26.2.19

Spes ultima dea.

di NINO RUGGIERO

Quando si rincorre, i risultati positivi ottenuti contano; e sono quelli che consentono di sperare. Le rincorse però affannano, fanno perdere la lucidità mentale perché mettono ansia e si è consapevoli che in caso di ulteriori risultati negativi il traguardo fissato si allontana.

Con il Bisceglie è andata male, proprio male. Si guardava a una vittoria, visto che era una specie di incontro diretto, per scacciare almeno parzialmente gli incubi di una retrocessione annunciata. Invece sono emersi ancora una volta problemi di concretezza e, soprattutto, di intensità di gioco.

Purtroppo, nonostante gli innesti di Stendardo e di Dellafiore che hanno dato un volto nuovo all’apparato difensivo, la squadra zoppica, cammina a fase alterne; diciamo che il suo gioco manca proprio di intensità, un fattore che nel calcio moderno assume grande importanza perché può, in un certo qual senso, compensare in novanta e più minuti di gioco anche la differenza di valori tecnici nei confronti di avversari meglio dotati. Intensità significa martellare per tutta la durata della gara gli avversari, non dare loro il tempo di ragionare e di esprimere valori individuali che di solito emergono naturalmente quando la partita cala di ritmo.

Dopo aver dato una regolata alla difesa, che indiscutibilmente appare più solida ed esperta, sono altri i valori che condizionano il rendimento della Paganese. Fra questi, trattandosi di una squadra che aspirerebbe a salvarsi puntando perlomeno ai play-out, registriamo proprio la mancanza di intensità agonistica richiesta ad atleti che dovrebbero macinare il campo novanta minuti su novanta e non a sprazzi.

Si tratterà probabilmente di una questione fisica o strutturale, oltre che psicologica, perché altrimenti non si spiegherebbe la doppia faccia della squadra intravista soprattutto in occasione dell’infausta partita con il Potenza, quando si è passati da uno speranzoso 3 a 1 ad un clamoroso 3 a 4 finale.

Purtroppo, dobbiamo dirlo, alla Paganese, oltre a carenze tecniche che investono soprattutto le due fasce laterali prive di uomini capaci di saltare l’avversario e di proporre soluzioni interessanti dalle due corsie laterali del campo, mancano proprio i ritmi frenetici e allo stesso tempo intensi per poter competere da pari a pari con avversari meglio dotati sul piano tecnico-tattico.

La squadra ha dei sussulti, qualche buono spunto individuale, specie quando può schierare Cesaretti e Scarpa in buona forma, ma manca di intensità agonistica, un’arma che non si inventa dalla mattina alla sera e che di solito è frutto di grande lavoro atletico su calciatori ben strutturati dal punto di vista fisico che facciano di un moto perpetuo la loro arma vincente.

L’attuale Paganese, con gli innesti intervenuti a gennaio, con particolare riguardo anche a Capece sapiente regista di centrocampo, avrebbe potuto probabilmente dire la sua per traguardi diversi se fosse stata adeguatamente rinforzata in tempo utile. “Se”, “ma” e “però” particelle “sgarrupative” nel calcio non hanno diritto di cittadinanza. Ma un vecchio proverbio suggerisce che “di cosa fatta male, il ripentirsi non vale” e quindi prendiamo la considerazione solo come uno sfogo di un cronista.
Adesso, dopo l’inopinato pareggio interno con il Bisceglie, ci si può solo augurare che, avendo le spalle forti in difesa, questa squadra riesca a prendere punti in casa e fuori.

E poi sperare…
Proprio vero: spes ultima dea.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

25.2.19

Top & Flop di Paganese-Bisceglie.

Pareggio a reti inviolate nel posticipo della ventottesima giornata delGirone C di Serie C tra Paganese e Bisceglie: al "Marcello Torre", termina sul risultato di 0-0 la sfida tra le ultime due della classe. I padroni di casa tornano a conquistare un punto dopo cinque sconfitte consecutive ma, allo stesso tempo, compiono un altro passo verso la retrocessione in Serie D: è infatti di ben dodici punti il divario tra gli azzurrostellati e il Rieti, che non ha giocato quest'oggi ed occupa attualmente il penultimo posto della graduatoria con 22 punti. Il punto guadagnato questa sera spinge, d'altro canto, la compagine allenata da Rodolfo Vanoli al di fuori della zona playout: i nerazzurri, quest'oggi in campo con la tradizionale maglia bianca con banda verticale rappresentante i colori sociali, sono al sedicesimo posto a quota 23 e si apprestano a sfidare una delle corazzate più temibili, il Catanzaro, attualmente terzo alle spalle di Juve Stabia e Trapani.

TOP

Christian Cesaretti (Paganese)
: il bomber azzurrostellato, autore di sei gol in stagione (è il miglior marcatore della squadra), dà il massimo per 67 minuti, creando anche diversi problemi a Cerofolini. E' costretto ad abbandonare il campo in seguito ad un problema fisico: saluta in lacrime, acclamato da tutto il pubblico. E' lui il punto fermo della Paganese. SUPERBO

Luzayadio Bangu (Bisceglie): il centrocampista congolese, in prestito dalla Fiorentina, gioca una partita di altissimo livello. Sempre al centro di ogni azione, prezioso il suo aiuto per i compagni ed i suoi interventi in fase difensiva. Copre tutto il campo, prendendosi per mano il Bisceglie in una serata non semplicissima. GRANDE

FLOP

Giacomo Parigi (Paganese)
: non ripaga la fiducia di De Sanzo, che lo ha lanciato dal 1' al posto di Di Renzo. Tocca pochissimi palloni e non si rende mai pericoloso, subisce la superiorità della retroguardia nerazzurra e, in particolare, il miglior stato di forma del suo compagno di reparto Cesaretti. NEGATIVO

Ernesto Starita (Bisceglie): comincia col piede giusto, poi cala col passare dei minuti fino a scomparire letteralmente dal campo nel corso del secondo tempo. Vanoli si accorge della sua "presenza-assenza" solamente a 10' dal termine, quando gli preferisce Cuppone. Giornata negativa per il numero dieci nerazzurro. DA RIVEDERE

da www.tuttoc.com

La Paganese stecca anche col Bisceglie (0-0): la salvezza rimane difficile.

