Scusate il ritardo. La rubrica, che puntualmente ad inizio settimana vi accompagna nel panorama azzurrostellato, s'è presa qualche giorno di riflessione. Non c'era troppa voglia di commentare la conferenza stampa di sabato che, seppur diversa nella sostanza, già alcuni mesi fa m'era stata prospettata dal presidente Trapani. Parto proprio da questo aspetto temporale. Forse andava fatta già allora, dato che lo stato delle cose era chiaro, ma qualcuno potrebbe dire che non sarebbe cambiato nulla. Sicuramente c'erano circa tre mesi di vantaggio sperando che quel tempo sarebbe servito, nel caso qualcuno fosse stato interessato, ad avviare un discorso anche per il mercato. Penso che a questo punto sia anche tardi, qualora si potesse avere una nuova forza economica per intervenire sulla rosa. Da sabato vivo tra lo sconforto, sportivo, e la speranza che qualcosa possa nascere dal nulla, quello che è secondo me il panorama economico interessato alla Paganese, per cambiare lo stato, molto preoccupante, delle cose. Senza fare troppi giri di parole, per la prima volta sotto la sua presidenza, Trapani alza le mani dinanzi alla realtà. Forse la sua era, a comando della società, è ai titoli di coda ma si spera che possa estrarre, ancora una volta come in passato, l'asso dalla manica, fare il colpo di teatro. Questa volta mi sa che il sipario si stia per chiudere definitivamente.
Tutti in città ci stiamo suggestionando su potenziali "Salvatori della patria", su ex dirigenti o presidenti che hanno fatto il loro tempo e non hanno voglia di rituffarsi nel pantano del calcio. La scorsa settimana si sono rincorsi i nomi più disparati con acquisizioni di quote e percentuali su ipotetiche società composte da quello o da quest'imprenditore sino alla certezza che in via Filettine nessuno era andato a bussare. Ci siamo illusi su altrettante ipotetiche riunioni, di cordate pronte a subentrare o ad affiancare Trapani ed il notaio Calabrese, ultimo baluardo di una passione antica, niente di tutto questo sino alle parole chiare e nette della conferenza stampa. Sto scrivendo per esorcizzare il mio sconforto ma nella speranza che in qualsiasi momento possa poter apprendere della nascita di una nuova e solida società. La prima prevale sinceramente sulla seconda. Eppure sono un tipo che non s'abbatte, cerca sempre di trovare la soluzione al problema sin quando non sbatte contro la realtà, come quando c'imbarcammo con gli amici giornalisti presieduti da Carlo Avallone nel salvataggio della Paganese nell'estate del 2001.
Spero che in tutto questo si dia una mossa l'Amministrazione Comunale, per quelle che sono le sue competenze, di vagliare l'S.O.S lanciato dalla società e concretamente, sempre nelle sue competenze, attuare qualche tavolo di lavoro per convogliare forze nuove per il sostegno della società. Non solo telefonate, ma verifiche accurate sul reale interessamento di imprenditori ed invitarli a discuterne concretamente. Solo allora penserò che il ruolo del Sindaco e dell'intera Amministrazione sia stato esaustivo. Non è semplice, lo capisco e forse è stato già fatto in passato ma ora è più importante di prima. Comprendo perfettamente che in città ci sono cose più importanti della Paganese a cui pensare, ma lasciarsi scivolare addosso il problema come se fosse solo di Trapani non è giusto. La Paganese ci rappresenta, è parte della nostra identità, è una passione che, seppur affievolita nell'ultimo periodo, non può e non deve scomparire. Se in questo nostro benedetto paese si ammaina anche quest'ultima bandiera ricordiamoci che non fallirà solo il progetto sportivo di Trapani ma di tutti noi. Chi può, e mi rivolgo alle forze economiche della città, intervenga, sostenga, rilanci una nuova idea di società, dia il proprio contributo a proseguire o ad accompagnare il sogno del presidente Trapani. Ripeto, come ho scritto altre volte, che non è il momento del personalismo o del protagonismo: è il momento di unirsi attorno alla casacca azzurra con un programma allargato a più forze economiche che dia nuova linfa al glorioso vessillo azzurrostellato. Sempre Forza Paganese!
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata
Tutti in città ci stiamo suggestionando su potenziali "Salvatori della patria", su ex dirigenti o presidenti che hanno fatto il loro tempo e non hanno voglia di rituffarsi nel pantano del calcio. La scorsa settimana si sono rincorsi i nomi più disparati con acquisizioni di quote e percentuali su ipotetiche società composte da quello o da quest'imprenditore sino alla certezza che in via Filettine nessuno era andato a bussare. Ci siamo illusi su altrettante ipotetiche riunioni, di cordate pronte a subentrare o ad affiancare Trapani ed il notaio Calabrese, ultimo baluardo di una passione antica, niente di tutto questo sino alle parole chiare e nette della conferenza stampa. Sto scrivendo per esorcizzare il mio sconforto ma nella speranza che in qualsiasi momento possa poter apprendere della nascita di una nuova e solida società. La prima prevale sinceramente sulla seconda. Eppure sono un tipo che non s'abbatte, cerca sempre di trovare la soluzione al problema sin quando non sbatte contro la realtà, come quando c'imbarcammo con gli amici giornalisti presieduti da Carlo Avallone nel salvataggio della Paganese nell'estate del 2001.
Spero che in tutto questo si dia una mossa l'Amministrazione Comunale, per quelle che sono le sue competenze, di vagliare l'S.O.S lanciato dalla società e concretamente, sempre nelle sue competenze, attuare qualche tavolo di lavoro per convogliare forze nuove per il sostegno della società. Non solo telefonate, ma verifiche accurate sul reale interessamento di imprenditori ed invitarli a discuterne concretamente. Solo allora penserò che il ruolo del Sindaco e dell'intera Amministrazione sia stato esaustivo. Non è semplice, lo capisco e forse è stato già fatto in passato ma ora è più importante di prima. Comprendo perfettamente che in città ci sono cose più importanti della Paganese a cui pensare, ma lasciarsi scivolare addosso il problema come se fosse solo di Trapani non è giusto. La Paganese ci rappresenta, è parte della nostra identità, è una passione che, seppur affievolita nell'ultimo periodo, non può e non deve scomparire. Se in questo nostro benedetto paese si ammaina anche quest'ultima bandiera ricordiamoci che non fallirà solo il progetto sportivo di Trapani ma di tutti noi. Chi può, e mi rivolgo alle forze economiche della città, intervenga, sostenga, rilanci una nuova idea di società, dia il proprio contributo a proseguire o ad accompagnare il sogno del presidente Trapani. Ripeto, come ho scritto altre volte, che non è il momento del personalismo o del protagonismo: è il momento di unirsi attorno alla casacca azzurra con un programma allargato a più forze economiche che dia nuova linfa al glorioso vessillo azzurrostellato. Sempre Forza Paganese!
Peppe Nocera
© Paganesemania - Riproduzione riservata