Nel calcio ci sono gol realizzati che non si scordano mai perché fanno parte di un bagaglio tecnico di prima grandezza e caratterizzano un campione. Questi tipi di gol, realizzati con un colpo di nuca, erano nel dna di Angelo Mammì che a Pagani nessuno mai ha dimenticato. Per lui non c’erano gol impossibili, segnava quasi sempre di testa, lui che di statura non era certo un gigante tra tanti difensori lungagnoni. Uno di questi gol capolavoro, non facili, che riportano le memorie indietro nel tempo, ad altre generazioni, lo ha messo a segno Diop contro la Turris al trentacinquesimo di gioco: esattamente come faceva Mammì, spalle alla porta con un colpo magico, impercettibile, di nuca su punizione con effetto a rientrare di Squillace. Un colpo, specialità della casa, non per tutti, che ha sorpreso nettamente tutta la difesa della Turris ed è terminato beffardamente alle spalle del portiere corallino. Un tocco liftato, riservato ai grandi goleador, che ha dato lustro a una partita monocorde e ha premiato la condotta di gara della Paganese, quasi sempre padrona del campo. Diop ancora una volta, dunque, principe del gol, ci mette lo zampino. E siamo a sette gol realizzati.
La Paganese aveva un solo obiettivo: vincere. Lo ha raggiunto senza strafare, meritatamente, colpendo anche una clamorosa traversa dopo dieci minuti di gioco con una staffilata di Zanini su calcio di punizione. Il raddoppio è arrivato nella seconda parte della gara e porta la firma del giovanissimo Guadagni che su punizione, con un tiro rasoterra, ha sorpreso il portiere Abagnale proprio sul suo palo. La Turris ha rischiato il ko in più di una occasione e allo scadere del tempo regolamentare un gol messo a segno da Raffini su tiro di Squillace è stato annullato per dubbio fuorigioco. C’è da dire – a onor del vero – che il pallone sarebbe entrato anche senza l’intervento di Raffini proprio sulla linea di porta.
Per il resto si è vista una squadra equilibrata quanto basta, con una difesa sicura del fatto suo, diretta dall’inossidabile Schiavino e dal portiere Baiocco che ha restituito serenità e sicurezza all’intero reparto con la sua calma olimpica. Una nota particolare la meritano i giocatori utilizzati a centrocampo. Oramai si è capito che la squadra deve giocare per forza un calcio di movimento; d’altronde, si sa, i registi nel calcio non si inventano dall’oggi al domani. In questo tipo di calcio si stanno sacrificando elementi di qualità indiscusse come Gaeta e Zanini costretti dalle circostanze a dare più di un occhio alla fase difensiva, loro che prediligono agire sulla trequarti campo per doti naturali. Per fortuna, Di Napoli ha trovato chi in questo tipo di calcio si ritrova a occhi chiusi. Si tratta di Onescu, giocatore universale, uno di quei diesel vecchia maniera, alla Opel Rekord, motori che per dare il meglio dovevano raggiungere la loro piena fase termica per poi macinare chilometri. Oggi Onescu è giocatore insostituibile nel gioco di centrocampo perché è come quegli operai specializzati di cui non si può fare a meno.
Le note sono positive per tutta la squadra di Di Napoli. E stanno acquisendo punti di stima soprattutto i più giovani; a cominciare da Cigagna e Sbampato in difesa, continuando con Carotenuto, brillante quando riesce a cambiare marcia per dare più sprint all’azione offensiva, e per finire a Guadagni, folletto imprendibile e smanioso di trovare un posto in prima fila.
Oggi che l’autostima è aumentata arrivano i punti, grandi assenti nella prima parte del campionato.
C’è poco tempo per gioire. Mercoledì c’è da recuperare l’incontro con il Catania non disputato a suo tempo per impraticabilità del “Marcello Torre”. E’ l’occasione buona per lasciare alle spalle la zona minata della classifica. Peccato, un vero peccato per l’assenza di Diop che sarà squalificato.
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 22.02.2021)