Se non si vincono queste partite, quando si pensa di farlo? La domanda sorge spontanea dopo gli insulsi 95' di Paganese-Bisceglie. Il punto, per i nerazzurri, è risultato più che positivo, tanto il vantaggio in classifica resta rassicurante. Per la Paganese, invece, sa tanto di occasione mancata, in quella che era l'ultima chiamata (o giù di lì) per continuare a sperare di raggiungere i playout. La matematica non condanna gli azzurrostellati, ovviamente: i punti di svantaggio dal Bisceglie restano 13, ma di fatto sono 10, e di mezzo c'è anche il Rieti che però ha una gara in meno. Ma psicologicamente questo 0-0 può essere una mazzata, perchè non si è vinto - o meglio: non si è provato a vincere - contro una diretta concorrente, e soprattutto perchè le vittorie restano una chimera per la formazione di De Sanzo.

Forse peggiore è stato l'atteggiamento: senza mordente, con poca grinta e scarse idee. Ne è uscita una partita brutta, con numerosi errori tecnici - da una parte e dall'altra - e con lo 0-0 che è la fotografia esatta di quello che (non) si è visto in campo. Qualche occasione in più nel primo tempo, anche se i ritmi sono stati sempre blandi. Nel Bisceglie ci provano Starita e Longo nei primi minuti, la Paganese risponde con il colpo di testa di Dellafiore, con una conclusione coraggiosa di Cesaretti e soprattutto con un tiro di Capece dal limite, che sfila di un soffio a lato. Poco o nulla nella ripresa, in cui la paura di perdere la fa da padrona nella testa dei ventidue in campo. La Paganese cala fisicamente e dalla panchina non riesce a trovare aiuti interessanti. La manovra è lenta e verte su palle lunghe per gli attaccanti, facile preda di Markic e Maccarrone che sono invalicabili. Galli resta inoperoso e rischia solo su un tiro velenoso di Triarico dalla distanza, mentre Cerofolini non deve mai sporcare i guanti. La strada verso la salvezza si fa sempre più in salita. 

IL TABELLINO

PAGANESE (3-5-2): Galli; Piana, Stendardo, Dellafiore; Tazza, Navas (1’ st Carotenuto), Capece, Gaeta, Perri (32’ st Della Corte); Parigi (17’ st Di Renzo), Cesaretti (22’ st Cappiello). A disp.: Santopadre, Nacci, Sapone, Scarpa, Della Morte, Acampora, Gifford, Gargiulo. All.: De Sanzo.

BISCEGLIE (3-5-2): Cerofolini; Markic, Maccarrone, Maestrelli; Longo, Triarico, Risolo, Bangu, Giron; Jovanovic (28’ st Scalzone), Starita (37’ st Cuppone). A disp.: Vassallo, Ndiaye, Mastrilli, Bottalico, Dellino, Camporeale, Baghdadi, Cuomo, Casella, Mosti. All.: Vanoli.

ARBITRO: Luciani di Roma 1 (De Angelis-Camilli)

NOTE: spettatori 300 circa. Ammoniti: Perri, Jovanovic, Gaeta, Della Corte. Angoli 3-4. Recupero: pt 2’; st 3’.

Danilo Sorrentino
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19.2.19

L'ultima spiaggia.

Parliamo di Paganese e parliamone a cuore aperto. Anche a Catania, nonostante una discreta prestazione complessiva, la squadra ha lasciato i tre punti all’avversaria. Starete pensando:”Come si poteva sperare di farla franca proprio contro una delle squadre più forti del torneo?” Già, è vero, ma è vero anche che pure nelle partite sulla carta più abbordabili la Paganese se n’è uscita con le ossa rotte. E allora? Questi punti per la salvezza quando e come dovrebbero arrivare?

Tutto difficile, tutto complicato: risultati negativi a catena, punti in classifica che non si vedono, calcoli aritmetici che non tornano. È nera, più nera della mezzanotte; forse è il periodo più brutto della lunga storia della Paganese calcio e, per come si sono messe le cose, solo un miracolo, di quelli terreni, per non scomodare quelli celesti, potrà salvare la squadra dalla retrocessione.

C’è chi, numeri alla mano, da improvvisato matematico, si scervella per capire come la squadra potrebbe agganciare perlomeno la penultima in classifica per poi giocarsela nei play-out in una doppia sfida dal sapore di “mors tua, vita mea”. Inevitabile il riferimento al Bisceglie che al momento, pur avendo in pratica dieci punti di vantaggio, è quella più alla portata di un vero e proprio sogno.

Il destino vuole che proprio il Bisceglie domenica sera sarà al “Marcello Torre” per una sfida che potrebbe dire una parola importante nel discorso della retrocessione. Parliamoci chiaro: solo una vittoria da parte della Paganese potrebbe riaprire qualche spiraglio in tema di salvezza. Altri risultati risulterebbero quasi certamente letali.

Il pareggio conseguito all’andata per 2 a 2, uno dei pochi, non inganni. Il Bisceglie si è rinforzato parecchio proprio a gennaio e presenta addirittura tre “ex”, vale a dire Triarico, proveniente dal disciolto Matera, Cuppone dal Pisa e Parlati dall’Ascoli. Senza contare un altro ex, Leonardo Longo che a Pagani collezionò 17 presenze qualche annetto fa.

Per una di quelle partite che una volta venivano definite “della verità”, l’allenatore De Sanzo dovrebbe avere a disposizione quasi tutti i componenti della rosa. Determinanti in proposito potrebbero essere le prestazioni di Stendardo in difesa e di Cesaretti in attacco. Capece si è già presentato e domenica scorsa – oltre a dare un volto al centrocampo – ha messo a segno anche un gol da vero specialista.

Dal risultato che verrà fuori dal “Marcello Torre” avremo un quadro più delineato della situazione. Ma è chiaro che solo la conquista dei tre punti autorizzerà la Paganese a sperare ancora. Non c’è scampo, si tratta proprio dell’ultima spiaggia.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

La Paganese vista da...Nocera! - In caduta verso il baratro.

