21.12.17

La Paganese vista da...Nocera! - Bella ma sprecona.

Dopo Lecce, anche la gara con il Catanzaro lascia un senso di rammarico profondo. Sicuramente molto di più della sfida con la capolista, perchè se quella con i salentini non era stata chiusa ed il miracolo di Gomis nel recupero bilanciava in qualche modo le occasioni fallite, al Ceravolo la gara è stata quasi a senso unico. A Catanzaro, ancora una volta, è andato in scena il festival delle occasioni sprecate che hanno fatto imprecare tutti. Talamo, Cesaretti, Regolanti con il Lecce, ancora Talamo, Baccolo e Bensaja con il Catanzaro, vado a memoria, per contare le sei nitide palle gol sprecate, prima sull'uno a zero e sull'uno ad uno con la capolista, e le restanti sull'uno a zero in Calabria. Roba da mordersi le mani per quello che poteva essere e non è stato, facendo raccogliere meno della metà a Scarpa e compagni. Non riesco a quantificare se bisogna essere più soddisfatti per l'inversione ormai quasi definitiva del modo di essere squadra e di giocare della Paganese, o rammaricati per i punti gettati al vento che, vista la classifica, non era prorpio il caso.

Vorrei sottolineare però, partendo dalle note positive, che Favo ed i suoi ragazzi finalmente stanno trovando il bandolo della matassa, sia a livello organizzativo che di manovra. In campo ora si nota la maggiore brillantezza delle gambe che girano a pieno regime e che sono capaci di arrivare prima sulla palla, condizione possibile grazie ad una florida condizione atletica. Favo, giustamente, sta raccogliendo i frutti del suo meticoloso e paziente lavoro, avendone sempre decantato le qualità del suo operato anche in tempi non sospetti, ritenendolo l'ultimo dei colpevoli di questa situazione. Altro aspetto che balza agli occhi l'autorevolezza di alcuni calciatori che appaiano rinfrancati, osando anche giocate che forse qualche mese fa erano impensabili per mancanza di stima nelle proprie possibilità o forse per la sola paura di azzardare una giocata di fino. Fatti i dovuti complimenti e sottolineato i meriti nel classico "dare a Cesare quello che è di Cesare", è il momento di sottolineare come però questa squadra ora capisca che dinanzi alla porta avversaria debba svestire i panni di allegra birbante ed indossi quelli di cinica e spietata esecutrice. Cara Paganese nelle condizioni in cui sei non ti puoi permettere il lusso di sprecare tanto ben di Dio che ti viene servito su un piatto d'argento. Sono punti pesanti che non tornano, come il rigore di Scarpa con la Reggina o la traversa di Cesaretti con il Monopoli per andare a ritroso nel tempo, sino ad arrivare alle ultime due giornate. C'è bisogno di capitalizzare al massimo queste occasioni sotto porta perchè purtroppo, tra la sfortuna ed i limiti che relegano la difesa azzurra tra le peggiori del campionato, prima o poi il gol lo becchiamo sempre.

Ma in questo momento porre più l'accento su quest'ultimo aspetto sembrerebbe davvero fare un torto a questi ragazzi che con abnegazione stanno facendo il massimo per tirasi fuori dal tunnel. Sicuramente saranno i primi ad essere rammaricati, arrabbiati ma allo stesso tempo vogliosi di riprendere la corsa già a Bisceglie dove si  vede il cartello del girone di ritorno, da disputare in maniera certamente diversa per moltiplicare l'arido bottino di quello dell'andata. 

Peppe Nocera
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