E poi dicono che i nostri calciatori non ci ascoltano, non cercano di prendere per buone le istanze di noi tifosi, non provano, con tutti i mezzi insomma, a migliorarsi. Sono mesi che mandavamo a memoria: “Regaliamo sempre il primo tempo agli avversari. Così diventa tutto più difficile!”. E infatti, puntualmente, dopo aver rispettato la nefasta tradizione, in quel di Potenza, al cospetto del temutissimo Picerno ecco la svolta: andiamo a Terni e giochiamo un buon primo tempo, concedendo poco all’avversario. Si va negli spogliatoi sul classico risultato a occhiali (sì, io sono uno di altri tempi, purtroppo!) ed è lì che ai nostri ragazzi viene il colpo di genio: visto che noi abbiamo più volte detto, quasi implorato loro di non regalare il primo tempo agli avversari, loro decidono di regalare il secondo! Ultimi quarantacinque minuti imbarazzanti, non c’è stato uno, dico uno, che abbia fatto una cosa aggarbata; si può dire che il più pericoloso sia stato Diop che ha tirato in porta loro con la forza che si mette quando si fanno i passaggi ai ragazzetti di due/tre anni (col timore di farsi prendere dall’entusiasmo, menare una ponta sotto al pallone e ciaccare il criaturo, con conseguente e logica paliata acchiappata dal di cui (criaturo ndr) patre). A ben pensare il loro ragionamento non fa una grinza, in effetti. La colpa è di noi tifosi; a nessuno è mai venuto in mente di dire: “Gioventù, le cose stanno così: non dovete fare i birbantelli e regalare il primo tempo agli avversari, pensando che poi li acchiappate e superate anche, nel secondo tempo. Primariamente perché non è detto che ci riuscite a recuperare e ci facete venire l’appiatteco; secondariamente perché l’appiatteco ci viene, a volte, anche se ci riuscite (tipo Avellino e Reggina). Insomma, giocate dal primo al quarantacinquesimo!”. Eccolo là, lo avete visto quel “quarantacinquesimo” (uà, certo che lo avete visto, non avevo più che fare per farvelo notare)? Ebbene, è lì che casca l’asino, avremmo dovuto puntualizzare: “……… Insomma, giocate dal primo al novantesimo!” (questa volta non ho rimarcato, poi se ritieni tu, o mio censore, di farlo, fallo!).
A’ final, la colpa è sempre nostra, non ci sta niente da fare! E sapete da cosa mi sono accorto della confusione che albergava nell’animo dei nostri eroi? No, come fate a saperlo? Mica state nei miei pensieri! Io l’ho capito dalla partita/non partita col Catania. Perché si vedeva che Schiavino non aveva genio di giocare. Sembra che, trovatosi al cospetto dell’arbitro e del capitano del Catania, nel corso delle prove di rimbalzo, abbia detto (è tutto vero, l’ho letto dal labiale): “Agg capit perché Stendardo e Scarpa se la ridevano, nello spogliatoio, quando si sono avvicinati e mi hanno detto: Marco, è il tuo momento, questa è la fascia di capitano, fatti onore! Per forza, perché sapevano che sarebbe toccato al capitano farsi una sponza in mezzo al campo! Annagg, proprio oggi che non tengo i cazettini di ricambio! Per forza, con questo tempo, come si asciugavano?”. Peccato perché al danno di non giocare, si è aggiunta la beffa di vedere messi fuori causa Dramè e Calil. Siccome nessuno ci ha detto cosa abbiano e siccome non si è giocata la partita, posso solo dedurre che si siano presi una brutta influenza. Cos’altro?
Domenica il Bari! E che ve lo dico a fare, quelli della mia generazione sono cresciuti nel mito di quella partita, di Tacchi che insaccava di testa nel sette.
In vista della partita di domenica, mi sento di fare due appelli. Il primo, ai tifosi, è sempre lo stesso: andiamo in massa allo stadio e proviamo a riviere l’emozione di una partita che è entrata di diritto nella nostra storia. Il secondo appello, va da sé, alla squadra: guagliù, dovete giocarvela dal primo al novantesimo! È chiaro adesso!!
Alberto Maria Cesarano
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