Il derby di Castellammare aveva aperto il " Ciclo Terribile". Un filotto di cinque partite, Juve Stabia, Potenza, Catanzaro, Monopoli e Catania, in cui sarebbe stato difficile fare punti. Le buone prestazioni di inizio girone di ritorno, con Rende e Siracusa, però avevano creato ottimismo nell'ambiente poi però sono riapparsi gli incubi ed i fantasmi del girone d'andata e la Paganese, complici anche una sfilza d'infortuni di calciatori chiave, è crollata. Cinque sconfitte consecutive, 14 gol subiti, il totale salito a quota 61. Nel frattempo anche il divario, salito a -13, dall'unico avversario nel mirino, il Bisceglie è aumentato. Siamo con un piede potenzialmente nel baratro. Siamo aggrappati alla matematica ed una serie di partite che decideranno il futuro della Paganese. Dalla gita in Sicilia è tornata una Paganese che, seppur comportatasi degnamente sul terreno della blasonata decaduta del girone C, ha chiuso con la diciottesima sconfitta stagionale. E' arrivata la prima rete, splendida, su punizione di Capece, poi la solita indecisione di Santopadre, sul pareggio, e la perla di Lodi apre ad una settimana di profonda riflessione. Come per Fusco, monta l'onda dell'insoddisfazione ambientale verso un'altra bandiera azzurra, il tecnico De Sanzo. Come per il tecnico salernitano anche per quello calabrese c'è aria di ribaltone, quando non si vince e alla paganese non si vince mai quest'anno. Non penso avvenga. A Catania come scrissi alla vigilia, anche provocatoriamente, si sarebbe andati in gita in quanto gli azzurri non avevano nulla da perdere, gara che andava disputata con la mente sgombra. La Paganese l'ha disputata così, disimpegnandosi sufficientemente anadando inaspettatamente anche in vantaggio per poi essere subito ripresi e restando in partita sino alla fine. Tutto bello, anche perchè come dice il tecnico da alcune giornate:" Non sono queste le partite dove fare punti " ma ora il tempo della ricreazione e dei frizzi e lazzi è finito. Il baratro s'è aperto dinanzi al cammino della Paganese che comincia ad intravedere la serie D aprirle le braccia. Non so cosa pensi il presidente Trapani sulla gestione tecnica di De Sanzo, se è soddisfatto, se si aspettava questo percorso, al momento decisamente fallimentare. I numeri parlano chiari e sono come sempre inequivocabili. Sarà una settimana particolare ed una sfida da cui dipende gran parte del futuro della storia recente della Paganese. E' decisiva, inutile girarci intorno: o si vince o si affonda. Bisogna svuotare l'infermeria, recuperare le strutture portanti di questa squadra. Gli infortunati Stendardo e Cesaretti. Recuperare anche psicologicamente Scarpa, dopo l'errore dal dischetto che ha riposato a Catania essendo anche diffidato. Dellafiore avrà un'altra settimana nelle gambe. Capire se è ancora il caso di insistere con Santopadre, che viaggia alla media di un errore a partita, e poi sfatare il tabù Torre. 

Peppe Nocera - paganesemania.it

Nessuna sorpresa al Cibali: la Paganese sprofonda a -13 dal Bisceglie.

Nessuna sorpresa al Cibali. A vincere è il Catania, alla Paganese restano le briciole, la soddisfazione di essere passata in vantaggio e non aver subito un'imbarcata rispetto ad altre occasioni. Magari ci sarà stato anche qualche passo in più sulla tenuta mentale della squadra, ma la situazione resta critica. Anzi, lo è ancor di più perchè nel frattempo il Bisceglie ha vinto al 94' col Rende e si presenterà domenica a Pagani forte di un +13 (con una partita in più e già i tre punti  a tavolino in tasca) che al momento farebbe scivolare gli azzurrostellati direttamente in Serie D

La partita si era messa anche bene per la Paganese, passata in vantaggio dopo sei minuti con una punizione al bacio di Capece. Dopo poco più di un minuto, però, gli azzurrostellati hanno incassato il pareggio con una bordata di Biagianti dal limite, sul quale Santopadre - tornato da titolare dopo la parentesi Galli contro il Monopoli nel turno infrasettimanale - non è stato irreprensibile. Gli etnei sprecano poi diverse occasioni per arrotondare il risultato e aspettano il secondo tempo per piazzare quello che a conti fatti sarà il colpo del ko, con un sinistro di Lodi dalla lunga distanza che termina all'angolino. Tanto basta per vincere, anche perchè in attacco la Paganese è incosistente. Il Catania non la chiude, Parigi in tuffo (81') per poco non trova un insperato pareggio. Che forse non sarebbe stato meritato, ma sarebbe stato fondamentale in vista della finale anticipata di domenica al Torre

IL TABELLINO

CATANIA (4-3-3): Pisseri; Calapai (40' st Esposito), Aya, Silvestri, Baraye; Biagianti, Lodi, Angiulli (25' st Carriero); Manneh, Curiale (25' st Brodic), Marotta (11' st Di Piazza). A disp.: Pulidori, Lovric, Marchese, Valeau, Bucolo, Rizzo, Liguori. All.: Sottil

PAGANESE (3-5-2): Santopadre; Piana (35' st Tazza), Dellafiore, Acampora; Carotenuto (45' st Nacci), Navas (35' st Della Morte), Capece, Gaeta, Perri; Di Renzo (29' st Cappiello), Parigi. A disp.: Galli, Gargiulo, Della Corte, Sapone, Gori. All.: De Sanzo 

ARBITRO: Curti di Milano (Cataldo-Ceccon)

RETI: pt 6' Capece, 8' Biagianti; st 12’ Lodi

NOTE: ammoniti: Brodic; Capece. Recupero pt 1', st 3'

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15.2.19

Un terno al lotto.

di Nino Ruggiero

Come si salva la Paganese? Il tema è di attualità, è scottante, è addirittura drammatico (per quello che può esserlo un argomento sportivo). Partiamo dal regolamento previsto per le retrocessioni. Salvo decisioni dell’ultim’ora, dal girone C scenderanno due squadre in serie D. La prima c’è già ed è il Matera; la seconda sarà designata da uno spareggio a due, con gare di andata e ritorno, fra la penultima e la terzultima in classifica, sempre che fra le due ci sia una differenza di almeno otto punti. Con nove o più punti di differenza, la penultima retrocederà direttamente.

