Da oggi l’allenatore Erra ha una conferma inequivocabile: Scarpa non è un quarantenne; la sua carta di identità è bugiarda e fa a pugni – perdendo – con la sua età biologica. Scarpa è confermato campione senza età; ha classe, temperamento e – soprattutto – ha ancora tanta benzina nel motore. Credo che i dubbi di tutti sul suo utilizzo – compreso Erra – riguardassero solo la sua tenuta atletica, giacché è noto quanto grande sia il bagaglio tecnico di questo immenso giocatore. Ebbene, la risposta ai tanti legittimi dubbi arriva da Castellammare di Stabia: Francesco Scarpa in questa squadra, orfana di guida in cabina di regìa, può, anzi deve, giocare.Facciamolo un discorso serio e costruttivo. Con l’attuale organico, chiaramente deficitario sulla linea centrale del campo, con atleti che devono maturare esperienze importanti, che devono ancora imparare a mangiare i classici “forni di pane”, senza alternative di qualità, c’è qualcuno che se la sentirebbe di lasciare in panchina l’attuale Scarpa, che sprizza salute da tutti i pori?
L’interrogativo quindi è questo: può l’attuale Paganese fare a meno del suo capitano di cento battaglie? La risposta arriva senza mezzi termini dal “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia: non può e non deve. L’interrogativo suona come l’ultima frase di una famosa commedia di Luigi Pirandello, “Pensaci, Giacomino” – sono le ultime parole della omonima commedia che suonano da consiglio e da monito. Potrebbe calzare a pennello per Erra che, per il futuro, è chiamato a rivisitare il suo disegno tattico per trovare un posto stabile in prima fila a un calciatore che – nonostante gli anni – si eleva per caratura tecnica e caratteriale. Dovesse, in seguito, arrivare un calciatore dotato di personalità, di carisma, di grande spessore, pronto per assumere un ruolo importante in una squadra che fino a questo momento è vissuta di poca luce, si potrà anche ridefinire il ruolo di Scarpa e il suo utilizzo. Ma al momento, è opinione comune che non si possa fare a meno di assegnargli il ruolo di protagonista.
Gara bella e avvincente; non capita spesso di questi tempi. Stavolta la Paganese non abbassa la guardia, non perde la giusta concentrazione e mette più di una volta piede nell’area di rigore avversaria, cosa che non capitava da un bel po’ di tempo.
Erra blinda per bene l’apparato difensivo. Cigagna non fa toccare palla a Orlando per tutta la durata del primo tempo; tanto che lo stesso attaccante nella seconda parte pensa bene di cambiare fascia trasferendosi dalle parti di Squillace. Schiavino e Sirignano si intendono alla perfezione e bloccano le manovre centrali degli avversari. In avanti Diop è inarrestabile: l’erba sintetica e la luce dei riflettori stimolano la sua fantasia e i suoi colpi di genio. Mendicino appare più pronto del solito, più reattivo; e segna infine un gol da attaccante vero.
Il calcio riserva sempre delle sorprese: nel momento in cui sembra che la Paganese possa passare da un momento all’altro, arriva il gol della Juve Stabia. Campani respinge a mani aperte un tiro dal limite di Mastalli e Romeo è il più lesto ad arrivare sulla palla e a insaccare da due passi. Il gol incassato potrebbe demoralizzare gli azzurro stellati ma ci pensa Scarpa a suonare la carica, a guidare la squadra da secondo allenatore in campo. Scatenato Diop in avanti, difficile tenerlo a freno. Il pareggio arriva al 38’ sull’ennesimo invito dalla sinistra di Squillace. Mendicino è lesto in piena area, aggancia il pallone, si gira da grande attaccante e fa secco il portiere Tomei. La Paganese potrebbe raddoppiare in due occasioni. Prima con Diop e poi allo scadere del tempo con Carotenuto che di testa, solo davanti alla porta, non riesce a centrare il bersaglio.
Nel secondo tempo la Paganese preferisce agire di rimessa. Si difende bene e non corre mai pericoli. Peccato che a dieci minuti dalla fine l’arbitro prenda un abbaglio ed espelle per doppia ammonizione l’incolpevole Gaeta. Il fallo era stato di Cigagna.
Ma gli arbitri sono come i giudici: hanno sempre ragione.
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 30 novembre 2020)