salvatore Francavilla circa trent'anni fa fece la sua rivoluzione, creando una nuova mentalità ultras in città e credo che chi ama fare calcio nella nostra città, e ce ne sono, dovrebbe fare il passo verso la casacca del cuore ora. Penso che si dovrebbero abbattere personalismi e protagonismi, tutti uniti verso lo stesso obiettivo, verso quell'amore eterno che è la Paganese, facendo quella rivoluzione che i tifosi chiedono per fare il salto di qualità che meriterebbe lo setsso Raffaele Trapani per i sacrifici che ha fatto sino ad ora.
La Paganese è patrimonio inestimabile per Pagani come i tesori più belli della nostra città. Non esagero, perchè la Paganese è sinonimo di passione, fuoco principale di ognuno di noi, perchè le passioni accendono la vita e senza passioni la vita non vale la pena di essere vissuta. La Passione non ha prezzo perchè è mossa dal cuore e non dalla ragione. La Passione è come il propellente per i razzi che vanno nello spazio accerchiate da stelle e quella della Paganese sembra meno lucciante del solito e non vorrei il cielo che si spegnesse. Ed io ora sono preoccupato per il futuro. Forse sono un sognatore, forse la realtà è diversa, ma lo ero anche quando m'incaponii nel creare quella maxi raccolta, quando già si stava facendo il funerale alla Paganese, nell'estate del 2001, salvando la Serie D. Ne è passato del tempo e da quella salvezza, con i miei amici giornalisti, si mantenne in vita quel brutto anatroccolo che Raffaele Trapani negli anni ha trasformato in principe azzurro. Quel principe ora è cresciuto e Pagani vuole che diventi Re.
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
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