La classifica non concede sconti alla Paganese. Al momento, considerando che da questo momento tutte le squadre che dovrebbero incontrare il Matera avranno partita vinta per tre a zero, gli azzurro stellati hanno sette lunghezze di distanza dal Bisceglie (che ha già incontrato i lucani nel girone di ritorno) e quindi parteciperebbero ai play-out.

Che brutto campionato per la Paganese! Allestimento di una squadra senza i principi basilari con i quali si mettono su compagini decenti; calcoli errati, previsioni sbagliate, ricorso a tardivi rinforzi che – presi per tempo – avrebbero potuto dare nerbo, fiducia e consistenza alla squadra e a tutto l’ambiente.

Parlare di salvezza oggi è come indovinare un terno al lotto.

Per come si sono messe le cose, si può solo sperare di riuscire a disputare i due incontri finali al termine della stagione regolare. Una speranza flebile visto che le residue possibilità sono tutte puntate sui risultati del Bisceglie, che al momento è la squadra meno lontana in classifica. Insomma una situazione davvero poco allegra perché i ragazzi in maglia azzurro stellata, dopo il beneaugurante exploit esterno di Rende, sono ritornati nella loro aurea mediocrità.

La squadra balbetta, va in confusione e soprattutto non dà l’impressione di essere tale dal punto di vista etimologico nonostante l’impegno, il talento e la professionalità di Capece, che pare declamare versi danteschi nel deserto.

Da questo momento in poi, bisogna solo sperare che De Sanzo possa disporre al più presto di uno Stendardo al pieno della forma e di Cesaretti, vera anima dell’attacco. Per inciso, Dellafiore, ultimo arrivato, schierato per pura necessità, non è quello visto contro il Monopoli: ha solo bisogno di lavorare e di ritrovare i ritmi di una partita vera. Un altro arrivo tardivo che pesa sull’economia complessiva della squadra.

Intanto domenica c’è in programma una proibitiva trasferta a Catania che può essere considerata solo un antipasto tosto in vista della partita della verità che il 24 febbraio vedrà di fronte al “Marcello Torre” proprio Paganese e Bisceglie.

In questa occasione, cara Paganese – senza ulteriori rinvii e speranze – “si parrà la tua nobilitate”.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

14.2.19

Il Monopoli passa sul velluto al Torre e in 10 uomini. Scarpa sbaglia un penalty sullo 0-2.

Finisce sempre così: con la Paganese sconfitta in casa, i fischi del (poco) pubblico e a fare i conti sul Bisceglie che, per fortuna degli azzurrostellati, ha perso di misura in casa della Sicula Leonzio. La distanza dai nerazzurri resta invariata (-10, ad oggi non ci sarebbero comunque i playout), ma è l'unica notizia positiva della serata per Fabio De Sanzo. Contro il Monopoli, reduce da due sconfitte di fila, la Paganese si è arresa troppo facilmente, quasi consapevole dell'inevitabile sconfitta, senza neppure provare a fare risultato. Il 3-1 finale è la sintesi di un primo tempo bruttissimo, condito dall'errore di Scarpa dal dischetto che avrebbe potuto riaprire il match, ed una ripresa in cui la Paganese ha calciato solo tre volte in porta nonostante la superiorità numerica. 

A nulla è servito il tentativo di De Sanzo di dare esperienza alla difesa, con il ritorno di Galli fra i pali (con il tecnico calabrese non aveva mai giocato) e l'esordio da titolare di Dellafiore, lontanissimo da una condizione fisica accettabile. Del resto la sua ultima gara da titolare risaliva a dieci mesi fa. L'esperto centrale italo-argentino si è trovato a comandare una retroguardia giovanissima che al 18' aveva già incassato il primo gol, con Mangni bravo e fortunato a vincere una serie di rimpalli prima di battere Galli in diagonale. Otto minuti e i biancoverdi raddoppiano con Gerardi, che raccoglie una respinta di Galli ed insacca da due passi con un comodo tocco di piatto. La Paganese non si aiuta nemmeno, perchè Scarpa avrebbe l'occasione per accorciare le distanze ma spara altissimo il calcio di rigore concesso per fallo di Bastrini su Parigi

Gli azzurrostellati giocano in undici contro dieci per tutto il secondo tempo, dato che poco prima dell'intervallo Gerardi rimedia due gialli e lascia i suoi in inferiorità numerica. Che però non si vede perchè l'unico pericolo alla porta di Pissardo lo produce Di Renzo dopo 40", mandando a lato da buona posizione. De Sanzo gioca anche la carta Della Morte passando al 4-4-2, ma l’inerzia della sfida non cambia con il Monopoli che si difende senza alcun affanno. Anzi a metà ripresa Paolucci ruba palla a Capece, si fa tutto il campo palla al piede e, superato anche Dellafiore, deposita alle spalle di Galli. Tracce azzurre solo con un palo colpito da Nacci e con la rete della bandiera messa a segno dal neo-entrato Perri allo scadere.

IL TABELLINO 

MARCATORI: pt 18’ Mangni, 26’ Gerardi; st 23’ Paolucci, 45’ Perri. 

PAGANESE (3-5-2): Galli; Tazza, Dellafiore, Acampora (37’ st Perri); Carotenuto (12’ st Della Morte), Navas (1’ st Nacci), Capece, Scarpa, Della Corte; Parigi, Di Renzo. A disp.: Santopadre, Sapone, Gaeta, Cappiello, Gori, Gifford, Gargiulo. All.: De Sanzo. 

MONOPOLI (3-5-2): Pissardo; Rota (37’ st Sanzone), De Franco, Bastrini (37’ st Gatti); Fabris (16’ st Ferrara), Maimone, Scoppa, Paolucci, Mercadante; Mangni (26’ st Mendicino), Gerardi. A disp.: Crisanto, Guido, Mariano, Sanzone, Zampa, Sounas, Cavallari, Berardi. All.: Scienza 

ARBITRO: Marini di Trieste (Madonia-Lalomia)
NOTE: spettatori 300 circa. Espulso al 45’ pt Gerardi per doppia ammonizione. Ammoniti: Navas, Mangni, Acampora, Recupero: pt 1’; st 3’. 

Danilo Sorrentino
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11.2.19

I rimpianti di De Sanzo: "Potevamo fare il 2-2, dispiace uscire con le ossa rotte".

L'obiettivo era quello di ripetere la prestazione nel derby con la Juve Stabia, magari complicando i piani al Catanzaro. Niente di tutto questo, con i giallorossi che hanno rischiato qualcosina sul 2-1, ma poi hanno chiuso la sfida con largo anticipo. Fabio De Sanzo ammette che "era difficile pensare di portare via punti, noi siamo penultimi e il Catanzaro è una grande squadra". E però pensa alle occasioni avute da Nacci e Della Corte poco prima dell'uno-due di D'Ursi. "Abbiamo avuto due palle per centrare il pareggio, però non cambia nulla. Anche con la Juve Stabia avevamo avute delle occasioni e non le abbiamo sfruttate. Non era questo il campo in cui fare punti, anche se mi dispiace per i ragazzi uscire dal campo con le ossa rotte". Nota positiva: l'ennesimo gol realizzato su palla inattiva, segno che un punto di forza almeno c'è. "Sapevamo che loro ripartivano bene sui calci d’angolo avversari. Noi siamo forti di testa e potevamo fare qualche cosa in più. Lecchiamoci le ferite e pensiamo alla gara di mercoledì". Per De Sanzo è stata l'occasione per ritornare al Ceravolo, coi giallorossi ha disputato due stagioni fra il 2001 e il 2003. "Fa sempre piacere tornare a Catanzaro, sono stato qui diciotto anni fa e poi sono calabrese. Faccio il tifo per il Catanzaro e gli auguro di vincere il campionato". 

Danilo Sorrentino
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Ennesima goleada subita dalla Paganese che ora scivola a -10 dalla zona salvezza.

La Paganese non riesce a ripetere la prestazione con la Juve Stabia, come si augurava De Sanzo, e subisce l'ennesima goleada della sua stagione contro il Catanzaro. Quattro ne aveva fatti all'andata la squadra di Auteri, stesso passivo anche al ritorno: finisce 4-1. Ancora una volta a punire gli azzurrostellati sono l'approccio blando (primo gol arrivato dopo meno di due minuti) ed una difesa ballerina che ha avuto grossa difficoltà a contenere il Catanzaro, soprattutto nel primo tempo. Non ha funzionato il ritorno alla difesa a tre - male tutto il trio davanti ad un Santopadre nuovamente non impeccabile - e fra le note negative c'è anche l'espulsione ingenua, e a risultato ormai già fissato, di Piana che salterà la sfida col Monopoli

Pronti, via e Giannone già porta avanti il Catanzaro, raccogliendo una corta respinta di Diop dopo una sortita offensiva di Statella. La Paganese ha difficoltà a trovare le contromisure giuste, prova ad agire in contropiede (Furlan bravo a chiudere su Parigi al 25'), ma subisce il raddoppio per una disattenzione di Santopadre che non riesce a respingere la non irresistibile conclusione di Eklu. Poco dopo Acampora, su sponda di Diop sugli sviluppi di un corner, riesce a riaprire la gara. Nella ripresa Ciccone colpisce il palo in avvio, la Paganese in ripartenza, per due volte, spaventa il Catanzaro, salvato da Furlan che chiude prima su Della Corte e poi su Nacci. Il neo-entrato D'Ursi ci mette invece pochi minuti per chiudere il match con la doppietta che ammazza gli azzurrostellati. Il rosso di Piana (doppio giallo per fallo sullo stesso D'Ursi) fa terminare anzitempo la sfida. Col pareggio del Bisceglie contro il Trapani, la Paganese scivola a -10 dai nerazzurri, dal Rieti e dal Siracusa. E mercoledì sera arriva al Torre un Monopoli arrabbiato. 

IL TABELLINO

CATANZARO (3-4-3): Furlan; Celiento (35’ st Lame), Signorini 6 (12’ st Figliomeni), Nicoletti; Statella, Maita, Eklu (1’ st De Risio), Favalli; Giannone (25’ st Posocco), Ciccone (12’ st D’Ursi), Casoli. A disp.: Elezaj, Pambianchi, Iuliano, Nikolopoulos, Mittica. All. Auteri

PAGANESE (3-5-2): Santopadre; Diop (25’ st Dellafiore), Piana, Acampora; Tazza, Carotenuto, Capece, Nacci (25’ st Gaeta), Perri (11’ st Della Corte); Parigi, Di Renzo (30’ st Navas). A disp.: Galli, Sapone, Cappiello, Della Morte, Gori, Gifford, Gargiulo. All. De Sanzo 

ARBITRO: Gualtieri di Asti 

RETI: pt 2’ Giannone (C), 27’ Eklu (C), 30’ Acampora (P); st 19’ e 22’ D’Ursi
NOTE: spettatori 5mila circa. Espulso al 28’ st Piana. Angoli 8-4. Recupero 1’ pt, 3’ st

Danilo Sorrentino
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6.2.19

Meglio tardi che mai.

di Nino Ruggiero

Un risultato come quello scaturito dalla gara Paganese-Potenza porta inevitabilmente a chiedersi, come minimo, “ma che è successo?”.

È successo solo che ha vinto la squadra che era la più forte e che nel corso della ripresa ha cambiato pelle con alcuni determinanti innesti chiamati a dare il loro contributo dalla lunga e nobile panchina. È successo che la Paganese non è più riuscita a tenere i ritmi del primo tempo consegnando tatticamente la partita nelle mani degli avversari. È successo che ancora una volta i limiti di una difesa, raffazzonata a causa dell’assenza di Stendardo, sono emersi macroscopicamente in fatto di marcature degli attaccanti più rappresentativi del Potenza. È successo che la Paganese, a differenza degli avversari, non ha una panchina altrettanto lunga e sostanziosa per cui non riesce a cambiare pelle nei momenti di necessità, soprattutto quando la fatica incomincia a farsi sentire su campi pesanti, al limite della praticabilità.

Altre fantastiche elucubrazioni che una volta venivano definite “chiacchiere da marciapiede” nei circoli e nei ritrovi sportivi, quando il risultato – ritenuto assurdo – poteva prestarsi a dubbi di ogni genere, e che oggi invece vengono riportate con leggerezza sui social, non ne vedo.

Oggi la società della Paganese, pur avendo fatto male i suoi calcoli in tema di retrocessioni (altrimenti non si spiegherebbe un tardivo ritorno alla campagna acquisti), sta facendo capire che tiene alla salvezza; prova ne sia che è stato ingaggiato proprio ieri Della Fiore, un difensore che ha tutte le qualità per poter far coppia con Piana al centro della difesa, in attesa che sia nuovamente utilizzabile Stendardo.

Meglio tardi che mai – recitava un vecchio proverbio. Ma la via della salvezza a questo punto deve passare inevitabilmente per la disputa dei play-out. Sempre che a fine campionato – dando per scontato la retrocessione diretta del Matera, o la sua radiazione – si riesca a contenere negli otto punti la distanza che intercorre tra Paganese e la squadra che la precede in classifica. Impresa non facile, ma nemmeno impossibile se gli atleti in maglia azzurrostellata – orfani di qualche giovane immaturo per la categoria – cominceranno a capitalizzare il loro impegno settimanale.

De Sanzo, con l’arrivo del navigato Della Fiore, potrà dare maggiore solidità alla difesa specie negli incontri in trasferta e affidarsi alla sapiente regia di Capece che sta dimostrando di avere tutte le qualità che gli si richiedevano.

Con una squadra più navigata che può contare anche sull’esperienza di Scarpa, domenica si va a Catanzaro, sul campo cioè di una delle squadre più attrezzate per la vittoria finale.

Impresa impossibile, starete pensando. Il campo ha dimostrato più di una volta che nel calcio niente è impossibile.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com

4.2.19

La Paganese vista da...Nocera! - Una favola a metà.

E' una sconfitta che brucia (la prima casalinga del 2019, la seconda consecutiva) e che potrebbe minare il già precario equilibrio mentale di una squadra alla ricerca di certezze. Quelle le ha perse, sciogliendosi come neve al sole, subito dopo il gol del 3-2 del Potenza. De Sanzo in sala stampa nel post gara ha fotografato alla perfezione la gara, dei suoi, in quel momento: "E' cambiato qualcosa a livello mentale, lo senti nell'aria che prima o poi avresti subito il gol. Sono riapparsi i fantasmi ed è subentrata la paura, dopo che è uscito qualche calciatore esperto come Cesaretti, oltre all'assenza di Stentardo, abbiamo perso quella sicurezza del primo tempo". E' proprio così. Con l'infortunio di Cesaretti, il gol che ha ridato coraggio al Potenza ed una difesa vecchia maniera hanno contribuito alla contro-rimonta della formazione lucana. Purtroppo quando si è costretti a vincere per forza non puoi sbagliare nulla e la pressione aumenta, così la Paganese del secondo tempo praticamente non è scesa in campo, lo ha lasciato agli avversari. I rossoblù, dopo il gol del 3-2, sembravano come quegli avvoltoi che avevano capito che la preda è ferita e impaurita, fiutandone le difficoltà.

Scarpa e compagni hanno retto bene l'impatto devastante del bomber del Potenza França, andato in gol dopo 40 secondi, ribaltando alla grande la gara giocando con caparbietà e intensità. Un primo tempo a ritmi elevati con il Potenza che ha sofferto le giocate di Cesaretti e Parigi, il giro palla di Capece, la determinazione della difesa senza sbavature. Nella ripresa il motore dei lucani girava a mille, mentre la Paganese arretrava paurosamente ripiegando a difesa di un vantaggio che, seppur cospicuo, non sembrava così rassicurante. Nonostante il doppio vantaggio, il Potenza dava la sensazione che avesse in pugno la gara e da un momento all'altro l'avrebbe riaperta. Una volta riaperta, è stato un gioco da ragazzi affondare il coltello nella difesa di burro che ha trovato terreno fertile nelle solite mancanze già conosciute.

Eppure al termine del primo tempo, quella favola che mi ero immaginato alla vigilia, ovvero la prima vittoria casalinga in concomitanza del ricordo di Gino Quaratino, si stava materializzando. E' stata una favola a metà come il calcio, metafora della vita, sempre crudele quando meno te lo aspetti. Voglio pensare che Gino sia arrivato un po' in ritardo allo stadio ieri, con un minuto di ritardo con il Potenza già in vantaggio. Poi si sia seduto al suo solito posto, abbia acceso la sigaretta ed ecco che la Paganese ha pareggiato, è passata in vantaggio ed addirittura sul 3-1. A quel punto mi immagino che Gino, come il grande Boniperti, abbia lasciato lo stadio nell'intervallo, convinto che la vittoria fosse cosa fatta, facendo ritorno a casa. Mettiamola così... E' stata una favola a metà!

Peppe Nocera
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De Sanzo senza parole: la svolta sul 3-2, sono riemersi i mostri del passato.

Fabio De Sanzo fatica a trovare le parole per questo clamoroso tracollo della Paganese contro il Potenza. Il tecnico calabrese individua un momento nel quale la gara ha preso la piega che nessuno si aspettava. "La svolta della gara si è avuta col secondo gol del Potenza. Poco prima potevamo fare il 4-1 con Parigi, invece sul ribaltamento di fronte ha segnato Longo e sono riemersi i mostri del passato. E' un suicidio, devo analizzare un po' di cose, quando giochi con paura non è mai facile. E' una batosta brutta da digerire. Devo lavorare sulla convinzione, la forza e la testa dei ragazzi, non voglio gettargli la croce addosso. Abbiamo lottato finchè ce l'abbiamo fatta. Dopo il primo tempo, sfido chiunque a immaginare un finale del genere. Niente faceva presagire a questo epilogo. Una squadra che sta bene e sta vincendo, sul 3-2 non si fa impressionare, non si spaventa. Magari, se fossi riuscito a fare il cambio di Diop prima del 3-3, passando alla difesa a cinque, sarebbe andata diversamente. In questi frangenti, conta molto l'esperienza"

Nel Potenza ancora una volta a segno Longo, mandato via troppo a cuor leggero dalla Paganese e che in rossoblù ha già realizzato due reti in tre spezzoni di partita. "Giocando con due punte e il trequartista qui non aveva spazio - spiega De Sanzo - e, con tutto il rispetto, non abbiamo perso Gullit o Van Basten. E' un bravo giocatore ed un bravo ragazzo, lo stimo, però non si può rimpiangere Longo. Mi tengo Cesaretti, Scarpa e Parigi". Un Cesaretti che si è fatto male dopo venti minuti, un'assenza che fa il paio con quella di Stendardo. "Non siamo attrezzati per i miracoli, aspettiamo gli esami. Mariano sicuramente salterà queste tre gare, attendiamo per Cesaretti. Sono due giocatori importanti, però a Rende abbiamo vinto con nove giovani in campo e con diverse assenze. Non voglio più vedere queste partite, poteva anche vincere 4-3 il Potenza ma avrebbe dovuto farlo in maniera diversa". Fra i peggiori in campo nuovamente Piersilvio Acampora, autore di una marcatura troppo soft nei confronti di Lescano autore della doppietta decisiva. "Io non capisco l'accanimento verso questo ragazzo: l'ho preferito a Diop perchè lui è di piede mancino, giocare con un destro a sinistra a me non piace, a meno che non si tratti di Stendardo. Per me Acampora - la difesa di De Sanzo - ha fatto una buona partita. Devo rivedere i gol, ma non gettiamo la croce addosso ad un ragazzo di 20 anni". 

Danilo Sorrentino
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Top & Flop di Paganese-Potenza.

Una partita affascinante quella messa in scena al Marcello Torre quest'oggi tra Paganese e Potenza. Una tragedia greca che ha visto la formazione di Pagani soccombere, non senza lottare, in favore dei rossoblù col risultato finale di 3-4.
Una incredibile rimonta ad opera della formazione di Giuseppe Raffaele, dopo una prova memorabile da parte dei campani. A passare per prima in avanti è il Potenza con la rete a cuore freddo di França: si tratta di una bellissima girata al volo di destro dal limite dell'area che prende in controtempo difensori e portiere avversari, dopo appena 40 secondi dal fischio iniziale. Dopo di ciò, inizia la grande epopea di emozioni con tanto di festa del gol. La formazione di De Sanzo gioca meglio, aggredisce a centrocampo, costruisce buone trame nella trequarti avversaria e, soprattutto, si rende pericolosa lanciando in area di rigore ed aggredendo sulle seconde palle. Prima pareggia con Cesaretti, assistito in area da una sponda aerea di Parigi: controllo di petto e sinistro velenoso che si infila nell'angolino basso. È il minuto 9, 1-1. Poi, contro ogni pronostico, passa in vantaggio: su una punizione battuta in area al minuto 13 Piana riesce ad effettuare una sponda aerea verso il palo lontano, vi si avventa Scarpa che allungandosi riesce a tirare al volo da distanza ravvicinata. È 2-1 per la Paganese. Passano altri 5 minuti e la squadra di casa viaggia sulle ali dell'entusiasmo, complice un Potenza che non riesce a prendere le misure alle giocate degli attaccanti avversari: Cesaretti controlla un pallone sulla trequarti ed effettua un tiro poderoso di sinistro, palla che trova la deviazione di un avversario e che manda fuori causa il portiere Ioime: è 3-1. Sembra un miracolo, ma la Paganese è in vantaggio e con pieno merito. Siamo appena al minuto 18, nemmeno la metà del primo tempo e sono già state segnate quattro reti. La reazione del Potenza però è solo rimandata al secondo tempo dopo il gol sfiorato da Sepe (colpo di testa da calcio d'angolo, miracolo di Santopadre) sul finire della prima metà. Al minuto 52' Longo si incunea sulla sinistra e, sorprendendo gli avversari, esplode il tiro di sinistro - il suo piede debole: palla che trova l'angolino basso lontano per il 2-3 di rimonta. Il Potenza adesso ci crede, sa che gli avversari hanno speso molto nella prima metà ed i cambi dei liguorini non riescono ad essere sufficientemente efficaci per creare pericoli o neutralizzare le iniziative dei rossoblù. Inizia una nuova partita, che vede adesso l'insorgere del Potenza che sul difficile manto del Marcello Torre trova difficoltà nel costruire importanti trame offensive ma che ugualmente si porta avanti con testardaggine e determinazione. Dopo varie occasioni da rete, è il minuto 68 quando França svetta sulla trequarti effettuando una sponda al volo per la corsa di Lescano: l'argentino effettua l'inserimento con perfetto tempismo andando via ad Acampora ed involandosi verso la porta: il tiro di destro acrobatico si infila in rete per il pareggio, è 3-3. Passano altri due minuti, siamo al 70' quando ancora la Paganese sta realizzando l'idea di essere stata raggiunta nonostante il roboante primo tempo. Sempre Lescano, durante un'azione convulsa in area di rigore, effettua un controllo agile con cui supera ancora Acampora riuscendo a girarsi verso la porta e coordinarsi per il tiro: piatto destro in equilibrio precario che manda il pallone nell'angolino opposto, è questa la rete del vantaggio finale: qualcuno esclamerebbe senza troppe remore - nonostante Lescano sia argentino e non uruguagio - "Garra charrua, un'impresa memorabile". Il risultato resterà tale fino a fine gara, quando entrambe le squadre, pur lottando, risulteranno stanche ed imprecise nella manovra.

Vediamo dunque chi sono stati i migliori ed i peggiori del match

TOP:

Il primo tempo della Paganese
: sono quelle partite in cui tutto sembra andare per il verso giusto. Dopo il gol subìto ad opera di França nei primi trenta secondi di match, la Paganese mette in scena un primo tempo magistrale in entrambe le fasi di gioco. Perfetti i difensori nell'intercettare i vari traversoni avversari, particolarmente ispirati gli attaccanti, ghiacciati in fase di finalizzazione, abili nel monetizzare al massimo le occasioni avute. INSUPERABILI


Lescano e Guaita del Potenza: "L'ha ripresa Lescano" una eco si è avvertita in quel del Marcello Torre. Non sono uruguagi ma argentini i protagonisti tra primo e secondo tempo con il loro cuore differente. Guaita, decisamente il migliore dei suoi nel peggior momento del Potenza (i primi 45 minuti) si scatena sulla destra, dove risulta essere inafferrabile. Molti dei suoi traversoni non hanno però buon esito, complice la ottima difesa della Paganese. Lescano è il man of the match: dopo una partita quasi perfetta dei difensori avversari, segna due reti sensazionali nel giro di pochi minuti, entrambi frutto di grande tecnica, tempismo di inserimento e soprattutto, garra. INDIAVOLATI


FLOP:

Il secondo tempo di Acampora (Paganese)
: una prima metà di gioco perfetta, in cui la puntualità sui traversoni lo ha fatto risaltare tra i migliori in campo. Sue però le defiance difensive sullo scatenato Lescano, che in pochi minuti riesce ad andargli via due volte (prima grazie ad una sponda aerea di França su cui si inserisce con gran tempismo, e poi con un controllo a seguire in agilità dentro l'area di rigore). INEFFICACE SUL PIU' BELLO


Il primo tempo del Potenza
: il gol di França, arrivato a trenta secondi dall'inizio della gara, è l'unica vera nota positiva di un primo tempo rossoblù di grande passività, in cui la Paganese ha pienamente giustificato il parziale di 3-1. A SCOPPIO RITARDATO

Da www.tuttoc.com

Horror Paganese: da 3-1 a 3-4. Ottimo il primo tempo, il tracollo nella ripresa.

Sembrava essere il pomeriggio perfetto. Tre gol in 10' per ribaltare lo svantaggio maturato dopo poco più di un minuto; il ritorno alla rete, in contemporanea, di Cesaretti e Scarpa così come era accaduto in occasione dell'ultima vittoria interna (il playout col Fondi, maggio scorso). Poi si fa male Cesaretti e pian piano si affievolisce la lucina azzurrostellata, che si spegne definitivamente nella ripresa. Da 0-1 a 3-1 fino al 3-4 finale, in un tourbillon di emozioni che premia il Potenza e condanna la Paganese ad una sconfitta pazza, incredibile e che fino al 65' appariva inimmaginabile. Una sconfitta figlia di paura e timore che hanno assalito i ragazzi di De Sanzo subito dopo la seconda rete rossoblù, quando invece bisognava essere più liberi mentalmente e non lasciarsi condizionare dagli eventi. Facile a dirsi, evidentemente difficile a farsi.

De Sanzo dovrà innanzitutto capire qual è la sua "vera" squadra. Quella del primo tempo, capace di costruire pericoli a iosa, oppure quella della ripresa che ha creato col contagocce? Per tenuta mentale, non c'è stata storia: molto meglio la Paganese della prima frazione. Lo 0-1 di França dopo un minuto, in altri tempi, avrebbe portato ad un tracollo senza appello. Invece in meno di dieci minuti gli azzurrostellati la ribaltano grazie a Cesaretti e Scarpa. Il bomber toscano colpisce un palo clamoroso (8'), poi si riscatta un minuto più tardi con un sinistro all'angolino. Quattro giri di lancette e il capitano raddoppia, raccogliendo una sponda di Piana dopo un calcio di punizione. A chiudere il magic moment della Paganese è ancora Cesaretti (18'), il quale trova il tris con un tiro dalla distanza deviato provvidenzialmente da un difensore rossoblù. Poi l'attaccante ex Frosinone si fa male (sospetto stiramento) ed esce a metà primo tempo, con la gara che si ravviva anche grazie al ritorno del Potenza. La migliore occasione però ce l'ha Parigi che, dopo un gran lavoro di Carotenuto sulla destra, si gira e calcia in piena area: miracolo di Ioime. Nel recupero serve un super Santopadre per tenere a galla la Paganese sul colpo di testa di Di Somma.

Nella ripresa gli azzurrostellati avrebbero dovuto cercare di chiudere subito la pratica e non gestire. In realtà hanno anche provato a farlo, se solo Parigi non fosse stato troppo testardo nel cercare la conclusione (6'), anzichè servire il meglio piazzato Cappiello. Un errore determinante perchè, sul capovolgimento di fronte, l'ex Longo (sette spezzoni a Pagani, già due reti in tre gare a Potenza) con un diagonale non irresistibile riapre la sfida. Le gambe iniziano a tremare a Scarpa e compagni, con il patatrac che si concretizza a metà secondo tempo. Il duello fra Lescano, autore della doppietta decisiva, ed Acampora, confermato nonostante la prestazione negativa di Castellammare, lo stravince l'attaccante rossoblù. Sul primo gol scatta sul filo del fuorigioco (azione dubbia) e supera Santopadre, non tenuto dal difensore; sul 4-3, Acampora gli concede tutto il tempo per controllare il pallone in area e girarlo alle spalle del portiere azzurrostellato. Nel quarto d'ora finale le gambe, ma soprattutto la testa, non aiutano più la Paganese che ha gettato al vento un'occasione d'oro. 

MARCATORI: pt 1' França (PZ), 9' e 18' Cesaretti (PA), 13' Scarpa (PA); st 6' Longo (PZ), 23' e 25' Lescano (PZ)

PAGANESE (4-3-1-2): Santopadre; Tazza, Piana, Acampora, Perri (30' st Della Corte); Carotenuto (30' st Gaeta), Capece, Nacci (10' st Navas); Scarpa; Parigi, Cesaretti (22' pt Cappiello). A disp.: Galli, Sapone, Della Morte, Diop, Alberti, Schiavino, Gargiulo. All.: De Sanzo

POTENZA (5-4-1): Ioime; Coccia, Matino (36' pt Lescano), Di Somma, Emerson, Sepe; Guaita (19' st Bacio Terracino), Piccinni (1' st Dettori), Coppola (19' st Matera), Longo; França (28' st Genchi). A disp.: Breza, Mazzoleni, Panico, Casillo, Di Modugno. All.: Raffaele

ARBITRO: Moriconi di Roma 2 (Trasciatti-Pintaudi)

NOTE: spettatori 800 circa. Ammoniti: Nacci, Piccinni, Lescano, Sepe. Angoli 3-8. Recupero pt 4', st 4'

Danilo Sorrentino
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